Si aggiunga infine il fatto che i canoni storici di qualche millennio fa non coincidono perfettamente con il metodo storico attuale.
La scienza storica ha fatto dei progressi o, perlomeno, procede secondo metodi varianti nel tempo.
Se la verità rimane sempre l'oggetto della storia, il modo di farla risaltare può variare ed essere legato alla sensibilità, alla cultura, alla scienza delle varie epoche.
Ci sono così alcuni procedimenti razionali propri di ogni tempo, che lo studioso è chiamato a conoscere, valutare, per non far dire a scrittori di altri tempi cose che esulavano dalle loro intenzioni.
Prima di addentrarci nel viaggio vero e proprio è necessario conoscere almeno l'essenziale dei risultati conseguiti in anni di studi critici sulla storia della formazione dei Libri.
Le ricerche iniziarono alla fine del 1600 e sono tuttora in corso.
L'avvio fu determinato dall'obiettiva necessità di rispondere a difficoltà e problemi che i testi presentano.
Ci sono, ad esempio, molti doppioni (la cacciata di Agar e Ismalele è narrata due volte; tre volte, due per Abramo e una per Isacco, si parla di una moglie presentata come sorella) e molte incongruenze o diversità (il Sinai è chiamato anche Oreb, il suocero di Mosé ha tre nomi diversi, ecc..)
Lo stile è diverso da narrazione a narrazione e le leggi contengono spesso norme divergenti a riguardo del medesimo oggetto.
Fin dall'inizio degli studi l'ipotesi più sensata parve quella di fonti diverse, nate e trasmesse in epoche e ambienti diversi, le quali, a un certo punto, furono raccolte insieme da redattori che compilarono i libri che oggi possediamo.
Gli studiosi si concentrarono nella ricerca di queste fonti, per stabilire quante e quali fossero, in quale epoca e ambiente si fossero formate, quali evoluzioni, aggiunte, modifiche avessero subito e, infine, con quali criteri fossero state conglobate negli insiemi attuali.
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