Re: logica, questa sconosciuta.

Inviato da  Makk il 27/8/2010 23:50:50
Altra barzelletta:

Vai da un ingegnere e a bruciapelo: "quanto fa 6x6?"
Istantaneo: "36"

Vai da un fisico "quanto fa 6x6?"
Quello fa per rispondere, ma poi ha un'esitazione. Si concede 30 secondi di riflessione e poi "le probabilità che non faccia 36 sono infinitesimali"

Vai da un matematico "quanto fa 6x6?"
Quello ti guarda titubante. Comincia a riflettere. Prende tempo "hai detto 6x6 vero?". Conta sulle dita, borbotta, poi perde ritegno e comincia a scrivere nell'aria su una lavagna immaginaria. Dopo un quarto d'ora di manfrina sorride. Ha la risposta:
"Sì. 6x6... esiste!"
E se ne va soddisfatto.
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La barzelletta serve per introdurre il concetto che, anche in logica, la sicurezza dell'ingegnere è utile in certi ambiti, la prudenza del fisico lo è in altri, la capacità di astrarsi del matematico lo è in altri ancora.

Fra le "armi" della logica ci sono gli operatori che permettono di costruire gli enunciati.
Gli operatori booleani ("and", "or", "not" e loro combinazioni) sono l'equivalente degli operatori matematici +, -, x, :
I risultati delle operazioni logiche si esprimono con "vero" e "falso".
Questo è suggestivo per la tesi che la logica sia oggettiva e porti a discernere il vero dal falso.

Però tanto nella logica quanto nella matematica c'è molta capacità di astrazione. E la coppia vero/falso risulta inadeguata a restituire il senso di un'operazione logica.
La costruzione corretta (= logica) dell'enunciato, non garantisce un brutale "vero" piuttosto che "falso", e si preferisce usare espressioni più prudenti come "enunciato di successo" o "efficace", coi relativi opposti (sebbene le formule continuino ad essere espresse con vero/falso). Dopotutto si parla di enunciati e di come veicolano contenuti.

Senza contare che proprio i matematici studiano (da oltre 50 anni ormai) le implicazioni della "Fuzzy Logic" (logica nebulosa, offuscata), che prevede e riesce a imbrigliare in formula risultati intermedi e molto flessibili come "non del tutto vero" "quasi falso" etc

I suggerimenti di temponauta sulla componente adattiva (intesa come combinazione di istitnto di sopravvivenza individuale e volontà di sopravvivenza di specie) della logica introducono anche altre variabili.
Esempio: le strategie che si dimostrano idonee a garantire la sopravvivenza dell'individuo/specie sono sintomo di logica anche se messe in atto da uin animale!?

Che dire poi della "intelligenza emotiva"? Anche a questo temponauta ha accennato. E apre altri dubbi ancora.

O della teoria semiologica dei "tratti pertinenti" (noi elaboriamo sulla base di una minima quantità di componenti dell'oggetto di studio/riflessione, quelli che ci interessano qui e dora, ignorando la stragrande maggioranza delle caratteristiche dell'oggetto). Come e quanto la logica supplisce al fatto che scartiamo così tanta roba?

O quella psicosociologica dell'orizzonte cognitivo (noi abbiamo un sistema di riferimento/orientamento che ci permette di decodificare la realtà, ma ce lo siamo costruito maturando esperienza e interagendo coi nostri simili e nella nostra cultura: vagamente condividiamo l'orizzonte cognitivo solo con quelli che hanno le nopstre stesse esperienze, in realtà ognuno di noi ce l'ha diverso come le impronte digitali). Quanto la logica viene inlfuenzata dall'orizzonte cognitivo e quanto viceversa?


Come nella barzelletta:

La logica è oggettiva.
Le probabilità che non sia oggettiva esistono.
La logica esiste. Affermare anche solo questo è già un'acquisizione

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