Re: ISHMAEL: pensieri, dubbi, domande, critiche.

Inviato da  shm il 12/10/2011 10:05:40
Dt-jackal:

Tutto quello che voleva dire l'ha detto non una ma venti volte nei suoi libri. Se una cosa non c'è, vuol dire che non era sua intenzione dirla. Ipotizzare sulle sue intenzioni nascoste non solo è inutile (come potremmo mai confermare o smentire congetture simili?), ma ci distrae dal discutere le sue VERE idee. Il che è un peccato, visto che hanno implicazioni infinitamente più radicali e importanti della versione ufficiale su Olocausto o nazismo.

Shm:

Capisco il tuo punto di vista, ma poiché ogni interpretazione è individuale e nessuno è nella testa di Quinn per sapere cosa voglia o non voglia dire, non è possibile accantonare un messaggio che uno legge nei suoi scritti, per la singola opinione che un individuo si è fatto della personalità dell’autore. Tutto ciò dipende dall’importanza che uno da a questo o a quel passaggio e alla sensibilità individuale: Calvero ci vede una propaganda, io ci vedo la possibilità della negazione indiretta di quella propaganda e tu non consideri importante la speculazione sulle implicazioni di quanto si legge, asserendo che Quinn avrebbe espresso qualsiasi cosa esplicitamente…

Una delle tre cose potrebbe essere vera, ma anche nessuna di queste.
Nel romanzo per esempio io ho letto riferimenti indiretti all’illegittimità del colonialismo e alla inconsistenza dei tentativi di impianti di culture estranee ad un dato territorio e non ho potuto fare a meno di associare la vicenda al colonialismo, e quindi al sionismo…

C’è un passo in cui Ishmael chiede da quale popolo si sia originata la cultura, o qualcosa del genere, e ottusamente la risposta è “dagli ebrei”, Ishmael rimprovera il suo alunno e poi replica “no! i semiti” che non sono soltanto ebrei. Ma anche la prima risposta fa parte di un dogma, di un mito imposto evidentemente da Madre cultura, dell’era moderna(vedi Thomas Cahill – “Come gli ebrei cambiarono il mondo”). Ma questa dottrina rientra in un’ideologia vecchia di almeno di 500 anni che nel diciannovesimo secolo si è contrapposta violentemente all’arianesimo, tra i circoli occidentali, che chiamasi British israelism, o nella sua variante francese, French israelism: cioè l’Inghilterra per legittimare la sua supremazia commerciale, politica e militare sul mondo occidentale cristiano faceva discendere il proprio popolo(Albione>Blake) da una delle tribù perdute d’Israele e da lì a Mosè. Infatti, in Ishmael, si legge anche una critica alla storicità che certe popolazioni si sono imposte come strumento legittimante una propria supremazia su altre…

Per fare un esempio di quanto la storicità biblica abbia influenzato i libri di scuola secondaria e militare ancora all’inizio del XX secolo ripropongo qui un estratto da un libro di storia antica risalente al 1909 del prof. Gerolamo Olivati che così scrive:

“La storia dell’origine dell’uomo è una delle più ardue questioni che si possano affrontare. A noi basterà sapere che esiste su tale argomento un antichissimo racconto, la Genesi del sommo legislatore ebraico Mosè, il quale fa derivare l’uomo e tutti gli esseri dalla mano del creatore; e che in opposizione a quello si bandirono teoriche nuove, le quali oppugnano l’opera d’un creatore dell’universo, e fanno derivare tutto ciò che esiste dalla materia eterna e trasformantesi , cosicché l’uomo stesso, dicono, non è altro che una figliazione trasformantasi e perfezionatasi della stessa materia che si originò la scimmia.

Ma la teoria del trasformismo, altrimenti detta dell’evoluzione, che ammette il passaggio da una in altra specie, è per sé stessa insostenibile, perché le specie non si trasformano, si riproducono; onde noi preferiamo il racconto mosaico, se non altro per quel ben dell’intelletto, che pone un abisso fra l’uomo e le bestie, e lo nobilita, innalzandolo fino a concepire la divinità.”

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=49&topic_id=6586&post_id=205406