Re: Quale lingua per l'Europa?

Inviato da  giulio957 il 18/3/2006 12:42:24
Tratto da: http://www.linguaggioglobale.com/fattidavoi/articoli/Esperanto/esperanto.htm

"Esperanto", lo sappiamo tutti, è un termine che è entrato nel linguaggio comune come sinonimo di strumento neutrale di collegamento, di ponte fra due o più diversità.
Questa è l'essenza di questo strumento linguistico ausiliario.
Esso è un aiuto a nostra disposizione per capirsi quando non lo si può fare altrimenti.
Pensiamo all'Unione Europea: è sancito che tutte le lingue abbiano pari dignità ed è chiaro a tutti che la diversità è un patrimonio da conservare e diffondere. Ecco perché in certi contesti l'esperanto può avere ancora oggi, nell'epoca dell'anglofonia, un ruolo importante, anzitutto nel nostro
continente: esso rappresenta un comodo passepartout semplice da imparare e da usare quando non si hanno le chiavi principali.
Niente a che fare con utopie o sogni.
Definita erroneamente lingua artificiale (il termine corretto da
un punto di vista scientifico è caso mai lingua pianificata), l'esperanto è da intendersi specificamente come lingua per un uso internazionale e interculturale.
L'esperanto risulta essere una lingua viva, utilizzabile anche oggi in rete o fra le persone che la coltivano. Attraverso essa, come per le lingue naturali, si può esprimere quello che pensiamo, sentiamo, studiamo.
Il problema principale dell'esperanto è che è una lingua pericolosa, ed è pericolosa proprio perché funziona. E questo è scomodo a molti, soprattutto a chi trae vantaggio da avere una posizione dominante.

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