Re: Mozart fu un mito costruito?

Inviato da  Nomit il 24/5/2013 14:31:23
Questo articolo, Jupiter tra illuminatismo e classicismo viennese, parte dal descrivere l'ordine degli illuminati per poi trattare dell'operazione che avrebbero compiuto per far prevalere la scuola viennese allo scopo di assumere il controllo di arte e musica, ritaglio alcuni pezzi.

Il quartier generale degli illuminati era Monaco di Baviera, nome in codice Atene. Anche alle città erano attribuiti nomi segreti ad esempio Vienna era Roma, il caput mundi. Ingolstadt era Efeso o Eleusi. Un nome in codice era dato anche agli stati e ai mesi dell'anno (novembre era Abenmeh); nei loro scritti utilizzavano sistemi numerici e geroglifici per non farsi scoprire. [...]

Altri messaggi però si possono cogliere dagli scritti di Weishaupt e dalle opere pubblicate nella tipografia clandestina del barone De Bassus di Poschiavo: il razzismo nei confronti degli ebrei, il desiderio di rivalsa del popolo germanico contro la "mollezza del Mezzogiorno" e in campo musicale
la volontà di creare una tradizione austriaca e tedesca da contrapporre alla moda italiana, imperante a quel tempo in tutte le corti d'Europa. […]

Di questo contesto, vogliamo analizzarne una parte, relativa agli illuminati, che ambivano a controllare i mezzi di comunicazione d'allora, soprattutto la musica teatrale, considerata, come oggi il cinema o la televisione, uno strumento essenziale di potere e d'educazione delle masse. Anche la musica, come la letteratura, la poesia, di pertinenza dei Sacerdoti Minervali, ognuno esperto d'un settore, doveva servire al trionfo di Vienna (cosiddetta "Roma", il nuovo caput mundi) contro lo strapotere dei musicisti italiani. […]

Il mito della scuola viennese va ridimensionato e inserito nel giusto contesto dell'anacronismo politico degli illuminati, che vollero restaurare in epoca moderna l'età dell'oro perché predominasse Jupiter, cioè l'Aquila imperiale austriaca.[…]

Queste attribuzioni improprie provano un'operazione, che potremmo battezzare "Jupiter", e che profittava della mancanza dei diritti d'autore per esaltare la scuola viennese. […]

Negli anni Ottanta Mozart cominciò pure a tenere un elenco delle sue opere, delle quali parla a volte in terza persona, dicendo che a lui hannno fatto bella impressione, e cercando il giudizio di altri, o confessando di non ricordarne neppure una nota.
Cambiò improvvisamente stile, cosa che i biografi in genere gli riconoscono, e iniziò a comporre con cantabilità tutta italiana, nella quale si sentono anticipazioni d'un linguaggio beethoveniano. [...]

A proposito di Mozart, Johann Simon Mayr, suo contemporaneo e pure illuminato, non aveva una grande considerazione. Mayr conferma "che non sempre quello che primo stampa, delle cose pubblicate è il primo Autore". […]

"Mozart - scrive Mayr - fu "un grande genio Allemanno, quasi sconosciuto alla sua stessa patria, mentre vivea, le di cui produzioni drammatiche si resero note, e vennero apprezzate nel Paese ... soltanto dopo un corso di 30 anni. Mozart fu, se non il vero creatore, certamente quello, che formò lo stile armonico ... per via delle copie e della stampa delle sue opere drammatiche" (Rossini, scritto autografo di Mayr, 1821-22, Biblioteca Angelo Maj, Salone 9-6/1, Bergamo).
Per Mayr, Mozart non fu un "vero creatore" come lo fu il musicista Paër. Mozart, per lui, s'attenne pedissequamente al modello italiano che l'aveva preceduto. […]

A proposito di Mozart invece sentenziò nello Zibaldone che il Salisburghese è
"uno solo nel suo Requiem" (Zibaldone, p.19). Il Requiem infatti è stato scritto a più mani, ma soprattutto da altri e non da Mozart![...]

Proprio dall'archivio di Bonn, detta in codice segreto "Stagira" (nella Provincia detta "Etiopia", nella Regione detta "Macedonia"),
covo di illuminati e centro di potere, fu Neefe a curare con altri l'inventario del fondo del Maestro di Cappella Andrea Luchesi di Bonn, profittando della sua assenza.

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=48&topic_id=3787&post_id=235546