Re: logica, questa sconosciuta.

Inviato da  temponauta il 23/8/2010 13:08:38
Citazione:

a_mensa ha scritto:
Inoltre si fa riferimento sovente a due tipi di logica: una strettamente personale, ad esempio “la mia logica” o ”la tua logica”; ed una assoluta, oggettiva quando la si nomina senza aggettivi possessivi.
Ha senso ?
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Ma questa è la mia abitudine. Derivata dal tipo dei miei studi, dalle mie esperienze. Chi arriva da studi più classici, sarà portato a far riferimento a filosofi, e, questo fatto , complica leggermente la discussione, perché di volta in volta che si considera una affermazione “logica” andrebbe appurato a quale logica fa riferimento chi la pronuncia.
Morale: userei tale parola sempre e solo parlando con persone che conosco molto ma molto bene, per cui ho già avuto modo di appurare a quale tipo di costruzione mentale fa riferimento.
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Accetto ogni tipo di osservazioni in merito.



Secondo la mia opinione questa impostazione del concetto di logica è limitativa e, in prospettiva, fuorviante.
A livello di pensiero, la logica non è altro che l'esplicitazione della legge dominante di questa dimensione in cui esistiamo, e precisamente il PRINCIPO DI CAUSA - EFFETTO.
In questo mondo, infatti, non è possibile invertire i due fattori: essi sono tali perchè esiste la consecuzione, ovvero l'apporto di un sub-fattore energia/moto che in un certo tempo, anch'esso vettoriale e non direzionabile al contrario, consente il "passaggio" dalla causa all'effetto.
Senza questo "dinamismo" tutto sarebbe immobile e, di fatto, inservibile.
La logica uso lo stesso schema: parte da uno o più fattori precostituiti e arriva a una conclusione.
L'energia viene fornita dai processi mentali che, attraverso meccanismi analitici, deduttivi e induttivi (la diferenza è data dalla qualità/quantità di elementi da cui si parte), forniscono un pensiero "lavorato" e, probabilmente, personalizzato in base al proprietario della mente.
Ma anche la logica stringata e puramente matematica degli elaboratori usa lo stesso schema, se si pensa alla legge fondamentale di Von Neumann (input - elaborazione - output).
Con questo abbiamo capito prima di tutto che la logica è una SEQUENZA, che la differenzia da altri movimenti (materiali e mentali) in cui non si può ravvedere tale sequenza (caos, disordine).
Sequenza che poi si lega al concetto di ORDINE.
Per cui il primo modo di stabilire se esiste una logica è verificare che vi sia un ordine concettuale, per cui la sequenza tra premessa e conclusione è immediatamente evidente, o comunque spiegabile senza troppe difficoltà.
Premesso questo diciamo che la logica umana può lavorare su due macroaree fondamentali: l'ESPERIENZA e la CONOSCENZA.
L'esperienza è tipicamente personale: se io mi sono bruciato con il fuoco la logica mi impone di non mettere mai più la mia mano sul fuoco.
Ma può basarsi anche sulla esperienza altrui di cui si è stati testimoni diretti: insomma è necessario che siamo stati parte integrante della premessa per arrivare alle conclusioni (testimoni diretti).
La conoscenza è invece tipicamente il prodotto di una serie interminabile e interconnessa di pensieri, la cui validità è stabilita per CONVENZIONE.
Che il fuoco bruci, anche se non l'ho mai visto, è talmente conosciuto che, "per convenzione", viene accettato comunemente: insomma lo si da per scontato.
Tutte le principali scienze, ma in genere ogni branca della cultura e del sapere, è ormai inquadrata nell'ambito di una convenzione, che ha lo scopo di renderla accettabile senza dover nuovamente spiegare tutti i passaggi della logica che hanno prodotto i risultati accettati.
La logica che adotta o replica i processi logici "convenzionali" sarà sempre ritenuta non in contraddizione con la conoscenza prevalente (o di sistema) perchè non pone in crisi i principi con i quali questa viene eletta a convenzionale.
Ma la convenzione è verità assoluta o, come dice il termine, è un qualcosa che riceve valore solo perchè comunemente accettata?
Lo stesso dicasi per l'esperienza.
Sono tutte indistamente uguali, o qualcuno può maturare esperienze "non convenzionali" che comunque realmente accadono?
In entrambi i casi (conoscenza ed esperienza non convenzionali) il processo logico applicato è lo stesso (vedo con gli occhi, ascolto suoni, ecc.) ma i risultati non sono più catalogabiil come convenzionali, e magari lo saranno solo se aumenterà il numero di persone che li riterrano tali.
Per cui prima di dire che uno è illogico, bisogna prima stare attenti a non cadere nell'equazione illogico=non convenzionale>sbagliato.
Questa sì che è veramente illogica.

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