Razzismo

Inviato da  Calvero il 23/10/2010 0:11:13
Questa sera al bancone di un bar, ho ordinato il mio caffè.

Al mancare di un ora dalla chiusura la banconiera era già intenta a terminare le ultime pulizie. Un tipo a fianco a me sulla sessantina, arrivato dalla vicina Stazione Ferroviaria, sicuramente non del posto, ha ordinato un taglio di nero (così si usa dire).

Sulla TV LCD (immancabilmente ovunque oramai ... che due coglioni!) messa all'angolo in alto del Bar, scorrevano le immagini sinuose di MTV (tette, culi, labbra, ammiccamenti, trasparenze, fotografi seriosi che catturavano - neanche stessero dipingendo la Gioconda - quella che fondamentalmente è solo carne da macello) di modelle e vestiti che donne comuni mai vestiranno... e la musica che si diffondeva nel locale non era della TV. Già! anche questa (che ri-due coglioni). La musica veniva dalla "console". WOW! due in uno e separati insieme ... cosa volere di più?

Da una parte la musica commerciale o pseudo-tale, et simili... con sospiri e coretti ansimanti che sembrano sussurarti nell'orecchio di essere all'ultimo capodanno, sì come no, mentre fuori la notte parlava in tutta la sua verità. Asfalto nero e qualche sporadica auto. Gente annoiata al bar di fronte, qualche sorriso e sghignazzo ... sempre uguale ai sorrisi che vedo davanti a quei Bar

Vabbé, penso io ..buono il caffè però.

Il tipo del "taglio di nero" si allontana dal bancone, si apparta educatamente, si siede e comincia una discussione, pare di lavoro, al cellulare.

La barista sospira e gentilmente a cercar conversazione, sbuffa le sue pulizie come a dire - OK ho quasi finito il turno -... ci scambiamo due parole.

Nasce un discorso che la rivela schietta e brillante nei pensieri, nelle deduzioni veloci che possono velocemente correre in brevi dialoghi di circostanza. Si ammette, con delusione per entrambi, del carattere chiuso che caratterizza la zona e la gente .. e lei si aggancia all'idea di andar lontano. Mi racconta di lei, del suo ragazzo e, alle mie riflessioni di passaggio, percepisce come qualcosa di stonato ci sia, lì, con quel che la circonda; con la sua vitalità; con i suoi colori; percepisce come io abbia compreso il sottofondo di questa sua consapevolezza .. si sente a suo agio, si sente compresa..

- ma come! - gli dico sorridendo (mi parlava della Sardegna) - lanciati! sei giovane, prendi baracche moroso e burattini e partite! no? - così di getto, senza riflettere sul perché e il per come di un bel niente ....

..i suoi occhioni neri e profondi si sono fermati.. ed era lì, in qualche viaggio che l'aveva catturata, sospesa, brillante. E capii che era parte di un suo vissuto, di nostalgie, di cose lontane ma non troppo..

- non sei Italiana, di dove sei? - gli ho chiesto

.. rumena - poi ha portato le mani al cuore riferendosi all'acqua sicuramente meravigliosa del mare di Sardegna, che desiderava raggiungere.

- Caspita! - ha aggiunto - l'hanno prossimo se riesco, se ce la facciamo coi soldi, almeno le ferie devo riuscirle a fare.

Sì, era parte delle sue nostalgie, poiché cittadina del mondo non per definizione ma per spirito. Come tutti si dovrebbe essere. Ingenuamente bella nei suoi modi, ... come se a spiccare il volo, solo un filo di seta la teneva ancorata alla società, a un bar, a un Televisore LCD che parla di un mondo finto e pure in silenzio, con il rumore di una musica che sospira illusioni

.. e così, ogni tanto, mi capita di sentire verità, di occhi che - come si suol dire troppe volte con leggerezza - sono sì veramente specchio di un anima, di una vita... dolci; di un fiore che reclama i suoi raggi, di un Sole che, come la pioggia, coglie ogni sentiero, ogni foglia, ogni colore, ogni sentimento, ogni nostalgia

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