Re: Anarchia

Inviato da  nessuno il 19/4/2006 12:56:27
Citazione:
Quindi si puo' dire che il primo stadio dell'anarchia e' l'indipendenza dal resto del mondo (...siano essi singoli individui e/o nuclei famigliari e/o comunita' intere...) ?


Credo di sì, almeno in parte. Nel senso che questa indipendenza è il primo passo per comprendere l'interdipendenza.
Cerco di spiegarmi. L'indipendenza, l'autonomia, la capacità di decidere della propria vita nel modo il più possibile scevro da condizionamenti esterni sono un passo necessario. Attraverso queste forme di vita è possibile "inventare" soluzioni nuove a problemi vecchi. Soluzioni parziali, temporanee, sempre rifacibili e abbandonabili, che non si cristallizzino e non diventino dogmi.
Per continuare su questa strada, credo occorra riconoscere che gli esseri umani sono interdipendenti tra di loro e con il mondo nel quale si trovano a vivere. Cioè, la mia vita dipende da (e influisce su) le vite degli altri esseri umani, più o meno direttamente, e sul pianeta sul quale abito.
La contraddizione tra autonomia e dipendenza è apparentem secondo me. Una volta riconosciuti i limiti fisici, intrinseci al nostro essere su questa terra e a l nostro essere degli esseri umani, si aprono spazi di libertà sul come gestire questi limiti.
Spazi che i poteri tentano di chiudere il più possibile. È possibile produrre energia in modo differente? Certo, e lo si fa anche, a patto che i profitti vadano a qualche società multinazionale. È possibile una mobilità differente? Certo, ma questo porterebbe a mettere in discussione molti paradigmi dominanti, a cominciare da quello per cui "il tempo è denaro". Quindi, si alla TAV, ma no ad una ripartizione del tempo di lavoro che consenta tempi di vita autonomi e non eterodiretti dal sistema televisivo-informativo.
È possibile organizzare la produzione in modo differente? Sì, credo che sia possibile. A patto di riconoscere l'intelligenza delle persone, anche di quelle che svolgono i "lavori umili". Ma farlo significa rimettere in discussione il dogma della "catena di comando" che, dall'esercito alla fabbrica al gruppo alla famiglia, ritiene sia necessario un "capo" perché le cose funzionino.
Io penso sempre più che sia necessario creare reti di comunicazione e scambio tra chi pensa più o meno nello stesso modo, tra chi tende verso obiettivi che possono essere condivisi (con le varianti del caso). Non una comunità, ma una rete di rapporti e relazioni, informazioni, scambi, che consenta a chi vuole vivere in modo differente di sperimentare quanto sia possibile farlo qui e d ora, con le nostre forze e le nostre passioni, con la nostra intelligenza e le soluzioni provvisorie che diamo ai problemi che ci si presentano di volta in volta.

Buona vita

Guglielmo

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=52&topic_id=1146&post_id=20248