Re: Zecharia Sitchin: la teoria

Inviato da  S.Gatti il 19/3/2009 6:51:04
A PROPOSITO DELLE DUE DISTINTE FASI ORBITALI DI NIBIRU.
(cerchiamo di accontentare Cassandra …)

Citazione:

Sitchin non dice niente in merito... non ho una risposta... nemmeno personale perchè onestamente non concordo con il ragionamento fatto...
sopratutto non sapendo molto del periodo orbitale e delle angolazioni, della velocità a cui viaggia etc , non penso che abbia senso specularci sopra.

Mi confermi quello che io sospettavo, cioè che Sitchin non si è applicato molto, o meglio non ha trovato i materiali relativi alle fasi orbitali del pianeta Nibiru. Eppure questo è un aspetto assai importante, perché potrebbe gettare un fascio di luce su alcune questioni ancora aperte. Ad esempio: quale quadrante di cielo puntare coi cannocchiali per poter osservare Nibiru? Oppure, potrebbe chiarire alcuni passaggi storico-sociali sulla Terra, che sino ad oggi non sono stati focalizzati sotto la giusta luce. Infatti abbiamo visto, anche leggendo gli ultimi post, che molte date sono ballerine.
Da Sitchin noi sappiamo che in origine NIBIRU ARRIVO’ DA SUD, dal cielo australe. Attraversò il nostro piano di eclittica, con una angolazione di 30° rispetto al medesimo, entrando nel cielo boreale. Avrebbe continuato per la sua via, perdendosi nell’universo, ma subì l’attrazione del sole e tornò indietro, integrandosi a tutti gli effetti nel nostro sistema solare.
Ora appunto, la questione era: in quali proporzioni la sua orbita si divide fra cielo boreale e cielo australe? Sitchin dà una netta prevalenza alla fase australe: l’orbita del pianeta si sviluppa principalmente nel cielo meridionale.
Una possibile conferma a questo dato ci arriva dalle principali tradizioni in giro per il mondo. Le tradizioni si esprimono in termini mitici, e usano i simboli quali mattoni per la comunicazione. Come ha scritto il filosofo contemporaneo Franco Campegiani: “I simboli sono quantomai reali, e stabiliscono delle concrete relazioni”.

Dunque, in tutte le tradizioni è presente una strana figura mitica, L’ALBERO COSMICO. Messo in conto il fatto che a volte questo Albero Cosmico è riferito all’asse terrestre, in altri casi appare evidente che sia stato riferito a qualcosa di molto, molto più grosso. Subito ci arrivo, ma prima sentite la descrizione MITICA:
“L’Albero cresce molto più in alto delle montagne più alte, e anzi è composto da due Alberi, che quindi in realtà sono un Albero solo. Uno dei due Alberi cresce verso l’alto, l’altro cresce verso il basso. Quest’ultimo è più alto dell’altro di un cammino di 500 anni” (si veda la figura).
Molto enigmatica, molto criptica questa descrizione, ma forse mica tanto. Intanto, il termine “crescere” dà l’idea di
UN QUALCOSA IN MOVIMENTO. Poi, se noi sostituiamo la parola ALBERO con ORBITA DI NIBIRU, che cosa ne esce fuori? Ne esce fuori UNA ORBITA CHE SI DIVIDE IN DUE TRONCONI. Va da sé che la discriminante fra i due tronconi è il nostro piano di eclittica … IL TRONCONE MERIDIONALE, CIOE’ LA FASE ORBITALE A SUD, E’ PIU’ LUNGA DI UN CAMMINO DI 500 ANNI RISPETTO ALL’ALTRA.
Se le cose stessero così, siccome noi sappiamo con discreta certezza che l’anno di Nibiru corrisponde a circa 3.600 dei nostri anni, ecco che avremmo determinato la durata delle sue distinte fasi:
la fase nel cielo boreale durerebbe 1.550 anni, la fase nel cielo australe durerebbe 2.050 anni. Questa ripartizione, che ci viene riportata dai miti, fa infatti salva la distinzione postulata di 500 anni fra le due fasi.
Fra l’altro, nascerebbe una nuova riflessione sul fatto che i passaggi di Nibiru nei pressi della Terra avverrebbero a periodi alterni di 1.550 e 2.050 anni, con tutto ciò che ne deriva in termini di contatto di civiltà con il nostro pianeta.

A questo punto, qualcuno potrebbe obiettare che i miti sono favole, quindi sono tutte fesserie, ecc. ecc. Al che io risponderei che noi sbaglieremmo a pensarla così, visto che i Sumeri per primi (e per loro gli Anunnaki) hanno usato il Mito ed i simboli ad esso correlati a piene mani, sia nella loro cosmogonia, sia successivamente per descrivere fatti storici. E aggiungerei che autorevoli studiosi moderni hanno dimostrato che il Mito in realtà è un linguaggio scientifico, ecc. ecc.

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