Condivido l’intento che ti ha mosso a scrivere queste righe, quasi come a ricercare quel punto di equilibrio nascosto nei ricordi dei nostri vissuti.
Si dice che spesso cerchiamo “all’esterno” di noi ciò che più ci manca…..
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Ed ecco quindi, che mi torna in mente un episodio, un quadretto carino, che voglio condividere qui:
Tempo fa a casa di mio padre è giunto un agnellino.
Si era smarrito. Mio padre si chiedeva da dove fosse arrivato, dato che nelle vicinanze non ce ne sono di allevamenti (nemmeno a livello familiare).
Dopo un primo momento di sconcerto, non ha esitato e ha condotto l’agnellino nella sua piccola stalla, insieme agli altri animali….lì dove padroneggia un pastore abruzzese, il suo pupillo.
Il cane s’è subito mostrato entusiasta della “new entry” ed in poche parole stanno sempre insieme. Quando mio padre lascia uscire il cane per farlo scorazzare su e giù e fargli ritrovare il suo territorio, l’agnellino bela a più non posso e si cheta solo quando lo vede rientrare.
Mio padre li osserva incantato.
Calvero, la mia è una sincera preghiera affinchè la parola dolcezza non venga dibattuta: sarebbe come sviscerarla del suo significato più intrinseco e “misterioso”.
A presto.
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