Re: Preferenze in Pittura,Scultura ed arti varie,perchè?

Inviato da  roberto55 il 23/2/2007 13:32:14
Sul discorso del vuoto introdotto da Abulafia e ripreso da Massimo si potrebbero fare mille digressioni.

C’è un pittore, nella storia dell’arte del novecento, che, secondo me, ha saputo raffigurare meglio di chiunque altro un’espressione intima del vuoto.

L’americano Edward Hopper (New York, 1882-1967).

Hopper è considerato (a torto, secondo me) uno dei maggiori esponenti del realismo pittorico… ma la sua pittura, al contrario, è drammaticamente fedele solo ad una realtà interiore.

Sospeso tra reale e metafisico, congela con essenzialità stilistica la quotidianità della provincia americana negli anni della crisi di Wall Street e del New Deal.
E la coglie fermando il tempo, fissandola in un attimo emozionale ed emozionante fatto di silenzio, solitudine, attesa… di vuoto, appunto.

Ogni sua tela è un fermo immagine eterno.

E’ attesa immobile ed infinita, avvolta da un silenzio surreale, talvolta angosciante, sempre alienante… amplificata da una luce netta, impietosa che accentua ombre e pensieri e si fa alleata dello spettatore, offrendogli sì la miseria del quotidiano ma, allo stesso tempo, anche la possibilità di trascenderla.

Ogni tela è tensione che scaturisce dall’essenziale: i dettagli non servono. E’ il “lettore” che li aggiunge al misero, patetico, soffocante, vuoto vissuto di ciascun personaggio, di ciascun ambiente.

In ogni sua opera, è come se una misteriosa forza avesse sottratto tutta l’aria dalla scena.

Ecco… il vuoto come contenuto esclusivo dell’opera di uno straordinario artista.

The Circle Theatre, 1936




Room in New York, 1932



roberto

P.S. Nell’avatar che mi accompagna da quando sono registrato su Luogocomune c’è un frammento di un’opera di un altro straordinario pittore del novecento, Hans Hartung, maestro dell’informale.
Ma questo è tutto un altro discorso.

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