“L'unicità di questo studio è legata al fatto che combina tre differenti tecniche di risonanza magnetica per valutare le differenti caratteristiche del cervello”, spiega Sina Aslan, coautore dell'articolo. “I risultati indicano un incremento del livello di connettività, sia strutturale sia funzionale, che può compensare le perdite di materia grigia: infine, anche la connettività strutturale, cioè l'insieme delle circuitazioni cerebrali, inizia a degradare con l'uso prolungato della marijuana”.
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