Re: global warming, peak oil ed ambiente

Inviato da  ivan il 16/1/2012 22:37:45
Un punto di vista alternativo su questa faccenda del petrolio:

link articolo che confuta la teoria del petrolio non biologico

Citazione:

Di Ugo Bardi - 1 Ottobre 2007
www.aspoitalia.blogspot.com

La teoria standard della formazione del petrolio (e anche del gas e del carbone) dice che questi si sono formati per la graduale degradazione di materia organica in condizioni "anossiche", ovvero in assenza di ossigeno. Questa teoria è provata e straprovata in laboratorio e sul campo; è nota da un buon secolo e rimane ben poco da investigare in proposito. Viene accettata da tutti quelli che lavorano in pratica sul petrolio.

La teoria abiotica è molto più vecchia ma è stata riproposta recentemente da un astronomo (Thomas Gold), da alcuni geochimici russi, .... L'idea vuole che il petrolio si formi per reazione fra carbonio inorganico (carburi?) e acqua ad altissime pressioni nella zona profonda della Terra chiamata "mantello". Una versione leggermente diversa vuole che il petrolio (o comunque idrocarburi) esistano nel mantello fin da epoche remotissime, ovvero fin dalla formazione del pianeta. Secondo la teoria, queste enormi quantità di idrocarburi sotterranei migrano lentamente alla superficie formando i pozzi dai quali oggi estraiamo petrolio e gas

....
Le cose potrebbero cambiare se fosse vero che il petrolio si è formato in enormi quantità nelle viscere del pianeta fin dai tempi remotissimi, miliardi di anni fa. Questo è quello che sostiene la maggioranza degli abioticisti. In questo caso, esisterebbero veri e propri "oceani di petrolio" nel mantello e le nostre disponibilità sarebbero gigantesche; molto superiori a quelle stimate oggi. Ma questo è proprio impossibile e lo è per delle buone ragioni fisiche.

Immaginiamo che sia vero che esistano grandi quantità di idrocarburi sepolti nel mantello da miliardi di anni. Parte di questi idrocarburi devono per forza filtrare gradualmente in superficie attraversando rocce porose oppure per azione dei vulcani. Una volta in superficie, saranno decomposti dai batteri. In presenza di ossigeno i batteri ossidano il petrolio e il metano trasformandoli in CO2. Se esistessero le quantità di petrolio sotterraneo di cui parlano gli abioticisti, e se veramente queste filtrassero in superficie, nell'arco di qualche milione di anni (al massimo) questa reazione avrebbe consumato tutto l'ossigeno dell'atmosfera. Anzi, non sarebbe neanche stato possibile che l'ossigeno si accumulasse nell'atmosfera. L'atmosfera di oggi conterrebbe soltanto CO2 e la Terra somiglierebbe più a Venere che al pianeta che conosciamo. Il fatto che l'atmosfera terrestre sia ossidante (ovvero contenga un eccesso di ossigeno) basta da solo a provare che non possono esistere enormi quantità di petrolio sotterranee in comunicazione con la superficie.

In sostanza, la teoria del petrolio abiotico nella forma in cui la si racconta comunemente è una teoria politica, non scientifica, ...




In ogni caso, abiotica o meno che sia l'origine del cosiddetto oro nero, il motore a combustione interna che rilascia anidride carbonica nel lungo periodo è un qualcosa che potrebbe essere fatale per l'ecosistema:

link articolo

Citazione:


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L'aumento delle emissioni umane di anidride carbonica incidersul cervello e sistema nervoso centrale dei pesci con gravi conseguenze per la loro sopravvivenza...

L'aumento della Concentrazioni di anidride carbonica che si verifica in mare .... interferisce con la capacità dei pesci 'a sentire, odorare, girare ed eludere i predatori...




link articolo 2

Citazione:

L'acidificazione degli oceani rende il pesce pagliaccio sordo ai predatori


(PhysOrg.com) - Dalla rivoluzione industriale, oltre la metà di tutta la CO 2 prodotta dalla combustione dei combustibili fossili è stata assorbita dall'oceano, facendo scendere il suo pH in maniera piu' veloce di quanto sia mai successo negli ultimi 650.000 anni, con la conseguente acidificazione degli oceani.
Recenti studi hanno dimostrato che questo fa perdere sia il senso dell'olfatto che dell'udito al pesce pagliaccio ...


Il problema del motore a combustione interna ad oro nero è che la materia non compie un ciclo come invece avviene nell'ecosistema e di questo nel lungo periodo bisognerà tenerne conto piuttosto che continuare a negare ciò che è sotto gli occhi di tutti: il clima sta cambiando e non possiamo chiamarci fuori dalle nostre responsabilità; certo lo possiamo pure fare e lo si sta già facendo ma non è una bella cosa, anzi, è una cosa che fa accapponare la pelle.

Quanto alle storie dei giacimenti che sono a grandi profondità, dell'età della terra, e così via, c'è un aspetto che ha poca eco sui media (per via che mal si accorda con strane ideologie che stanno riprendendo piede) : la tettonica a zolle e le sue implicazioni .

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