Di Ugo Bardi - 1 Ottobre 2007
www.aspoitalia.blogspot.com
La teoria standard della formazione del petrolio (e anche del gas e del carbone) dice che questi si sono formati per la graduale degradazione di materia organica in condizioni "anossiche", ovvero in assenza di ossigeno. Questa teoria è provata e straprovata in laboratorio e sul campo; è nota da un buon secolo e rimane ben poco da investigare in proposito. Viene accettata da tutti quelli che lavorano in pratica sul petrolio.
La teoria abiotica è molto più vecchia ma è stata riproposta recentemente da un astronomo (Thomas Gold), da alcuni geochimici russi, .... L'idea vuole che il petrolio si formi per reazione fra carbonio inorganico (carburi?) e acqua ad altissime pressioni nella zona profonda della Terra chiamata "mantello". Una versione leggermente diversa vuole che il petrolio (o comunque idrocarburi) esistano nel mantello fin da epoche remotissime, ovvero fin dalla formazione del pianeta. Secondo la teoria, queste enormi quantità di idrocarburi sotterranei migrano lentamente alla superficie formando i pozzi dai quali oggi estraiamo petrolio e gas
....
Le cose potrebbero cambiare se fosse vero che il petrolio si è formato in enormi quantità nelle viscere del pianeta fin dai tempi remotissimi, miliardi di anni fa. Questo è quello che sostiene la maggioranza degli abioticisti. In questo caso, esisterebbero veri e propri "oceani di petrolio" nel mantello e le nostre disponibilità sarebbero gigantesche; molto superiori a quelle stimate oggi. Ma questo è proprio impossibile e lo è per delle buone ragioni fisiche.
Immaginiamo che sia vero che esistano grandi quantità di idrocarburi sepolti nel mantello da miliardi di anni. Parte di questi idrocarburi devono per forza filtrare gradualmente in superficie attraversando rocce porose oppure per azione dei vulcani. Una volta in superficie, saranno decomposti dai batteri. In presenza di ossigeno i batteri ossidano il petrolio e il metano trasformandoli in CO2. Se esistessero le quantità di petrolio sotterraneo di cui parlano gli abioticisti, e se veramente queste filtrassero in superficie, nell'arco di qualche milione di anni (al massimo) questa reazione avrebbe consumato tutto l'ossigeno dell'atmosfera. Anzi, non sarebbe neanche stato possibile che l'ossigeno si accumulasse nell'atmosfera. L'atmosfera di oggi conterrebbe soltanto CO2 e la Terra somiglierebbe più a Venere che al pianeta che conosciamo. Il fatto che l'atmosfera terrestre sia ossidante (ovvero contenga un eccesso di ossigeno) basta da solo a provare che non possono esistere enormi quantità di petrolio sotterranee in comunicazione con la superficie.
In sostanza, la teoria del petrolio abiotico nella forma in cui la si racconta comunemente è una teoria politica, non scientifica, ...
Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=49&topic_id=1279&post_id=211982