I manoscritti sono più recenti di qualche secolo.
Comunque la cosa da fare secondo me sarebbe proprio una datazione indipendente della lingua: si stabilisce come riferimento la lingua attuale e si misura la diversità dei testi da questo riferimento in vari modi, per esempio contando il numero di parole desuete e altri che dovrebbero essere sviluppati da linguisti, paleografi e simili. In questo modo si potrebbe controllare non solo l'effettiva distanza di un parametro dalla lingua di oggi, ma anche la coerenza tra i vari parametri misurati.
La glottologia (detta più modernamente linguistica storica o linguistica diacronica) è la disciplina che si occupa dello studio storico delle lingue e delle loro famiglie e gruppi di appartenenza, delle origini etimologiche delle parole, considerando i loro rapporti e sviluppi in diacronia. Si contrappone alla linguistica descrittiva o linguistica sincronica, che studia lo stato di una lingua in un certo momento (ma non necessariamente la fase attuale). Lo studioso di glottologia è tradizionalmente detto glottologo, ma dobbiamo notare che oggi sono molto più usate, soprattutto fra gli addetti ai lavori, le parole linguistica e linguista.
Gli strumenti principali della glottologia sono l'analisi delle attestazioni storiche e la comparazione delle caratteristiche interne — fonologia, morfologia, sintassi, lessico — di lingue attuali ed estinte. L'obiettivo è tracciare lo sviluppo e le affiliazioni genetiche delle lingue nel mondo, e di comprendere il processo di evoluzione linguistica. Una classificazione di tutte le lingue in alberi genealogici è al tempo stesso un risultato importante ed uno strumento necessario di questo sforzo.
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