logica, questa sconosciuta.

Inviato da  a_mensa il 23/8/2010 6:55:14
Logica, questa sconosciuta.
In molti post, di svariati thread , ma soprattutto quello sul voto/non-voto, che mi ha particolarmente appassionato, ho avuto modo di constatare come la “logica” sia un processo mentale personale.
Se nelle scienze esatte, essa ha un significato, questo significato applicato in altri campi perde il suo valore naturale per assumerne altri , che con la logica nulla hanno a che fare.
Ad esempio uno dei significati è : non è discutibile.
Oppure : intuitivamente vero.
Inoltre si fa riferimento sovente a due tipi di logica: una strettamente personale, ad esempio “la mia logica” o ”la tua logica”; ed una assoluta, oggettiva quando la si nomina senza aggettivi possessivi.
Ha senso ?
Dal Devoto-Oli ricavo:
logica = 1) in filosofia, lo studio delle funzioni proprie della struttura e dell’attività del pensiero in se, oppure dei procedimenti seguiti dal pensiero in riferimento ai diversi contenuti cui può applicarsi . 2) la configurazione di un fatto e di un fenomeno, in relazione al rapporto di interdipendenza tra i suoi elementi costitutivi. 3) modo di ragionare o di vedere le cose. 4)consequenzialità e coerenza di idee, di argomentazioni.
Se facciamo riferimento ai punti 1 e 2 la logica dovrebbe apparire assoluta, oggettiva, che deriva dagli studi ormai accettati di filosofi che a tale materia si sono dedicati e sono, almeno dalla maggior parte delle persone, accettati come validi.
Se invece facciamo riferimento ai punti 3 o 4 allora ha molto senso parlare di logica individuale in quanto ragionare, vedere le cose, le idee, sono squisitamente personali.
Quindi, se si intende il significato oggettivo, quando la si richiama, bisognerebbe anche dire a quale dei passaggi dimostrati e di quale filosofo ci si riferisce, se invece il significato è quello soggettivo, sarebbe opportuno dare prima un quadro, anche sintetico, di quelli che sono i punti fondamentali (gli assunti) su cui si basa la propria “logica”.
Tanto per intenderci faccio un esempio mutuato dalla geometria.
Se intendo parlare di figure che stiano su un piano, la somma degli angoli interni di un triangolo è sempre 180°, ma se intendo il piano come la superficie di una sfera di raggio infinito, e quindi ragiono come se le figure si trovassero sulla superficie di una sfera, allora tale somma diventa indeterminata.
È un esempio banale, ma necessario per far comprendere come la premessa condizioni logicamente quanto segue.
Ora, io per comodità, come leggo la parola “logico”, da cui discende il “dimostrare” come processo logico, faccio istintivamente riferimento al processo usato in geometria analitica, dove, partendo da alcuni assunti non dimostrabili ma veri intuitivamente, si attiva un ragionamento per cui, usando quanto già accettato preventivamente, e mostrando l’analogia con quanto si vuole dimostrare ( o parte di esso) si trasferisce la conclusione già appurata, al nuovo soggetto.
Diventa per me evidente, facendo riferimento a questo processo, come la logica sia personale, essendo gli assunti frutto della propria storia e delle proprie esperienze.
Deriva inoltre la necessità, o almeno la buona abitudine, di esplicitare a quale complesso di assunti si fa riferimento.
Ogni cultura ne ha un certo numero, ogni religione, ogni filosofia, ecc.. per cui , ad esempio, una persona che premetta in una discussione :”io sono cattolico” notifica agli interlocutori una gran serie di informazioni sulle sue credenze e modi di ragionare.
Ma questa è la mia abitudine. Derivata dal tipo dei miei studi, dalle mie esperienze. Chi arriva da studi più classici, sarà portato a far riferimento a filosofi, e, questo fatto , complica leggermente la discussione, perché di volta in volta che si considera una affermazione “logica” andrebbe appurato a quale logica fa riferimento chi la pronuncia.
Morale: userei tale parola sempre e solo parlando con persone che conosco molto ma molto bene, per cui ho già avuto modo di appurare a quale tipo di costruzione mentale fa riferimento.
Con le altre, di fronte ad asserzioni non condivisibili, cercherei solo di risalire nei suoi riferimenti, fino a capirne gli assiomi, tanto per determinare se è una persona con la quale vale la pena di iniziare una discussione, oppure no.

Di qui la mia perplessità su cosa significhi per l'interlocutore la parola "dimostrare", essendo tale parola la applicazione operativa della propria logica.
Accetto ogni tipo di osservazioni in merito.

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