Re: La ragione: È un fatto soggettivo o oggettivo?

Inviato da  invisibile il 12/8/2015 13:21:31
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benitoche ha scritto:
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invisibile ha scritto:


Anzi, io credo che sia tu ad essere confuso. Ma confido...

Ciao


Devo dartene atto,sei una persona seria,disposta al confronto e con le dovute conoscenze

Confuso,mi piace ,sono certo di non sapere mi piace ,avere dubbi è un ottimo punto di partenza,poi però bisognerà vedere se effettivamente ci si vuol mettere in gioco o meglio se il tuo destino prevede che tu faccia un salto,salto che non è tra i piú piccoli, intendo dalla disciplina fisica alla disciplina del pensiero,salto che è solo per pochi

Citazione:
parlo di sensitività non parlo di facoltà del livello "sensorio". Io intendo questa parola nel modo che la intendono le antiche tradizioni spirituali


Frutto di confusione(che ripeto è un bene per il cercatore)non puoi più intendere la sensitività come la intendevano le antiche tradizioni,per questo trascendo e parlo di sensi,perché quelli possiamo comprendere oggi

Il dott Giovi sulle pratiche respiratorie(impulso orientale)

Le pratiche che permettono all’attività respiratoria di avere un ruolo primario nella sfera degli esercizi piú o meno occulti appartengono di solito ad un lontano passato, durante il quale la struttura dell’entità umana era diversa dall’attuale: il “corpo delle forze formatrici” (linga sharira), o corpo eterico, sopravanzava il corpo fisico e in genere, per l’uomo, era in un certo senso facile percepire le forze piú importanti che scorrevano in esso. L’uomo avvertiva come una possente corrente di vita lo pervadesse ad ogni respiro. In quei tempi a tale corrente venne dato il nome di prana. Il prana poteva essere la chiave per risvegliare forze basali ancora piú potenti e liberatorie che staccassero l’uomo dal mondo sensibile e lo riconducessero alla sua originale condizione di Spirito.
Ora, essendosi modificati i veicoli occulti che compongono l’uomo, tentativi in tal senso lo legano ancor piú alle condizioni fisico sensibili: il prana non è percepito e rimane solo il respiro inteso come somma di sensazioni del torace che si dilata e contrae. Ora spetta ad una forza, che in tempi antichi era del tutto secondaria, a essere ciò che può liberare le forze spirituali addormentate nell’uomo. Questa forza è il pensiero. Va chiarito che non si indica il pensiero divenuto pensiero delle cose: atto già compiuto, pensiero estinto, ma il pensiero che viene prima: il pensiero che pensa se stesso: antece- dente la propria alienazione. Il pensiero che pensa se stesso è, per sua natura, “libero dai sensi”, dunque non vincolato alla corporeità. In questa eccezionale condizione ridiventa possibile il rapporto consapevole con le forze primigenie che hanno costruito la struttura umana: il prana, ora percepito nuovamente, è la luce della vita che fu agli albori del tempo.

Torno, giuro che torno, così da poter rendere visibile.. l'invisibile..ciao a dopo

Allora aspetto che torni per rispondere.
Ciao.

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