Titoli di studio & Titoli da leggere, ovvero cultura & Cultura

Inviato da  AG il 4/1/2006 10:58:58
Ciao a tutti…
Nel leggere LC ho sempre apprezzato moltissimo anche il corretto uso della lingua italiana da parte degli iscritti (oltre ovviamente ai contenuti…)
Quando mi ci sono avvicinato la prima volta lo avevo trovato un po’ arduo, ma poi ho compreso che le tematiche affrontate non possono essere svilite da un linguaggio semplicistico.
Ciononostante recenti discussioni, nonché il progressivo (e benedetto) aumento del numero dei frequentatori, mi ha portato a pensare che una maggiore schematizzazione dei concetti potrebbe avvicinare ulteriormente altre “anime inquiete”.
Capisco bene che ognuno ha il proprio stile di scrittura per esprimersi e che da “schematizzazione” a “generalizzazione” può esserci un passo falso troppo breve, quindi questo mio post non è un appello alla banalizzazione…
…in effetti non è nemmeno un appello…
E’ che a volte, di fronte a certi commenti, non posso fare che tanto d’occhi e levarmi il cappello in segno di ammirazione perché denotano senz’altro una cultura che personalmente invidio, o che se non invidio comunque mi affascina.
Ben consapevole quindi che il “pezzo di carta” non è uno specchio reale dell’intelligenza di ognuno e confidando che questo dato non debba dare adito a discriminazioni, volevo semplicemente fare una specie di censimento degli iscritti. Tanto per capire come stiamo messi, scolasticamente parlando…
Se poi la cosa turba la privacy del vostro nick, potete sempre non rispondere…

Comincio io…
Io sono diplomato in chimica (52/60), con specializzazione conciaria (mi perdoneranno gli animalisti, ma forse anche no…)
Sono figlio del promesso “milione di posti di lavoro” ed infatti ho trovato un’occupazione proprio nel 1994; siccome poi l’Italia più dell’America è il Paese Delle Opportunità, mi ritrovo allo stato attuale a svolgere mansioni di magazziniere tuttofare in una minuscola ditta che produce guarnizioni in gomma per i freni a disco delle auto tedesche…



Quel che segue è scritto in modifica messaggio perchè la discussione ha preso una piega più divertente, a cui volentieri partecipo, segnalando cinque titoli che vale la pena leggere....

Difficile non cadere in ripetizioni...
Restando nella narrativa direi:
1) "Sostiene Pereira" di Antonio Tabucchi (forse il vero giornalismo è oramai solo nella finzione romanzata...);
2) "La storia" di Elsa Morante (più che un libro un Maestro di umanità...);
3) Tutta l'opera di Pirandello: romanzi, novelle, teatro (perchè adoro i paradossi e perchè la vita è paradosso);
4) "Il processo" di Kafka (perchè quando lo lessi non potevo immaginare che l'opprimente sensazione di claustrofobia e di predestinazione di cui era pervaso sarebbe stata la mia condizione naturale nel mondo post 9/11);
5) "Io sono leggenda" di Richard Matheson (perchè qualcosa mi accomuna al protagonista: unico uomo in un mondo di vampiri...).

...e tanti altri ancora...

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