Re: Approccio alla Bibbia. chiavi di lettura

Inviato da  doktorenko il 8/10/2015 19:22:19
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zeppelin ha scritto:


Incredulo, io rispetto il Cristianesimo, ma non posso, non riesco proprio, a credere che si debba portarsi questa ingombrante eredità.


Zeppelin, per un cattolico non conta l`interpretazione letterale, ma quella cristologica:

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Il criterio cristologico

Dobbiamo ancora aggiungere un particolare decisivo: con l’Antico Testamento il cammino non è arrivato alla meta. I temi dibattuti nella cosiddetta letteratura sapienziale sono l’ultimo ponte di una lunga strada, un ponte che immette nel messaggio di Gesù Cristo e nella nuova alleanza. Solo qui troviamo il racconto definitivo e normativo della Sacra Scrittura a proposito della creazione.

Esso suona: «In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e Dio era il Verbo […]. Tutto per mezzo di lui fu fatto e senza di lui non fu fatto assolutamente nulla» (Gv 1, 1.3). Giovanni ha qui ripreso ancora una volta con piena consapevolezza le parole iniziali della Bibbia e ha riletto il racconto della creazione con Cristo, per dire in maniera nuova e definitiva qual è la parola con cui Dio vuole scuotere i nostri cuori.

Una cosa ci diventa chiara: noi cristiani non leggiamo l’Antico Testamento in se stesso e per se stesso, ma lo leggiamo sempre con Cristo e per mezzo di Cristo. Per questo non siamo tenuti a osservare la legge di Mosè, le prescrizioni relative alla purezza e all’alimentazione e tante altre cose ancora: la parola biblica non diventa per questo priva di senso e di significato.

Noi leggiamo tutto questo non come un qualcosa in sé compiuto e a sé stante, ma lo leggiamo con Colui nel quale tutto è compiuto e in cui tutto rivela la sua autentica validità e verità. Perciò leggiamo con Lui, oltre alla legge, anche il racconto della creazione e da lui sappiamo – da Lui e non da un espediente escogitato successivamente – quel che Dio a voluto infondere a poco a poco, attraverso i secoli, nel cuore e nell’anima dell’uomo.

Cristo ci libera dalla schiavitù della lettera e proprio in questo modo ci restituisce la verità delle immagini. Questo lo sapevano anche la Chiesa antica e la Chiesa medievale. Sapevano che la Bibbia è un tutto e che noi la ascoltiamo nella maniera vera solo se la ascoltiamo partendo da Cristo, se la ascoltiamo partendo dalla libertà che Egli ci ha dato, se la ascoltiamo partendo dalla profondità con cui Egli ci rivela, attraverso il rivestimento delle immagini, la realtà permanente, il terreno solido su cui possiamo poggiare in tutti i tempi.

Soltanto a partire dall’inizio dell’evo moderno si è dimenticata a poco a poco questa dinamica, l’unità viva della Scrittura, che possiamo capire solo e sempre con Cristo nella libertà che Egli ci dà e, quindi, nella certezza che da tale libertà deriva. La mentalità storica emergente voleva leggere ogni testo solo in se stesso, nella sua nuda letteralità. Cercò di spiegare in maniera precisa solo il singolo passo e dimenticò che la Bibbia è un tutto. In breve, lesse i testi non più guardando in avanti, bensì indietro, cioè non più alla luce di Cristo, bensì solo alla luce della loro presunta origine.

[...]

Joseph Ratzinger


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