Re: Approccio alla Bibbia. chiavi di lettura

Inviato da  Decalagon il 29/9/2015 17:11:05
Citazione:
La maggiore logicità del racconto letterale è molto opinabile, visto che tale racconto si sorregge solo su se stesso, senza elementi empirici o osservabili.


Grazie, lo sappiamo, ma non è questo il fulcro del discorso. Ti sto semplicemente spiegando che attraverso la lettura letterale del testo, il racconto generale dalla genesi alle campagne di conquista di Yahweh ha un filo logico che non si perde più nell'illogicità della lettura religiosa che, di fronte alle palesi contraddizioni, l'unica cosa che sa dire è "mistero di dio".

Citazione:
Ma che significa “messo al fianco”?


Vuol dire AVERE PARI DIGNITA' DI ESISTERE E DI ESSERE STUDIATO.

Citazione:
Abbi pazienza, ma è ovvio che sia così.


Sei tu che mi hai chiesto a chi era rivolta la sua richiesta.

Citazione:
No, perché Biglino compie scelte arbitrarie che Mazzucco ed altri ricercatori indipendenti non hanno mai compiuto: “fare finta” e traduzione letterale.


E invece sì. Biglino entra nel merito dei codici ebraici originali, quelli tradotti e diffusi come "veri", e li analizza letteralmente.

Punto.

Il "fare finta che" è un approccio metodologico che viene usato a fronte delle cose che ho già spiegato:

Riporto NUOVAMENTE il mio post #2270:

Faccio una precisazione sul "fare finta che", dato che ad alcuni sembra una cosa così ridicola.

I cattolici devono credere veri, ovvero ispirati dal presunto dio biblico, 46 libri anticotestamentari; per il canone ebraico sono solo 39 perché non riconosce come veri alcuni di quelli che i cristiani accettano come ispirati da dio: Tobia, Giuditta, Sapienza, Baruch, Ecclesiaste o Qohelet, primo e secondo Libro dei Maccabei, più alcuni passi di Ester 10. La chiesa riformata, cioè il protestantesimo, aderisce in sostanza al canone ebraico.

I cristiani copti considerano canonici, quindi contenenti verità ispirate, altri libri che i cattolici romani e gli ebrei non accettano, come il Libro di Enoch e il Libro dei Giubilei.

La chiesa greco-ortodossa non utilizza come base il codice masoretico di leningrado, bensì il testo dei Settanta (la bibbia scritta in greco nel III sec. d.C., la quale presenta circa MILLE VARIANTI rispetto a quella masoretica, tra le quali alcune di notevole importanza.

Per i Samaritani invece la verità non si trova nel codice redatto dai masoreti ma nella Torah (pentateuco) samaritana che, rispetto a quella masoretica, PRESENTA BEN 2000 VARIANTI.

La Peshittà, ossia la bibbia siriaca accettata da maroniti, nestoriani, giacobiti e melchiti, si differenzia a sua volta dalla bibbia masoretica.

Poi ci sono i testi biblici di Qumran, che attualmente sono i più antichi di cui siamo in possesso. Ora, tra il testo di Isaia trovato in quei rotoli e il testo di Isaia redatto dai masoreti ci sono più di 250 varianti, tra cui parole intere che si trovano nell'uno e non nell'altro e viceversa.

Poi c'è il profeta Daniele, che per Roma è un profeta, non lo è per Gerusalemme, e per il dottor David Wolpe (Senior rabbi del Sinai Temple di Los Angeles) è addirittura un 'rimaneggiatore'.

Robert Wexler, presidente della Jewish University di Los Angeles, uno dei curatori delle pubblicazioni della Jewish Publication Society, scrive che Abramo, proveniente dalla città di Ur, era probabilmente un sumero e di sicuro non parlava l'ebraico. Ci dice che non è credibile che i racconti della genesi abbiano avuto origine in Palestina e che la maggior parte degli studiosi (ebrei, mica musulmani) ritiene che Abramo non sia mai esistito. Alcuni pensano che addirittura Mosé non sia mai esistito.

