Re: TSO: psichiatria e controllo sociale

Inviato da  Freeanimal il 30/11/2009 9:52:24
Per prima cosa non posso fare a meno di rilevare come la violenza sugli uomini sia la stessa che viene perpetrata sugli animali. Nel senso che legare a un letto con cinghie di contenzione un malato di mente o una cavia animale, parte dallo stesso presupposto che chi ha il potere di farlo, lo fa. Che si voglia mettere a punto un nuovo cosmetico, o trovare nuove medicine, o pretendere di curare una malattia mentale, uomo e cavia appartengono alla stessa categoria dei “non garantiti”, e, in quanto tali, le autorità sanitarie se ne approfittano, sicure di avere la legge dalla loro parte e di restare impuniti qualsiasi crimine dovessero commettere. Ne consegue che l’abolizione della vivisezione è inestricabilmente legata all’abolizione di ogni forma di TSO, cioè di ogni intervento invasivo e irrispettoso nei confronti della persona, sia essa persona umana o persona animale.
Detto questo, vorrei aggiungere che forse la situazione nei paesi del Terzo Mondo è ancora peggiore rispetto a quella del mondo Occidentale, anche se non sono sicuro del tutto di questa mia affermazione. In Madagascar, che è la realtà che conosco meglio, la povertà dei pazienti preclude la possibilità che vengano riempiti di farmaci costosi, perché non hanno i soldi per pagarseli, ma preclude loro anche la possibilità di godere di quello standard minimo di comfort che forse i malati mentali usufruiscono qui da noi. Per fare un esempio, un anno fa tenni un corso di italiano a una suora malgascia che lavora come infermiera all’ospedale di Tulear, nel sud del Madagascar. Chiestole il perché delle urla che sentivo provenire da un padiglione vicino, mi disse che quello era l’ospedale psichiatrico dove erano rinchiusi 3 o 4 malati. Volli dare un’occhiata all’interno di una cella vuota: nessuna suppellettile, nessuna branda fissata al suolo, niente. Solo un buco nel pavimento in un angolo e una bocca di lupo in alto nel muro. Alla domanda del perché l’amministrazione dell’ospedale non fornisse ai “pazzi” almeno una coperta per proteggersi dal notturno freddo australe, la suora mi rispose che qualunque cosa venga data loro viene gettata nel buco che funge da latrina, compresi i piatti e le posate, nonché gli eventuali materassi fatti a pezzi, di modo che i malati di mente devono dormire direttamente sul pavimento di cemento, con i soli vestiti addosso e talvolta neanche con quelli. Poiché ero in amicizia con la religiosa, le dissi che avrei potuto segnalare la cosa all’ONU per richiedere l’intervento degli ispettori, ma aggiunsi subito che non lo avrei fatto perché non era mia intenzione metterla nei guai con il direttore dell’ospedale. Per lei era del tutto normale che i “matti” dormissero per terra al freddo, mentre anch’io rientrai nei ranghi e lasciai che quei poveretti restassero nel loro ruolo di non garantiti.
Ma succede anche di peggio. Ci sono suore protestanti malgasce che gestiscono un centro di raccolta di malati mentali. Quando sopraggiungono le crisi, li immobilizzano ai letti e gli danno la Bibbia in testa gridando: “Esci di lì Belzebù!”. Quando me l’hanno raccontato, non ci volevo credere. E invece, quello che da noi succedeva nel nostro buio Medioevo, in Madagascar succede al giorno d’oggi. E questo perché, anche se dicono di appartenere alla chiesa evangelica o ad altre confessioni protestanti, intimamente sono rimasti animisti e credono negli spiriti e nei diavoli, cioè che la malattia mentale sia frutto di possessione demoniaca. Prendersi la Bibbia in testa non li aiuta a guarire, ma mentre in Madagascar i parenti si fidano delle suore protestanti e dei loro metodi di cura, affidando loro i parenti malati, qui da noi la gente preferisce non parlare di questo argomento, com’è stato fatto notare in questa discussione, salvo poi levare alti lai quando scoppia qualche scandalo di degenti incatenati ai letti o sottoposti a trattamenti disumani. Quello che noi tutti auspichiamo è un trattamento rispettoso della persona realmente malata, mentre va approfondito e denunciato l’uso strumentale che si fa in alcuni casi del TSO nei confronti di soggetti politicamente scomodi. La qual cosa ci rimanda a George Orwell, cioè a un inquietante scenario da incubo.

[igm]http://i47.tinypic.com/fo24y9.jpg[/igm]

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=49&topic_id=4900&post_id=152747