MILANO - Un battito di ciglia. Le palpebre si abbassano, quasi come parole scandite lentamente. L’unico modo per rispondere, con il solo movimento che la malattia ancora le consente. M. S, 60 anni, da 15 ammalata di Sla, ricoverata da tre giorni all’ospedale di Brindisi, deve decidere se continuare a vivere grazie a un intervento di tracheotomia, oppure rinunciare, con la prospettiva di aprire gli occhi al massimo per altre due settimane. Su e giù. Venerdì le ciglia si muovono leggère.
Ma la risposta non vale. Almeno per i medici. Che, per essere sicuri sul da farsi, segnalano il caso alla polizia. Così interviene la procura, che dispone una perizia psichiatrica sulla donna, per accertare la sua reale capacità di intendere e di volere.
Nessun dubbio, secondo la famiglia, invece, su quello che M. avrebbe desiderato: morire, se le sue condizioni si fossero aggravate. Come avrebbe dichiarato in tempi migliori, quando le parole le venivano spontanee e il corpo rispondeva ancora a semplici stimoli come tendere la mano per stringere quella di marito e figli. Ora non più. Fino a tre giorni fa M. ha vissuto a Villa Iris, casa di riposo di Mesagne, provincia di Brindisi, accudita e coccolata dagli operatori, senza mai perdere i contatti con la famiglia. E sulla sua possibilità di entrare tuttora in contatto con il mondo esterno, sarebbero sicuri i figli, che venerdì hanno spiegato ai medici ciò che M. avrebbe deciso sulla necessità di una tracheotomia (intervento per il quale è previsto il consenso del paziente).....
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