A fronte di tutti questi fatti, il "fare finta che" è l'unico metodo logico applicabile allo studio laico dei così detti "testi sacri", che non sappiamo nemmeno da chi siano stati scritti, né quando, né come venissero letti in origine.


Poi c'è la divertentissima disquisizione sul libro di Isaia che non è stato scritto di Isaia ma che è stato attribuito ad Isaia perché "non ci sono motivi seri per negarlo".
Quindi come vedi con la bibbia si può solo fare finta.

Facciamo finta che Abramo sia realmente esistito, che Mosé sia realmente esistito, che la bibbia che abbiamo sia quella scritta in origine, che gli antichi autori ebrei avessero quando scrivevano una cosa volessero dire solo quella e basta.... perché non esistono certezze né in ambito religioso che accademico.

Citazione:
Molto “democristiano”, come atteggiamento, nel senso di un piede qua e uno là. Lui non si occupa di religioni, ma di un libro che è quello adottato da una delle religioni più diffuse al mondo. Lui si occupa solo di quel libro, che per sua stessa ammissioni è molto manipolato, perché è quello che la chiesa utilizza, ma lui non si occupa di “dare contro” alla chiesa o di toglierle fedeli. Lui non è interessato alla verità (che è impossibile da raggiungere), ma si sostiene che la sua traduzione letterale sia più giusta di quella offerta da altri.


Come al solito ti sbagli.

Biglino lavora su un libro usato dalla chiesa da migliaia di anni per diffondere menzogne e che sempre stato la base di tutti gli studi, indicando semplicemente le manipolazioni, le traduzioni false ed evidenziando come i contenuti del testo non abbiano niente a che fare con i dogmi religiosi.

Non si occupa di religione perché non sa nulla di dio né di mondi spirituali, e quindi lavora solo di quel libro. Un libro che ricordiamo, è scritto da uomini, e come tale non dovrebbe essere quello a pregiudicare la fede in dio.

Non è vero nemmeno che si sostiene che la "sua" traduzione letterale sia la più giusta.

Citazione:
È come la questione degli alieni: lui “ammicca” molto in quella direzione, ma non lo dice mai apertamente.


Veramente lui introduce spesso l'ipotesi aliena (senza ovviamente darla per assodata), e lo fa basandosi sia su testi biblici che extrabiblici. Non è come hai affermato tu, che lui formula la teoria e poi ne cerca il riscontro nel testo. E' l'esatto opposto.

Citazione:
È stata spesso proposta, come motivazione alla scelta della traduzione letterale, che le popolazioni che scrissero i vari libri della bibbia non avessero alcun tipo di pensiero astratto e che tutto ciò che scrivevano era da intendersi letteralmente, com’era scritto.

Questo, semplicemente, è un assunto incomprensibile. Vediamo perché.

La capacità di immaginare e di pensare in astratto è una caratteristica di ogni essere umano


Che coglioni però Rickard, non posso ogni volta ripetere le stesse cose eh.

"L'antico pensiero ebraico vede il mondo attraverso i sensi (concreto), il che è completamente diverso dal pensiero greco (astratto) che vede il mondo attraverso la mente, e che noi abbiamo ereditato."

tratto dal: "The ancient hebrew language and alphabet" di Jeff A. Benner

INFATTI NON AVEVANO IL CONCETTO DI DIVINITA' COSI COME LO ABBIAMO NOI COSI' COME NON AVEVANO IL CONCETTO DI CREAZIONE O ETERNITA'.

Citazione:
La pretesa che la bibbia (che è pure ultra-manipolata) sia una fedele cronaca storica, esatta in ogni parola, e che tale storia sia da prendere sul serio, non trova nessun fondamento oggettivo.


INFATTI NESSUNO HA UNA PRETESA SIMILE.

Citazione:
l’idea che una traduzione completamente letteraria (di un testo inquinato) sia più fedele all’originale


INFATTI NESSUNO HA QUESTA IDEA.

@doktorenko: Citazione:
[21]Chi sa se [dopo la morte] il ruach dell'uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra?


Come interpetarlo letteralmente ma non religiosamente ?


Viene tradotto con "soffio vitale".

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