Re: Zecharia Sitchin: la teoria

Inviato da  redna il 27/7/2009 8:23:31
Citazione:
sarebbe bello vedere la rappresentazione... non so cosa sia la shem.an.na ma effetticamente é accadico e significa 'in nome di anu' o secondo sitchin 'la nave celeste'. Se é di forma conica rientra perfettamente nel significato che Sitchin da a Shem come di navicella, visto che questa accezzione deriva dai famosi kudurru conici.


Secondo Laurence Gardner shem.an.na significa pietra che volge in alto.

una rappresentazione del pane conico



La Stele di Nakht dove il Dio Shu dirige lo scettro Uas+Ankh verso gli occhi della Regina Hat- Shep-Sut (all'estrema destra). La regina offre un "pane conico" con la mano destra e tiene nella sinistra la "Ankh": era forse divenuta come gli Dei?



Il "M-f-Ka-t" in una iscrizione (letto da destra a sinistra).


stele di Sebekhotep
il tesoriere Sebekhotep porta la shem.an.na dalla caratteristica forma conica.
Lui e la dea Hator rendono omaggio al faraone Amenhotep III.



Un sigillo sumero che mostra sia l'Albero della Vita (sotto) che il "Gish. Til." (sopra).

Per comprendere il significato di Gish.Til:
http://www.edicolaweb.net/am_1237.htm

Secondo lo scrittore e sumerologo Zecharia Sitchin, ("Astronavi sul Sinai", pagina 159, 226, 231, 239) la Dea Hathor egizia corrispondeva alla sumera Nin-Har-Sag = "Signora delle Vette Montuose", che era rappresentata con l'aspetto di mucca, con le corna sulla testa, ed associata alla Palma da Dattero. Questi erano tutti attributi tipici di Hathor nell'Antico Egitto. La Palma da Dattero era presente come raffigurazione della Vita Ultra Terrena, visualizzata come un "Albero della Vita", sia nel "Libro dei Morti" dell'Antico Egitto, che in sigilli sumeri, dove era chiamata: "Gish.Til.".
Ma questo Gish.Til. era anche un oggetto fatto artificialmente, per cui poteva essere anche tradotto come l'"Oggetto che dà la Vita". In questo senso era molto simile, come funzione, all'Ankh degli Antichi Egizi, ed in taluni antichi sigilli sumeri, tra l'altro, ne è stata trovata anche una raffigurazione che conferma questa somiglianza.
Nin-Har-Sag risiedeva nell'Har-Sag, nel Sinai meridionale ("Guerre atomiche al Tempo degli Dei", pagina 140 e 288) non molto distante da Bad-Gal-Dingir = "Il grande luogo fortificato degli Dei" (Dur- Mah-Ilu in accadico).
Gilgamesh, l'eroe epico sumero-babilonese che cercava freneticamente l'eterna giovinezza, si rivolgeva così al Dio Sin, da cui la Penisola del Sinai prende il nome, che lo interrogava sulla sua destinazione: "Al luogo dove gli Dei ringiovaniscono i miei passi sono diretti".
Ma il Sinai era conosciuto, a quanto afferma Sitchin, come "Til.Mun." = "La Terra di chi Vive (in eterno)" e, più comunemente, come la "Terra dei Viventi".
Molto ricca in giacimenti di rame e miniere di pietre preziose, questa Terra era adiacente a "Ma.Gan" = Egitto, e non troppo distante da "Meluhha" = Nubia, Etiopia.
Era inoltre racchiusa tra 2 "acque": il Golfo di Aqaba e quello di Suez.
Una iscrizione del Re assiro Esarhaddon riporta: "Ho calpestato Arza (la Palestina od il Retjenu degli Egizi, come abbiamo detto in precedenza) al Ruscello d'Egitto (Wadi El Arish). Ho messo in catene il suo Re Asuhili.
Ho imposto tributi a Qanayah, Re di Til.Mun."
Il nome "Qanayah" ricorda in modo chiaro i "Queniti", altro nome biblico dei Madianiti, che costituivano la Tribù di Ietro, ed erano presenti nell'Esodo Biblico.
L'idea di vedere "Til.mun." come un luogo dove la Vita è quasi Eterna ci viene confermato inoltre da un'iscrizione sumera che afferma: "Tilmun; Dove la donna anziana non dice: Sono vecchia. Dove l'Uomo anziano non dice: Sono vecchio."
Un'antica tavoletta sumera inoltre racconta: "L'Harsag ti fornirà l'aroma degli Dei, ti fornirà i filoni scintillanti, le miniere ti daranno rame e stagno come tributo."
Davvero singolari sono le similitudini tra "Gli Aromi di Shesmet" dei Testi delle Piramidi e "l'Harsag ti fornirà l'aroma degli Dei" di questa tavoletta. C'erano quindi elementi culturali comuni tra gli Egizi ed i Sumeri, estrinsecati a proposito del Sinai e di Serabit el Khadem!
Il riferimento ad una zona mineraria ed ad odori particolari (fumo di fornace?) sembra inequivocabile.
Si trattava forse proprio del Tempio di Serabit el Khadem?
Non dimentichiamo poi che il nome di "Hathor" è composto dal geroglifico del "Santuario" = "Hat" e da quello del "Falco". La pronuncia originale del "Falco" è diventata tardivamente "Hor" o "Horus", ma, come viene dimostrato dalle due Divinità grecizzate di Arpocrate = Horus il Giovane ("Har Pa Kered" in geroglifico ) ed Armachis = Horus nell'Orizzonte ("Har m-Akhet" in geroglifico), la probabile pronuncia del geroglifico di "Falco" era proprio "Har".
Questo nome è quindi identico all'"Har" della Dea Sumera Nin-Har-Sag.
Leick (Inanna) ci dice che la Dea sumera Inanna era chiamata "Signora del Cielo", (Munus.zi.) la "Donna che fornisce Vita e Sostentamento", ma era soprattutto (u.sun.zi.an.na) "la venerata Vacca Celeste". Questa epiteti e titoli religiosi costituivano comuni attributi anche della Hathor egizia.
Certo è che Hathor, come ci dice Deborah Vischak (Hathor), veniva spesso rappresentata come una "vacca d'oro", che accoglieva il Sole (il Dio Ra). Il Sole spesso nell'Antico Egitto sorgeva tra due Sicomori a Iunu (Eliopoli), una città sacra per gli Antichi Egizi. I Sicomori, poi, erano alberi sacri ad Hathor. Il capitolo 109 del "Libro dei Morti" afferma: "Due Sicomori di Turchese si ergevano come cancelli orientali del Cielo".
Tuttavia, dall'analisi di Sitchin, emerge come connesso al Sinai, e presumibilmente alla zona di Serabit el Khadem, vi fossero un gruppo di esseri divini in possesso di una tecnologia superiore, in grado, fra l'altro, di controllare e di allungare la Vita umana.
Curiosamente anche altre fonti, come vedremo, parlano in vario modo ed in epoche diverse di questo argomento, connesso con il Sinai.

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La parola Graal deriva dall'antico mesopotamico Gra-al, il "nettare della suprema eccellelnza"oppure "l'oro degli dei". I corpi di luce (il ka) degli antichi sovrani sumeri venivano alimentati con questa sostanza, poi sostituita In Egitto Babilonia e Assiria dalla "pietra che volge in alto", la shem.an.na, la mfkzt, la bianca polvere d'oro.
L.Gardner : I segreti dell'arca perduta - pag. 232

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