Re: Perche' l'Uomo e' Onnivoro

Inviato da  ivan il 19/10/2013 17:28:46
Perchč l'uomo č onnivoro ?

Semplice,perchč questo ha sempre passato il convento: fame, sete, malattie e scarsitā di risorse.

Come giā dicevo al buon Pike bisogna fare una breve escursione nel nostro passato basandoci non giā sulla macchina del tempo (l'ufficio progettazione ha ancora dei piccoli problemi di marketing a convincere tutte le restanti particelle dell'universo - anch'esse complottiste delle domenica quando sentono parlare di geodetiche dal percorso minimo - a ritornare sui loro passi) ma su quelle poche nozioni affidabili che sublimano dall'overload di informazioni che quotidianamente ci sommerge.

Allora, se proviamo ad elencare gli alimenti, vegetali ed animali, che possono essere mangiati crudi possiamo capire cosa c'era nel nostro passato, se c'era l'abbondanza o la miseria, ossia da dove veniamo, dove andiamo e cosa portiamo come tara (a parte il fiorino da pagare all'esattore che ci permette di esplorare il mondo; i ponti costano e come insegnano quelli che dicono soldi a tutti nulla alla fine dei conti e' gratis, "quella quota chiamata profitto qualcun'altro la paga al tuo posto" si diceva un tempo) .
Occorre pero' fare una premessa sulla capacitā di tutte le creature di sopravvivere nel lungo periodo.
Sorvolando sugli aspetti legati alle condizioni fisiche e climatiche , il problema fondamentale della vita č quello di inseguire il flebile fotone con il suo quanto di energia,fotone che il sole manda sulla terra giorno dopo giorno; quest'inseguire il fotone con il suo pacchetto di energia crea la catena alimentare; quindi di tutte le risorse che l'ambiente puo' offrire la piu' importane č l'anello della catena alimentare, il cibo.

Osserviamo che in natura ogni specie animale cerca di adattarsi a cibi particolari, non a tutti i cibi teoricamente disponibili; questo perchč la sfida per la sopravvivenza nel lungo periodo infatti la si puo' vincere solo se: 1) si riesce ad ottenere una sorta di monopolio su una qualche determinata risorsa in modo da poterne disporre quasi in esclusiva; 2) si sfrutta al massimo il chimismo delle sostanze di cui ci si nutre.

Ora questo implica adattamento e come e' noto i meccanismi evolutivi richiedono tempi di adattamento molto lunghi e tempi lunghi significano adattamenti profondi; ora gli adattamenti profondi hanno un grande vantaggio: non possono essere rovesciati molto facilmente e in questo modo si realizza una situazione di monopolio su una data risorsa alimentare; ossia, in altri termini gli organismi viventi tendono a specializzarsi rispetto a particolari alimenti perchč il fatto di disporre di un radicato adattamento ad un cibo particolare significa poter contare su di una solida garanzia di sopravvivenza, proprio perche' i tempi lunghi necessari per adattarsi impediscono alle altre specie di alterare la situazione di monopolio.

Ma un radicato adattamento al cibo significa anche un fine adattamento biochimico che consente all'organismo di trarre il massimo vantaggio dal nutrimento. Nel contempo l'adattamento deve anche far si' che il cibo sia allettante e gratificante, insomma piacevole. Cio' e' necessario affinche' possa essere scelto tra tutti quelli possibili, o preferito ad altri meno idonei. In definitiva si puo' dire che l'alimentazione naturale e' costituita da quei cibi nei confronti dei quali si sono formati degli specifici adattamenti: cibi che hanno anche la caratteristica di risultare piacevoli e desiderabili.

Premesso questo vediamo, procedendo per grandi categorie, cosa possiamo mangiare crudo, ossia vediamo a che tipo di alimento si č adatto nel lungo periodo il nostro organismo.
Tra i vegetali che possiamo mangiare crudi troviamo: la frutta in genere, le noci e le nocciole, alcuni tipi di bacche, le verdure in genere, alcune radici aventi la caratteristica di non richiedere l'uso di strumenti (bastone da scavo) per essere raccolte ( le radici e i tuberi che si possono mangiare crudi sono quelli che si possono raccogliere senza l'aiuto di alcun attrezzo).
Tra gli alimenti di origine animale che possono essere mangiati crudi troviamo: alcuni tipi di insetti, le uova, la carne dei salmoni, delle foche e di pochi altri animali acquatici,i frutti di mare e la carne del maiale.
Se per noi, abituati agli scaffali degli ipermercati, gli insetti possono apparire inusuali quali alimento per giunta da mangiare crudo, basta ricordare che nella fascia tropicale l'abitudine di mangiare insetti non solo č diffusa ma č anche apprezzata al punto di essere considerata una autentica ghiottoneria alla quali e' impossibile rinunciare. Ma non tutti gli insetti pero'possono essere mangiati crudi: alcuni tipi di bruchi, formiche, di cavallette ecc.
Ora questo magari puo' anche stupire ma e' in perfetto accordo con quello che ci si aspetta, ossia che in natura ben difficilmente un adattamento una volta acquisito viene perduto. Cosi', anche se non troviamo simpatica la cosa, questo implica che abbiamo dentro di noi un radicato adattamento a nutrirci di alcuni tipi di insetti ( e per di piu' crudi) ; ossia nella preistoria gli insetti erano un cibo comune, altro che le succulente bistecche di mammut di cui parla certa divulgazione scientifica.

