Re: Barry Jennings: brutte notizie...

Inviato da  shm il 12/1/2009 18:43:42
Si insinua, in ambienti disinformativi cari ai “debunker”, che Jennings possa averci messo un’eternità per fare ciò che dichiara di aver fatto nella sua intervista. E che quindi, nella sua esposizione dei fatti, Jennings, non abbia tenuto in considerazione una sua presunta erronea interpretazione della propria tempistica, da lui stesso riportata, in relazione agli eventi vissuti…

…vediamo cosa afferma di aver fatto Jennings in quei 17 minuti, tra le 8:46 e le 9:03:
- Poco dopo le 8:46, mentre si stava recando al lavoro, Jennings riceve una telefonata. Lo avvertono dell’impatto di un Cessna contro la torre Nord. Non dice esplicitamente di trovarsi in macchina, ma il commento sul traffico [”traffic was excellent”] lascia supporre che potesse essere alla guida di un auto.
- Arrivato al WTC7, […parcheggiata l’auto] si dirige alla lobby dell’”edificio 7”, situata al piano 3°(2° in Italia)
- Nella lobby si fa identificare dal servizio di sorveglianza e chiede dove si trovino gli ascensori
- Direttosi agli ascensori, si porta fino al 23° piano
- Al 23° piano trova l’OEM chiuso, non riesce ad entrare
- Ritorna alla lobby in ascensore
- Nella lobby chiede ai poliziotti come fare per raggiungere l’OEM, visto che lo ha trovato chiuso
- Viene così accompagnato all’ascensore montacarichi
- Ripercorre il tragitto sull’ascensore montacarichi fino al 23° piano
- Riesce ad accedere all’OEM EOC trovandolo vuoto


È quest’ultimo il momento in cui Jennings afferma di trovarvisi: poco prima, o poco dopo, l’impatto di UA175 contro la torre sud delle 9:03.

In questa scaletta è riportata la dinamica delle azioni e degli spostamenti compiuti da Jennings per la quale i disinformatori si ostinano a diffondere fraudolentemente che avesse potuto impiegare uno sproposito di tempo, forzando la tempistica fino al punto di collocare assurdamente Jennings, all’OEM, intorno alle 9:59, orario del crollo della torre sud.

Un confronto, una relazione, un fondamento qualsiasi su cui si possa basare questa conclusione?

Non c’è nessun indizio che possa far ritenere questa conclusione una tesi contraria ragionevole…

Addirittura i “debunker” fanno leva sulla testimonianza principale […le esplosioni] per collocare Jennings a ridosso dei crolli!

Ma le circostanze sono tutte a favore di Jennings:
- A New York, gli uffici aprivano alle 9:00 di mattina. Qualche momento dopo l’impatto delle 8:46, Jennings si troverebbe in prossimità dei dintorni del luogo dove si trova il suo posto di lavoro, da qualsiasi direzione stesse arrivando.
Da molte testimonianze dei soccorritori del 9/11, si evince che abitudine dei Newyorkesi è quella di fare una breve colazione prima di cominciare il proprio turno di lavoro. Tale abitudine si traduce in un dispendio di tempo necessario all’espletazione dell’atto stesso di fare colazione, variabile ragionevolmente tra i 3 e i 5 minuti. Se ne desume perciò anche un calcolo conseguente in termini di un arrivo puntuale al c.d. timbro del cartellino da parte del singolo individuo solito a questa pratica. Jennings, data la sua stazza, si sarebbe potuto ritrovare in questa categoria di abitudinari newyorkesi, e pertanto poco dopo le 8:46, quando viene avvertito telefonicamente del primo impatto, potrebbe, come tutte le altre mattine aver fatto il solito calcolo che lo obbligherebbe a prendere in considerazione il fatto di avvicendarsi prima da casa al fine di poter fare colazione e trovarsi al suo posto di lavoro puntuale.
Sebbene però questa sia una sfumatura non supportata da testimonianza in tal senso, nel caso specifico di Jennings, qualora invece fosse dimostrata potrebbe portare a determinare una vicinanza di Jennings al proprio posto di lavoro ancor più marcata. Posto di lavoro che comunque si trova già vicinissimo al WTC, come indicato nella mappa qui riportata:

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New York City Housing Authority
250 Broadway
New York, New York 10007
http://www.nyc.gov/html/nycha/html/contact/contact.shtml


