Re: Gli extraterrestri non esistono!

Inviato da  alroc il 18/4/2015 23:27:08
Citazione:
Teorie evidentemente sbagliate, se lui parte dall'assunto che l'antifotone sia una particella distinta dal fotone (il fotone è l'antiparticella di sé stessa, per cui l'antifotone, di fatto, non esiste)


EVIDEON PAG 12 e seguenti

In parole povere l’anti fotone potrebbe essere rappresentabile da un fotone che, per la fisica quantistica classica, alla velocità della luce, andrebbe indietro nel tempo ed è per questo motivo che, anche se si ottenesse in un acceleratore di particelle, esso scomparirebbe immediatamente rendendosi elusivo a qualsiasi tipo di detector oggi conosciuto.
Bisogna porre l’evidenza sul fatto che esistono molte teorie di fisica che cercano di spiegare qualcosa della realtà virtuale ma nessuna di esse riesce a spiegare tutto, a causa della complessità non tanto dell’universo ma della teoria di partenza che, nel tempo, ha subìto numerosi scossoni, nel tentativo di adattarla alle molteplici incongruenze, cercando di evitare di considerare l’ipotesi dell’universo virtuale privo di massa. In questo contesto e con questi preconcetti di base, i fisici hanno tentato di rabberciare una teoria che parte da punti apparentemente errati. Una delle condizioni di partenza, che potrebbero essere errate, per la teoria, sembra essere quella che insiste sulla esistenza di un ipotetico bosone di Higgs (la particella che trasporterebbe l’informazione della massa).
La teoria di base del mondo delle particelle subatomiche è stata costruita da Higgs, il quale, per primo, sostiene che nella sua ipotesi di lavoro, non si riesca a prevedere la massa delle particelle che a lui appaiono puntiformi. Sulla base di questi requisiti si costruisce tutto il resto, dimenticandosi che, se tutto il resto deve rimanere in piedi, ecco che una massa ci deve pur essere, visto che si può misurare. In questo contesto si muovono i tentativi dei fisici moderni di scoprire per forza che esista una particella subatomica, detta appunto bosone di Higgs che, in qualche modo, contenga le informazioni della massa. Ammettere l’assenza di massa sarebbe come dire che si deve ammettere l’inesistenza della evidenza della misura. I fisici, che basano tutto sull’idea che le cose esistono solo perché possono essere misurate, considererebbero questo fatto non tanto un fallimento della scienza ma il baratro che getta l’uomo nell’inconsistenza dell’universo stesso. Noi vivremmo nel nulla, saremmo il frutto del sogno di un gigante dormiente e non avremmo identità propria. Il fisico avrebbe paura di perdere così la sua identità.
Nonostante però i tentativi di sostenere il vecchio approccio, lavorando su qualche variazione che serva a renderne più lunga l’agonia, i fisici stanno andando sempre più verso una visione dell’universo basata essenzialmente ed unicamente sull’approccio geometrico, legato a regole di semplice simmetria, che ovviamente sono l’approccio ideico e simbolico del cervello ancestrale umano, che noi peraltro qui enfatizziamo.
Luciano Boi, dell’École des Hautes Études en Sciences Sociales, Centre de Mathématiques (Paris), in un interessante articolo pubblicato su © Isonomia. Rivista di filosofia ISSN 2037-4348 | Febbraio 2012 | pp. 1-37. Dichiara:
Tre grandi problemi concettuali (si potrebbe anche dire metafisici) ci appaiono centrali nella fisica contemporanea. (i) Un problema fondamentale è il carattere non locale degli enti fisici che caratterizzano le teorie dei campi quantistici, e altresì la natura globale delle strutture matematiche che modellano le proprietà di questi stessi enti. (ii) C’è poi il problema dell’origine dell’universo e di come spiegare la singolarità (fisica e topologica) iniziale. Esiste oggi non uno ma una pluralità di modelli cosmologici che sono stati proposti per descrivere l’origine del nostro universo e le leggi della sua espansione spaziale ed evoluzione temporale.
(iii) C’è infine la questione importantissima che riguarda la natura e struttura dello spazio- tempo; si tratta di comprendere se esso è una realtà data a priori oppure se emerge dalla dinamica stessa dei fenomeni fisici, e di capire anche l’influenza che le fluttuazioni quantistiche possono avere sulla geometria e la topologia dello spazio-tempo. Alcune riformulazioni recenti delle teorie quantistiche di campo, e in particolare le teorie della gravità quantistica, ci portano a considerare due possibili nuovi scenari della fisica: (a) il carattere emergente dello spazio-tempo dalla dinamica inerente a una specifica teoria quantistica di campo, (b) e la copresenza di più strutture matematiche in una stessa teoria fisica che descrive i fenomeni alle scale atomica e subatomica. ….. Negli ultimi tre decenni la nostra concezione dello spazio e dello spazio-tempo si è arricchita notevolmente e ha conosciuto dei cambiamenti profondi grazie all’introduzione di un insieme di nuove strutture matematiche non puntuali, non lineari e non commutative, che formano quella che oggi viene chiamata geometria quantica. Queste strutture sono al cuore delle teorie di Gauge non-abeliane, che sono riuscite nell’intento di unificare le particelle con i campi e la geometria dello spazio-tempo con la dinamica dei fenomeni fisici tramite la descrizione e il modellamento delle interazioni fondamentali per mezzo di certi gruppi di trasformazioni (gruppi di Lie compatti) e delle loro rappresentazioni. La costruzione allargata del modello standard della fisica, che ingloba è infatti interamente fondata sull’idea di gruppo di simmetria e di spazio con connessione sul quale esso agisce. Se però, da un lato, un simile modello descrive profondamente e in modo coerente le interazioni fisiche dovute alle tre forze fondamentali esistenti in natura, dall’altro, esso è incapace di spiegare la forza di gravitazione e, di conseguenza, di inglobare la relatività generale in un’immagine unitaria del mondo fisico.
Dunque il nostro approccio basato solo su ragioni ideico simboliche (dove la massa non appare) e cioè geometriche sarebbe plausibile. (Continua)

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