Re: la cura per il cancro ....e se fosse vero?

Inviato da  astro il 20/6/2006 4:38:45
Una scienza esatta parte da delle ipotesi, le verifica o rigetta sulla base di esperimenti e misurazioni in maniera riproducibile da chiunque nelle medesime condizioni. Il problema è l'estrema complessità della vita, un quasi infinito numero di variabili che rende letteralmente impossibile l'esatta riproducibilità dei test. E allora si ricorre alla statistica che crea i suoi bei problemi. In aggiunta non sempre gli esperimenti vengono ripetuti da ricercatori indipendenti, o vengono ripetuti dopo lungo tempo, giusto quel tanto che basta a mettere sul mercato il farmaco e recuperare un po' dei soldi investiti.

Allora, senza però voler iniziare un trattato di filosofia della scienza, la medicina non è affatto una scienza esatta.
Con scienze esatte si intende tradizionalmente le scienze che utilizzano la matematica come modello teorico e v'assicuro che di matematica ce n'è ben poca in medicina, forse, ahimè, neanche l'ombra.
La medicina, oltre a basarsi su altre scienze (non esatte, tranne la chimica che è "quasi" esatta), ha un metodo coerente: il metodo scientifico. La sua "scientificità" finisce qui (ma basta e avanza per distinguerla da qualsiasi pseudoscienza)

Se dovessimo elencare quante pratiche mediche sono strettamente "operatore dipendente" (a partire dall'esame obiettivo!) non finiremo più.

Se vogliamo, in ultima ed estrema analisi, in medicina funziona ciò che funziona.
Può risultare sconcertante, ma è semplicemente così.

Per essere ancora più crudi (ed estremamente spiccioli):
Il riscontro di un clinico a qualsiasi sua pratica è molto banale ma non mente mai, si riduce a il pz è guarito; il pz migliora; il pz è stazionario; il pz peggiora; il pz è deceduto.

Viene ovviamente in soccorso la teoria, se qualcosa "funziona" e c'è una base teorica del suo funzionamento siamo al di là di ogni ragionevole dubbio che l'effetto sia da attribuire a questo "qualcosa".
Va detto che nell'ultimo secolo sono innumerevoli le terapie entrate nella comune pratica clinica dove il meccanismo di funzionamento è stato chiarito solo tempo dopo.

Banale banale banale?
Se dicendo un paternostro a 7 pz su 10 passa il raffreddore, sempre, in tutto il mondo e senza bisogno di ipotesi ad hoc per aggiustare il risultato, il paternostro diventa una terapia per il raffreddore, la terapia d'elezione se con le altre terapie ottengo risultati inferiori.
Se domani Alb osserva che recitanto un gloriaalpadre si passa a 8 su 10 e gli altri medici provando sui loro pz verificano questa osservazione, questa diventerà la nuova terapia d'elezione.
Se io dopodomani invento di sana pianta che il salveregina cura tutti i raffreddori, ma nessun medico ottiene risultati con il salveregina, molto probabilmente diventerò lo zimbello di tutta la comunità scientifica.

Ok, troppo banale. Ma era per rendere l'idea.

Citazione:
Preferisco un farmaco ancora non a punto ? Non a punto significa che hanno nascosto i dati negativi ? No grazie.


Il farmaco (o qualsiasi altra pratica terapeutica) "a punto" non esiste.
Un farmaco potrebbe dare effetti collaterali a un soggetto su 10 milioni.
E per avere dati significativi che un dato effetto collaterale è imputabile ad un determinato farmaco devi avere un certo numero di casi.
Se ci pensi neanche l'aspirina è un farmaco "a punto", può dare in alcuni soggetti una reazione allergica piuttosto grave. Come la penicillina d'altro canto.

Il "nascosto" lascia intendere una certa criminalità nell'intento. Se qualcuno riesce a dimostrare che a causa di un farmaco ha avuto determinati effetti collaterali di cui la casa farmaceutica era al corrente e lo ha deliberatamente tenuto nascosto credo proprio che fa passare alla suddetta casa un brutto quarto d'ora.

Se il "nascosto" invece intende non ancora noti è tutto un altro paio di maniche. Purtroppo non c'è altra via, non esiste (e spero che nessuno lo prenda in considerazione) un'umanità di serie B sul quale testare per decenni i farmaci.

