Re: Gustavo Adolfo Rol

Inviato da  Al2012 il 29/7/2014 12:31:49
Desidero richiamare qui l’attenzione non sugli esperimenti ma sull’Uomo Rol.
Sugli esperimenti esistono i libri di Maria Luisa Giordano, di Renzo Allegri e di Remo Lugli.
Se ne descrivessi qui altri ai quali ho assistito mi darebbe l’impressione di voler ancora cercare di convincere gli scettici.
Sarebbe come entrare nel loro gioco riconoscendo che hanno diritto ad una spiegazione e sulla quale potranno dare il loro giudizio.
Gustavo non aveva niente da giustificare o da spiegare a nessuno.

Lo ha detto e scritto molte volte che “non vi è un segreto da insegnare o da tradamandare perché è una verità che bisogna intuire da soli”.
È un sentimento che ho risentito moltissime volte vicino a Gustavo.
Non era il numero o la straordinarietà degli esperimenti che contava, ma il messaggio che contenevano.

Una volta che vedendo uno solo o più esperimenti si è ricevuto il messaggio sta a noi di lavorarci su per vedere come riuscire ad integrarlo.
Ma questo pochi lo hanno capito.
Molti cercavano nella ripetizione degli esperimenti di percepire come questi potevano riuscire.
Era la stessa cosa che fotografare i bulloni che fissano l’ala di un aereo per capire le leggi dell’aerodinamica.

Chi era in realtà Gustavo Rol?
Tutti sanno, e molti lo hanno scritto, che era un gran signore, un uomo colto, buono, sensibile, disinteressato, profondo credente e di un rigore morale assoluto.

Ma chi era veramente Gustavo?
Mi sono posto varie volte la domanda avendo conosciuto aspetti della sua personalità che forse altri ignorano e avendo raccolto confidenze che non so se ha rivelato ad altri.

Oggi, a trent’anni di distanza, e alla luce di quanto ho imparato nella vita, posso tentare una risposta, puramente personale e che non pretende di essere la verità.

Per me Gustavo era una “vecchia amima”, un Essere che essendosi già incarnato molteplici volte, aveva percorso un lungo cammino verso la presa di coscienza della nostra vera natura, la natura divina.

A questo stadio gli Esseri conservano un livello di coscienza più evoluto della media, spesso si ricordano di vite anteriori (Gustavo diceva di avere 2000 anni), e soprattutto accettano di operare per l’evoluzione dell’umanità.
È quindi possibile che Gustavo abbia accettato di portare il messaggio della Presenza di Dio nell’uomo servendosi delle facoltà inerenti a questo livello di coscienza sublime attraverso i suoi esperimenti.
Senza di essi il messaggio non avrebbe avuto impatto alcuno, come l’insegnamento di Gesù se non avesse compiuto alcun miracolo e la sua Ascensione.

Nelle nostre conversazioni mi ha sempre ripetuto che coloro che chiedevano di controllarlo o cercavano il segreto dei suoi esperimenti erano orientati in una dinamica di fare o di come fare, mentre i suoi esperimenti erano spiegabili solo in un certo modo di Essere.

Mi ha sempre detto che l’ego, il mentale, la coscienza umana non solo non avevano niente a che vedere con la realizzazione dei fenomeni ma che, ove intervenivano, li impedivano.
Così penso che quando si concentrava in occasione di un esperimento, contrariamente a quanto si poteva credere, non era sulla riuscita, ma sull’annullamento della sua personalità umana e sulla Presenza Divina.


Il semplice fatto di chiedergli un esperimento, anche il più banale gli creava uno stato di coscienza umana che lo impediva.
Mi è successo che mi rispondesse: peccato che tu me lo abbia chiesto, adesso non posso più farlo.

Ed è per questa ragione e non per altre che si è sempre rifiutato di sottoporsi ai controlli che gli venivano richiesti.
Lo ha spiegato, con la signorilità che gli era propria nella lettera scritta al Prof.Tullio Regge.

Gustavo ha sempre affermato che tutti, un giorno, saranno in grado di fare le stesse cose, a condizione che raggiungano quello stadio di coscienza sublime nel quale, per usare un’espressione di Gesù, “Non sono io che agisco ma il Padre che agisce in me”.
Gustavo diceva la stessa cosa quando affermava “Io sono la grondaia”.


Affermazione non nuova perché già Gesù aveva detto: Tutto quello che faccio voi lo farete ed anche più perché IO SONO con voi.
Ora, si è sempre presa alla lettera questa affermazione comprendendo: io, Gesù, sono con voi.
Ma se si considera che lo IO SONO è l’affermazione della Presenza Divina, il CRISTO nell’UOMO, la nostra vera natura, la frase prende un tutt’altro significato.
Se si legge il Vangelo comprendendo l’IO o il IO SONO in questo senso ogni volta che Gesù lo pronunciò il suo messaggio prende un’ampiezza straordinaria.

Leggete nel Vangelo Giovanni 10,34-38 e nei Sami 82-6, troverete: voi siete degli dei.
È evidente che lo scettico e il non credente sorriderà di queste affermazioni.
È il suo diritto e fa parte del suo libero arbitrio di non crederci.
Non ha invece il diritto di giudicare o di condannare coloro che credono in ciò che non conosce o non capisce.


Così facendo rischia una responsabilità karmica di cui dovrà rispondere un giorno, tanto più grave se la diffamazione è fatta con la coscienza di voler distrarre il pubblico dal messaggio intrinseco degli esperimenti di Rol: Prendete coscienza di Dio in voi e lasciateLo agire.

Come l’uomo possa integrare la Presenza di Dio è un cammino personale che dura non solo anni ma molte vite.
La comprensione non è a livello mentale o emotivo, ma qualche cosa di più profondo e di definitivo.
È un MODO DI ESSERE che si vive ad ogni giorno ed ad ogni momento.
Ognuno di noi ha il proprio bagaglio di preparazione che dipende dalle esperienze fatte in questa e in vite anteriori, dalla sua educazione, dalla sua condizione sociale e famigliare, dalle sue credenze etc.
Ogni alpinista nell’ascensione verso la cima usa i suoi mezzi e sceglie il suo itinerario, affronta a modo suo le difficoltà. Può decidere di progredire, di sedersi o di ridiscendere a valle.

Come Gesù, Gustavo ci ha indicato la cima. A noi di fare la nostra Ascensione o di rinunciare.
È il nostro libero arbitrio.
Come si vede, l’abisso fra gli scettici e coloro che credono in ciò che Gustavo Rol faceva e al suo messaggio è incolmabile.

Ogni dibattito o discussione fra loro è impossibile e si trasforma in un discorso fra sordi che parlano due lingue diverse.
Ma per il rispetto dovuto ai morti e per la dignità umana sarebbe opportuno che i due campi, pur mantenendo le loro posizioni si astengano dal giudicare o aggredire.
La tolleranza è la virtù di accettare che altri siano o pensino diversamente da noi. >>


(fine)
tratto da : http://panta.jimdo.com/gustavo-rol/


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