Re: la cura per il cancro ....e se fosse vero?

Inviato da  redribbon il 15/11/2006 8:07:33
Andiamo pure a leggere ciò che dice l’oncologia ufficiale, per semplicità, sulla rivista dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano “Casi clinici in oncologia” , http://www.istitutotumori.mi.it/INT/rivistatumori/CasiClinici.asp?LinkAttivo=18&LAR=2
è una rivista fatta molto bene che descrive alcuni casi interessanti, in genere quelli di maggiore successo, ma non necessariamente,
e constatiamo che:

-glioblastoma (è il cancro al cervello, anzi, al sitema nervoso centrale + frequente; caso 7.3):
anche se il paziente in questione ha avuto buoni risultati, il 90% muore entro 2 anni,
la sopravvivenza media dopo la chirurgia è tra 6-12 mesi,
la terapia adiuvante (quella che danno dopo chirurgia per scongiurare le recidive, in genere chemio, o antiormonali) aumenta la sopravvivenza media ad 1 anno dalla chirurgia nel 6% dei casi;
la chemio agisce sul 9%-41% dei pazienti con recidive, dando remissioni del male di durata di 5-6 mesi.

-carcinoma allo stomaco (casi 12.4 e 13.4):
circa metà di coloro che vengono operati presenta un residuo di malattia, e circa metà degli operati senza residuo recidiva a breve (come dire che l’operazione serve solo a prolungare la sopravvivenza ma non ha finalità guaritrici) ;
la sopravvivenza media da ripresa del male inoperabile è inferiore ad un anno; la sopravvivenza a 5 anni è del 10-15% .

-carcinoma al colon-retto (caso 15.4):
sopravvivenza media dei pazienti metastatici di 18-20 mesi,
al momento della diagnosi il 20-25% ha già metastasi, e chi non le ha, almeno il 60% sviluppa a breve delle recidive al fegato (!) , dopo la chirurgia il 50-65% ha recidiva.

-mesotelioma (pleura e peritoneo) :
sopravvivenza media di 9-12 mesi.

Per i cancri a fegato, polmoni e pancreas, (a parte la chirurgia, quando è diagnosticato di qualche millimetro e non è troppo cattivo) , la situazione è pure peggiore.

Credo che, non io, ma qualsiasi persona di buon senso, davanti a questi dati, realizzi che la chemio, che è una terapia introdotta vari decenni fa (all’inizio degli anni ’50 già si usavano le mostarde azotate) in via sperimentale pure sull’uomo, debba tornare ai destinatari naturali cioè,
ai topi di fogna.
E che vengano battute altre strade.
Il numero di quelli che c'è la fa con la sola chemio è piccolo, troppo piccolo per giustificarne l'uso.
Ciò che fanno all’Istituto dei Tumori, con evidente e mirabile competenza e professionalità, non è assolutamente sbagliato, è giusto,
col particolare che le cavie per la chemio devono tornare ad essere i ratti dell’arno, non gli esseri umani.

A chi interessa chieda un pò alla politica (destra o sinistra è uguale) cosa vuole fare, se vogliono lasciare le cose come stanno o se anche loro, non intendendosene molto, sono costretti a stare a ciò che gli dice l'oncologia ufficiale,
nel caso,
che prendano loro in mano la situazione.

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