Re: La Nuova Cronologia di Anatolij Fomenko

Inviato da  MrStewie il 12/4/2014 9:50:25
Citazione:

polaris ha scritto:
Citazione:
Tra l'altro ho letto da qualche parte che gli errori dell'Almagesto di Tolomeo sono noti agli astronomi da lungo tempo quindi Fomenko non è il primo ad accorgersi della faccenda.


Autori che secondo Fomenko hanno criticato la Cronologia di Scaligero e Petavio:
De Arcilla (XVI secolo); Sir Isaac Newton (1643-1727); Jean Hardouin (1646-1729); Peter Krekshin (1684-1763); Robert Baldauf (late XIX); Edwin Johnson (1842-1901); Nikolai Morozov (1854-1946); Wilhelm Kammeyer (late XIX-1959); Immanuel Velikovsky (1895-1979).


Citazione:
Sono sempre più convinto che il corso della storia sia dominato dai cicli temporali descritti da Vico, Jung e dalla Tradizione esoterica. In certi momenti storici compaiono personaggi che incarnano gli archetipi fondamentali.


Bisogna suddividere in due le domande principali sul lavoro di Fomenko. Ammettendo che il suo metodo sia valido, allora:
1) come cavarsela con quei parametri difficilmente falsificabili (la datazione al carbonio dei reperti, oppure la presenza di lingue diverse il cui sviluppo è intrinsecamente legato alla cronologia attuale, etc.)
2) cosa veramente è successo prima dell'anno 1000 DC.

Risposte alla seconda domanda sono speculazioni filosofiche al di fuori del lavoro di Fomenko. Sono però di assoluto interesse, proprio considerando che non ci sono fonti affidabili che ce lo possano dire. A questo riguardo, ed a sostegno della ciclicità della materia, la recente scoperta sui buchi neri è piuttosto interessante:

http://youtu.be/NsbZT9bJ1s4

Si rischia di finire in supercazzola e di allargare troppo l'argomento, ma il principio che viene stabilito è quantomeno interessante. Dunque, la scoperta di questi 4 fisici (+ Stephen Hawkins) sarebbe che l'universo è una proiezione olografica dei buchi neri, e che la terza dimensione spaziale è virtuale (figuriamoci una quarta come il tempo...). Sottolineo che non parlo di "4 amici al bar che volevano cambiare il mondo", ma di un gruppo di fisici di cui un Nobel. Gente appartenente al sistema scienza più ufficiale.
Tutte le "informazioni" che finiscono nei buchi neri, non sono perse, ma rimangono conservate (sebbene si sappia che i buchi neri, ogni tanto, scompaiano, evaporino chissà dove). Dove è contenuta questa informazione? I fisici dicono che è una domanda mal posta (lo direbbe anche Il Quelo), e che non porta da nessuna parte. Ma hanno scoperto QUANTE informazioni possono essere contenute in un buco nero: esse sono proporzionali alla superficie del buco nero. Sono dunque un numero limitato. E, controintuitivamente, secondo loro nella superficie la quantità di informazioni che si possono "stoccare" è superiore a quella di un volume (questa è difficile da mandar giù). L'unità di riferimento è l'area di Planck, uno spazio piccolissimo, e l'uso di matrici. Ne consegue che le informazioni in una superficie: 1) possono essere tantissime, ma hanno un numero finito; 2) la superficie di qualcosa indica il numero massimo di informazioni stoccabili nel suo volume.
Ciò che conta è COME sono disposte queste informazioni. Se considerate uno stereogramma, le info bidimensionali saranno incomprensibili a colpo d'occhio. Se però mettete a fuoco un punto dietro lo stereogramma, ecco che compare la terza dimensione, e le info bidimensionali acquistano un significato (per noi).
Nella teoria dei fisici, proiettando un fascio di luce attraverso un foglio bidimensionale accuratamente ripiegato si genererebbe la terza dimensione. Ovvero la terza dimensione "spaziale" è solo una proiezione delle informazioni bidimensionali.
Dunque, secondo loro l'universo ha una superificie che, per quanto grande, può essere determinata. E le informazioni che ci puoi mettere dentro (all'universo) sono un numero finito. Sempre seguendo la loro teoria, l'universo sarebbe dunque una proiezione olografica dei buchi neri.
Mia aggiunta: se una superficie di un oggetto indica il numero di info del volume dell'oggetto stesso, la superficie della Terra indica il numero di informazioni massime contenibili al suo interno. Per quante possano essere, esse sono un numero finito.
Mi fermo qui per non finire del tutto in OT.

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