- Pensare che il 9/11, i soccorritori arrivino in macchina e s’impegnino nella ricerca di parcheggi precisi al millimetro, sapendo che per esempio Zarrillo e Nahmod lasciano la loro auto all’estremità sud di Park Row, tra Vesey e Barcley, e si dirigono di corsa verso il WTC7, potrebbe essere ridicolo, oltre che speculativo, in ambito appunto di un’emergenza… Assunto che Jennings abbia deviato rapidamente il proprio tragitto una volta avvertito, abbia parcheggiato frettolosamente la macchina nei pressi dell’edificio 7 e si sia diretto verso le scale mobili situate tra i “loading dock” del piano terra e la lobby al 3° piano(2° piano in Italia), diventa determinante dover riconoscere che, fino a quel momento, l’allarme non è ancora arrivato al suo apice e che il pericolo in corso non era considerato ancora, con piena certezza, un attacco terroristico a tutti gli effetti come lo diventerà invece da lì a qualche minuto. Le scale mobili che portavano alla lobby erano infatti ancora funzionanti all’interno del WTC7, prima dell’impatto delle 9:03 e la gente affluiva dai 2 passaggi sopraelevati comunicati con le torri per scappare. Il traffico delle vetture viene chiuso di lì a poco da Sheirer per permettere al soccorso di passare più rapidamente…


- Per i percorsi in ascensore, ogni tragitto di 20 piani da percorrere dal 3° al piano 23°, ritenevo che un tempo ragionevole si potesse collocare intorno ai 2 minuti (6 secondi a piano…!). dovetti ricredermi dal momento che trovai una fonte che citava una velocità di percorrenza di 78 piani, di una delle due torri gemelle, pari a 45 secondi:

It took only 45 seconds for an elevator to descend from the 78th floor to ground. [fire engineering)

…ipotizzai così, che la velocità degli ascensori delle torri gemelle potesse essere quadrupla rispetto a quella degli ascensori del WTC7: così conclusi che 50 secondi-un minuto circa, per la percorrenza di 20 piani, dalla lobby al 3° piano fino al 23° piano nel WTC7 potesse essere un tempo ragionevole. Ne riscontrai una sostanziale conferma, successivamente, quando lessi, in una testimonianza di un dipendente della SSB(Salomon Smith & Barney, società affittuaria del WTC7) che lavorava al piano 38°, che sostanzialmente affermava ci volessero circa 2 minuti per raggiungere la lobby al 3° piano, dal 38° nel quale si trovava:
“…we all got on the first elevator that came (probably not the right thing to do, but we did it anyway) and made it down to the lobby without incident in a couple of minutes.”

…la velocità di percorrenza, a piano, degli ascensori del WTC7, può attestarsi con una certa sicurezza intorno ai 3 secondi, determinando così un tempo impiegato, da Jennings, per le 3 tratte percorse (salita-discesa-risalita), tra i 3 e i 4 minuti, considerando anche che l’ascensore montacarichi potrebbe andare più lento dell’ascensore adibito a persone.

Il rapporto del NIST afferma che gli ascensori erano progettati per una tratta, dal 3° piano al 48°, della durata massima di 170 secondi…

- …tra le 8:46 e le 9:03 ci sono 17 minuti utili perché Jennings faccia ““tutto quello”” che dice di aver fatto:
1) 1-2 minuti, a partire dal primo impatto delle 8:46, per essere avvertito
2) 4 minuti impiegati per la percorrenza delle tre tratte in ascensore
3) 11-12 minuti, in stato di emergenza, per:
a) Raggiungere il WTC7 […in auto] e parcheggiare…
b) Percorrere a piedi il tragitto […dall’auto] fino alle scale mobili tra il piano 1° (…terra) e il 3°(secondo) del WTC7
c) Farsi identificare dalla sorveglianza nella lobby al 3° piano
d) Rendersi conto che l’OEM al 23° piano è chiuso e riflettere sul da farsi
e) Chiedere istruzioni alla sorveglianza su come fare per accedere all’OEM

Nella testimonianza di Jennings non viene detto dove si trovasse nel momento in cui veniva avvertito: dice infatti soltanto che stava andando a lavorare.
Tranquillamente, come tutte le persone fanno ogni mattina, si trovava nel traffico…
E come ogni mattina si stava recando sicuramente con la solita flemma…

…se una media oraria […in auto] ragionevole, nel traffico di New York, può essere ritenuta di 25 km/h (semafori, code, incroci, svolte, limite di velocità cittadino ecc.…), alle 8:48 circa, Jennings, dopo essere stato avvertito dell’impatto, potrebbe trovarsi a una distanza, dal suo posto di lavoro, compresa tra i 2 e i 4 chilometri, considerando che chiunque vada a lavorare in un ufficio pubblico si anticipi sempre rispetto all’inizio dell’orario di lavoro di quei 2-4 minuti e senza considerare che potrebbe essere stato solito fare una breve colazione prima del turno di lavoro.

