Re: Gustavo Adolfo Rol

Inviato da  Al2012 il 30/7/2014 14:34:11
Proseguo ad inviare quello che avevo già preparato.



cito dalla “testimonianza dell’avvocato Pier Lorenzo Rappelli”

Citazione:
Nelle nostre conversazioni mi ha sempre ripetuto che coloro che chiedevano di controllarlo o cercavano il segreto dei suoi esperimenti erano orientati in una dinamica di fare o di come fare, mentre i suoi esperimenti erano spiegabili solo in un certo modo di Essere.

Mi ha sempre detto che l’ego, il mentale, la coscienza umana non solo non avevano niente a che vedere con la realizzazione dei fenomeni ma che, ove intervenivano, li impedivano.
Così penso che quando si concentrava in occasione di un esperimento, contrariamente a quanto si poteva credere, non era sulla riuscita, ma sull’annullamento della sua personalità umana e sulla Presenza Divina.


Il semplice fatto di chiedergli un esperimento, anche il più banale gli creava uno stato di coscienza umana che lo impediva.
Mi è successo che mi rispondesse: peccato che tu me lo abbia chiesto, adesso non posso più farlo.

Ed è per questa ragione e non per altre che si è sempre rifiutato di sottoporsi ai controlli che gli venivano richiesti.
Lo ha spiegato, con la signorilità che gli era propria nella lettera scritta al Prof.Tullio Regge.



Trascrivo la lettera che Rol ha fatto pubblicare il 6 luglio 1986 sul quotidiano La Stampa come risposta ad un articolo di Tullio Regge che metteva in dubbio la genuinità dei suoi poteri:

“Illustre professor Regge, ho appena letto il suo articolo su La Stampa di oggi e sento vivo il desiderio di scriverle.
Ho compreso il suo pensiero e mi rallegro che lei, pur rimanendo scettico nei confronti dei fenomeni paranormali, non escluda la possibilità di eseguire controlli e mantenere contatti con chi crede a queste cose.
Se un giorno non le avessi mostrato alcuni miei modestissimi esperimenti, non mi sarei permesso di scriverle questa lettera.
Ricordo come cercai di provarle che esistono fenomeni fuori dalla norma ove la materia stessa è chiamata in causa e non dipendono soltanto da una particolare predisposizione della psiche.(…)

L’argomento dei suddetti fenomeni ha formato la ragione della mia vita e mi ha trovato costantemente in contatto con uomini di Scienza di tutti i campi, dalla Fisica alla Medicina, dalla Filosofia all’Arte.
Ho chiesto loro di studiare queste cose e le assicuro che molti tentativi sono stati fatti, ma i risultati furono scarsi.

Il rapporto della mente col meraviglioso è di una tale fragilità che può scoraggiare anche lo scienziato più tenace.
Lei invoca, a giusta ragione, controlli rigorosi ma chiede la presenza di “prestigiatori professionisti di alto calibro capaci di scoprire immediatamente qualsiasi trucco del ciarlatano di turno”.

Io mi domando a che cosa servono queste persone nel caso specifico che il ciarlatano non esista.

Quel rapporto della mente col meraviglioso al quale accennavo verrebbe immediatamente turbato col risultato facilmente intuibile: la distruzione in partenza dell’esperimento.

Ricordo quale fu il mio stato d’animo quel giorno in cui, accendendo la televisione, udii un noto illusionista dichiarare con enfasi: “Venga qui Rol che io gli farò col trucco tutti i suoi esperimenti!”.

Lei ha veduto da me cose che ho definito modestissime eppure affermo che nessun prestigiatore, anche il più capace sarebbe in grado di ripeterle.

Per chi mi conosce profondamente e sa come mi comporto e agisco, è comprensibile che questo tipo di controlli sia inutile, anzi inopportuno.
Non un prestigiatore, ma un ricercatore è opportuno.
Egli è portato a sostituire con l’interesse e la collaborazione ogni eventuale sua diffidenza.

Non è difficile comprendere ed ammettere che, nello sviluppo di una collaborazione, ogni forma di controllo, anche la più minuziosa, viene ad essere spontaneamente esercitata.
La presenza poi di un ricercatore rotto a queste esperienze offre la maggior garanzia ai fini di un risultato positivo.

Va tenuto in considerazione che io agisco sempre d’impulso in uno stato d’animo che mi viene improvviso e che non so spiegare.
E così ho sperato che fosse proprio la Scienza ad aiutarmi a riconoscere e codificare queste mie sensazioni che sono certo siano possedute da ogni uomo, e sarà la Scienza stessa a rivelare queste facoltà e promuoverle in tutti gli uomini quando in futuro verrà un altro Rol a chiedere alla Scienza di farlo.

Ma sarà un Rol ascoltato e compreso.
Io non sono un sensitivo né un medium e non ho mai voluto che si legasse il mio nome alla magia, allo spiritismo ed alla Parapsicologia.

E’ sempre stata costante in me l’ansia di venire a capo di problemi che mi assillano; ho intravisto orizzonti ai quali la Scienza soltanto mi avrebbe consentito di accedere nell’istante medesimo che io avessi potuto ad essa indicarli.
Purtroppo essendo avanti negli anni mi rimangono ben poche speranze di realizzare questa aspirazione e ciò è motivo per me di immensa amarezza.

Anche se nel passato ho concesso alcune interviste, perché non facendolo mi sembrava venir meno ad un obbligo di coscienza, ho sempre cercato di minimizzare queste cose e le confesso che più di una volta per il grande turbamento, ho cercato rifugio dietro lo scudo del dubbio ove mi sembra di essere simile agli altri uomini.

Anche se rispetto il di Lei scetticismo sul paranormale, mi creda, mi sono comportato verso di Lei come per un dovere: ho voluto mostrarle ciò che neppure ad uno scienziato della sua levatura è dato immaginare che esista in questo mondo e come la vita continui poi in una dimensione senza tempo, meravigliosa.”


Lettera a Tullio Regge tratta da:
http://www.shan-newspaper.com/web/misteri/666-gustavo-rol-prodigi-ed-enigmi-tra-scienza-e-mito-2.html

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