Re: Gli extraterrestri non esistono!

Inviato da  alroc il 19/4/2015 18:24:19
Da wiki:

Il 5 aprile 2012, nell'anello che corre con i suoi 27 km sotto la frontiera tra Svizzera e Francia, veniva raggiunta l'energia massima mai toccata di 8 000 miliardi di elettronvolt (8 TeV).[15] Gli ulteriori dati acquisiti permettevano di raggiungere la precisione richiesta, e il 4 luglio 2012, in una conferenza tenuta nell'auditorium del CERN, presente Peter Higgs, i portavoce dei due esperimenti, Fabiola Gianotti per l'esperimento ATLAS e Joseph Incandela per l'esperimento CMS, davano l'annuncio della scoperta di una particella compatibile con il bosone di Higgs, la cui massa risulta intorno ai 126 GeV per ATLAS[16] e intorno ai 125,3 GeV per CMS[17].

La scoperta del Bosone di Higgs veniva ufficialmente confermata il 6 marzo 2013, nel corso di una conferenza tenuta dai fisici del CERN a La Thuile. I dati relativi alle sue caratteristiche sono tuttavia ancora incompleti.

Tutta questa sicurezza sul fatto che il Bosone di Higgs sia reale e misurato nei minimi dettagli non mi pare che sia notizia divulgata.

Inoltre, quando tu affermi:

Citazione:
Le teorie quantistiche di campo funzionano benissimo. Non è che hanno problemi al loro interno perché compare la massa delle particelle, e la massa rimanda alla gravità. La gravità e le teorie quantistiche di campo sono due mondi attualmente separati che non si riescono a collegare. Non è che se togli la massa dalle teorie quantistiche di campo allora elimini il problema e crei un modello plausibile.


Qui non si tratta di "togliere" massa per risolvere il problema della gravità...

Caro Heisemberg,
guardi in maniera "piatta" la costruzione di un paradigma diverso dai precedenti fino ad ora proposti. Per poter intuire il senso dei ragionamenti di Malanga dovresti aggiungere "tridimensionalità" alla tua osservazione. Se tu, come ricercatore, cerchi di risolvere il problema del divario tra gravità e teorie quantistiche tramite misurazioni, non troverai un punto d'incontro tra questi differenti aspetti della fisica. Cercherai lì dove possibile di appigliarti a risultati più o meno vantaggiosi per il tuo fine, forzando un pochino dei ritrovamenti che altro non sono che "tracce", "orme" non evidenze sperimentali di una particella osservabile a tutto tondo.
Il "ritrovamento" del bosone non è la panacea per ogni lacuna della teoria del tutto.
C'è ancora molto da studiare su questo ritrovamento e al momento l' LHC è in manutenzione.

Cosa intendo dire che dovresti "tridimensionalizzare" il tuo pensiero?

Intendo dire che il paradigma di Malanga parte dalla teoria di Bohm

A Bohm si aggiungono Aspect, Pribram, etc.
Il cuore del problema è COME si guarda la fisica:

Citazione:
universo dentro di noi.
Il mondo delle particelle subatomiche è piuttosto complesso così come lo hanno, fino ad oggi, saputo descrivere i fisici atomici. La nostra sfida era dimostrare che tutto questo mondo è già implementato nella nostra mente e non c’è bisogno di effettuare calcoli per verificarne l’esistenza. In altre parole se l’universo è virtuale, non esiste nessuna misura da effettuare perché non esiste nessuna cosa da misurare poiché tutto è olografico e mutevole, secondo il volere della coscienza. Tale mutevolezza però è ben visibile o evidenziabile da un modello mentale comune a tutti gli esseri di questo universo. Il modello mentale descrittivo dell’universo può essere estrapolato dalla simulazione mentale detta TCT o triade color test che, sulla base di leggi di simmetria dello spazio dei colori archetipico di Pulver e Lusher, ne trascrive le regole di comportamento.
In altre parole, all’interno del TCT, devono evidenziarsi le regole che descrivono il tutto e nel tutto c’è anche il mondo della fisica subatomica.


Le misurazioni non sono sufficienti a trovare risposte. Tu come ricercatore dovresti aver capito che non bastano. Dovresti solo spostare lo sguardo e osservare la "grammatica" comportamentale dell'umanità per capire.
Il nostro modo di comportarci è un campo di ricerca che non è lontano dalla tua materia di studio. La tua formazione ti induce a scindere gli ambiti in cui ti muovi, ma se provassi a "unire", scorgeresti molte cose mai notate, cambierebbe la prospettiva, arricchiresti il tuo campo di osservazione che al momento è bidimensionale.

La tua scienza diventerebbe co-scienza.

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