Citazione:

Ehm... uhm... come posso dirlo ?
NO !
Perché ? Semplicemente perché una curetta di mantenimento, che tenga in vita i malati a lungo è di gran lunga più remunerativa. La speranza viene solo da piccole e rampanti aziende farmaceutiche desiderose di farsi strada. Non avendo farmaci da vendere devono scoprirne di originali, e allora potrebbero scovare e addirittura commercializzare delle cure definitive.
Senza contare che molto molto probabilmente una lunga serie di malattie non esisterebbe se venissero messe in atto su larga scala terapie profilattiche dal costo esiguo, praticamente insignificante. Su queste ultime stò portando avanti le mie ricerche, e sarebbe molto utile che voi medici o aspiranti tali contribuiste.
Ma immagina di non avere più un mercato per farmaci antiipertensivi, statine contro il colesterolo (che vogliono propinare pure ai bambini), antivirali, vaccini, etc... tu che faresti ? Supporteresti certe idee ? Si, lo so, tu le supporteresti perché il tuo scopo non è fare soldi, ma curare i malati. Peccato che non sei tu a decidere, ma qualche manager a cui poco importa dell'altrui salute.


Allora, premetto che di economia non so nulla.

Però.. però...
Non mi pare che l'introduzione degli antibiotici - che hanno di fatto debellato la stragrande maggioranza delle patologie acute - abbiano mandato sul lastrico le industrie farmaceutiche. Anzi...

E non credo che la messa a punto di un (molto) ipotetico antitumorale perfetto le ridurrebbe sul lastrico (anzi).
Questo ipotetico farmaco non è che prevenirebbe la comparsa del tumore, ma lo curerebbe.
Dici che gli conviene economicamente "una curetta di mantenimento"? Questo non lo so, penso solo che il costo di questo ipotetico antitumorale perfetto non lo decideresti di certo tu né io, credo che potrebbero tranquillamente indennizzarsi delle perdite... è un'ipotesi, non lo so, lo ripeto, non m'intendo d'economia, ma suppongo che i loro bilanci non ne avrebbero a soffrire, non molto almeno, con la scomparsa dei chemioterapici antitumorali.

Secondo paragrafo: le malattie croniche, queste sconosciute.

Leggo spesso che la medicina cura solo i sintomi (che, in senso stretto, non mi par davvero poco), volendo intendere che non esistono farmaci che curano ad esempio l'ipertensione ma solo farmaci che riducono la pressione, che non esistono farmaci che curano ipercolesterolemia ma solo farmaci che riducono i valori ematici del colesterolo e via dicendo.

Allo stato attuale delle cose, io sinceramente neanche me lo immagino un farmaco che curi definitivamente e di colpo l'ipertensione (tralasciando il fatto che il 90% delle diagnosi di ipertensione sono di ipertensione ideopatica).
Chiedo aiuto a Vulcan e a chi ne sa più di me: lo immaginate?

Ma, al di là di questo, il problema è:
come fai a far scomparire una condizione che è insita nell'organismo?

Ti spiego con un esempio: nel trattamento del diabete mellito II vengono attualmente utilizzati degli ipoglicemizzanti che agiscono sull'insulino-resistenza (quindi sulla "causa" del diabete, non su quello che chiamate sintomo). Ma agiscono per tutto il tempo di permanenza della molecola nell'organismo.
Quando la molecola è metabolizzata, si torna allo stato iniziale.
Forse se inventassero dei microrobottini che vanno a stazionare sulla membrana cellulare a vita... ma con un farmaco la vedo dura, almeno allo stato attuale dell'arte.

Oddio, una terapia più duratura ci sarebbe in effetti: un'alimentazione equilibrata ed esercizio fisico (che vale anche come misura profilattica).
Ma oltre che prescriverla, raccomandarla, perfino incazzarsi, il povero diabetologo che può fare? Se dopo i canonici 3 mesi il pz si presenta che pesa esattamente come 3 mesi prima (o di più!)...
Diciamo che non puoi dare la colpa al medico se il paziente non va a correre, no?

ah, di antivirali in giro, ahinoi, non ce ne sono così tanti...


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A questo punto però ci sarebbe anche da intendersi su una questione tutt'altro che marginale.

Alb fa intendere che rifiuta il farmaco che non presenti assolute certezze.
Assolute certezze che nessuna scienza, neanche quelle esatte, possono dare.

Dall'altro lato però ci ritroviamo a valutare una serie di congetture (e non ipotesi) che vengono formulate senza alcun metodo e senza volerle dimostrare.

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