Andiamo ai frutti mare, argomento ben noto dato che nelle zone costiere del Mediterraneo essi vengono spesso mangiati cosi' come vengono raccolti e si arriva al punto che in certe zone non ci si siede a tavola se a tavola non c'č il crudo di mare servito.
Ad essere mangiati crudi sono vari tipi di molluschi bivalvi (cozze, vongole ecc.), granchi crostacei, ricci, polipi . Da notare il nome di "frutti di mare" dato a questo tipo di cibo: come la frutta vera e propria i frutti di mare non richiedono la messa in atto di particolari tecniche di pesca o di caccia, ma basta solo cercarli e raccoglierli.

Andiamo a salmoni e le foche; le foche sono ormai cibo dei soli Esquimesi che proprio per questo hanno un nome che significa "mangiatori di carne cruda". Le foche un tempo abitavano anche le spiagge dei mari caldi e, nonostante la mole, costituivano una facile preda. Anche i salmoni frequentavano i corsi d'acqua che sfociano nei mari caldi, e anche loro potevano essere catturati facilmente durante le loro migrazioni nei luoghi di accoppiamento.
Attualmente foche e salmoni, che hanno pagato lo scotto della facilita' con la quale potevano e possono essere catturati, vivono solo nelle regioni piu' fredde e inaccessibili del pianeta, ben lontano dall'insostenibile pressione antropica dei sapiens.

Quindi ci siamo adattati perfettamente a mangiare questo tipo di cibo (frutti di mare, salmone, foche) . Ora cosa implica questo? Semplice : che l'uomo č una specie che non si e' semplicemente adatta all'ambiente marino ma che č una specie che ha nel mare la sua origine (ed ecco perchč l'anello di congiunzione con le scimmie non si trova: perchč non c'č, perchč siamo discendenti di mammiferi marini).

Infine c' č il maiale che č un caso non facile da spiegare ; la carne del maiale puo' notoriamente essere mangiata cruda ed č causa di cio' che si possono fare prosciutti e salami che possono essere mangiati crudi anche in assenza di stagionatura. E' l' adattamento dell'uomo a mangiare cruda la carne di maiale che distingue il maile dagli altri animali domestici.

Quello che si puo' dire di certo e' che, nei siti dell'Africa Orientale dove sono stati trovati i resti piu' antichi degli ominidi risalenti a 4 / 5 milioni di anni fa, proprio il maiale e' una delle specie i cui resti fossili sono piu' abbondanti. In altre parole il maiale ha sempre fatto parte del paesaggio dei nostri antenati fin dai tempi piu' remoti.

L'importanza del maiale nella nostra dieta va visa nell'ottica della pressione antropica e la conseguente penuria di risorse che causava.
Man mano che le risorse dei luoghi vicino al mare non reggevano la crescente pressione antropica, va da se' che ci s spostava verso l'interno, verso le campagne e i monti luoghi che di cibi prontamente edibile in gran quantitā erano avari; quindi il problema era come rendere edibile cio' che edibile non era in maniera efficace, ossia in maniera tale da non sprecare nulla; la risposta era semplice - almeno in apparenza , il maiale.
Il maiale č una specie onnivora, capace di mangiare praticamente tutto quel che c'č nel bosco o nella macchia, č una specie prolifera, č una specie relativamente facile da catturare - almeno gli esemplari piu' giovani - l'incontro con una scrofa di cinghiale in un bosco č una 'esperienza peggiore di quella di incontrare una lupa con i lupacchiotti al seguito - e da crescere in cattivitā.

Quindi e' giocoforza che ci sia adattati a nutrirsi di questa specie ma il problema come al solito č la carenza di risorse man mano che esse vengono consumate, problema che puo' essere affrontato con l'ottimizzazione dell'uso della risorsa; ed č cosi' che č nata la capacitā di sfruttare ogni parte del maiale, dalle interiora alle cotiche, ma questo implicava una padronanza di altre tecniche, dalla lavorazione dei metalli per creare utensili alla padronanza delle tecniche di cottura e conservazione dei cibi, ma qui siamo giā nella storia moderna o almeno in quella recente, non siamo piu' nella preistoria.

In sintesi la nostra storia č una storia triste, di sopravvivenza con quel poco che la battigia e le sue immediate vicinanze potevano offrire: crostacei, piccoli pesci, qualche insetto, un po' di frutta e di erbe quando andava bene.

La svolta si č avuta quando si č scoperto che il numero di particelle poteva essere contato con una bilancia, ma questo e' giā un altro discorso, discorso che ha poco risalto in una divulgazione scientifica dominata dal marketing che deve fare audiences al di lā dei contenuti.

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