…alle 8:47-8:48, 12-13 minuti prima che cominciasse a lavorare, e con il favore di un traffico, come ha descritto Jennings, scorrevole, la vicinanza al suo posto di lavoro può anche essere stata, in quel momento, più prossima rispetto al solito!

Indiscutibilmente, come Jennings viene avvertito del disastro, si affretta […pestando sull’acceleratore] per raggiungere il WTC7, come racconta di essergli stato ordinato, il più rapidamente possibile…

Se per qualche “debunker” questa scaletta rappresentasse una “montagna” di atti compiuti in troppo poco tempo a disposizione, la testimonianza di Brown dovrebbe rappresentare sicuramente l’impossibilità umana per compiere tutto ciò che dice di aver fatto:


Brown (I° parte)

Il 15 gennaio 2002 viene intervistato il pompiere Timothy Brown, addetto alle operazioni dell’OEM:

http://graphics8.nytimes.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110458.PDF

La testimonianza di Brown è lunga 20 pagine: le pagine che descrivono i momenti compresi tra l’impatto delle 8:46 e quello delle 9:03, sono 5.

Le azioni compiute e gli spostamenti eseguiti da Brown, da dopo che apprende dell’impatto alla torre nord fino all’impatto delle 9:03, sono illuminanti se messe in relazione a quelle effettuate da Barry Jennings:

- 8:46: Brown si trova al 3° piano del WTC7 a fare colazione. Non sente né rumore dell’impatto né vibrazioni. Alcune persone che avevano un posto a sedere vicino alle finestre sul lato della facciata sud guardano in alto e, poco dopo, gli spiegano cos’è successo.
- Corre giù per le scale mobili dirette al piano terra. Incontra Dreydon direttore delle operazioni dell’OEM (un altro dirigente dell’OEM, anziché andare all’OEM, si sta portando alla lobby della Torre Nord). Dreydon gli dice di salire all’OEM al 23° piano e di predisporre l’OEM per le operazioni di supervisione dell’emergenza.
- Prende l’ascensore e arriva al 23° piano.
- All’OEM trova Mike Lee e Mike Berkowitz che stanno attivando l’OEM.
- Lascia l’OEM, ritorna in ascensore e si dirige in strada
- Va verso la sua macchina situata tra WTC5 e l’edificio delle poste (100 metri circa di distanza)
- Arrivato alla macchina si spoglia parzialmente e indossa la tenuta d’ordinanza: elmetto, scarponi e giacca
- Va al lato opposto della Vesey, all’angolo sud-ovest del Verizon Building, sulla West: una distanza percorsa a piedi (300 metri circa) di poco inferiore a quella ricoperta da Zarrillo e Nahmod
- Incontra John Odermatt (…altro dirigente dell’OEM)
- Lo avverte che si sta dirigendo nella lobby della torre nord, per arrivare al “command post” lì istituito
- Anziché dirigersi direttamente, cioè da nord-ovest a sud-est, ritorna parallelo alla Vesey per passare attraverso il camminamento compreso tra WTC5 e WTC6 (150 metri circa) e rendersi conto dello stato delle facciate della Torre Nord, poi taglia percorrendo altri 150 metri circa per raggiungere la lobby della Torre Nord
- Arriva alla lobby della Torre Nord è osserva le fasi d’evacuazione (in WTC2 invece la gente viene invitata a risalire verso i propri uffici)…
- Non sapendo dove si trova il “command post”, pensa di dover scendere di un livello per trovarlo
- Una volta direttosi al livello sottostante trova una trentina di pompieri e si sofferma brevemente con due di loro…
- Da lì si dirige al “command post” vero e proprio dove rincontra Dreydon e gli sembra di riconoscere anche Sheirer.
- Brown racconta che gli sembrava di essere arrivato in quel luogo da circa 3 minuti e comincia a riflettere sulla necessità di richiedere la copertura aerea: ancora non ha avuto notizia del secondo impatto, quello di UA-175 (non c’era ancora certezza completa che si trattasse di un attacco terroristico ma si sospettava che lo fosse, Rotanz, dirigente OEM, in “The Third Tower” dice invece che ebbero la certezza dopo l’impatto del Pentagono, alle 9:38…)
- Inviano comunque il messaggio di richiesta di copertura aerea per l’inoltro presso la FAA e la Casa Bianca
- Un pompiere arriva, dove Brown si trova raggruppato insieme ad altri, e avverte che un secondo aereo ha colpito la torre sud: 9:03…

…si sbaglierebbe anche lui?!!

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