Re: Anarchia

Inviato da  florizel il 21/4/2006 3:07:51
PadmaCitazione:
L’anarchismo ha soltanto bisogno di un momento di violenza per finire tutte le violenze: la rivoluzione., presa direttamente dal link sopra citato.
L'anarchia non può essere imposta dalla prima categoria alla seconda, violerebbe i suoi principi primi, anche nell'improbabile scenario in cui la prima classe di persone fosse molto più numerosa della seconda.


Infatti,Padma,credo che la tua osservazione sia giustissima.
Nessuna altra idea "sociale",si oppone alla costrizione o all'imposizione come l'anarchia,almeno fin quando essa viene accolta non come un dogma,ma come una possibilità.
Dalla Faq :
“incoraggiare organizzazioni popolari d’ogni tipo è la logica conseguenza della nostre idee, e dovrebbero dunque essere parte integrante del nostro programma…gli anarchici non vogliono liberare la gente; vogliamo che la gente si libera da soli…vogliamo un nuovo modo di vivere che emerge dalla massa della gente e corrisponde allo stato del loro sviluppo che avanza mentre avanzano”.
Errico Malatesta.

L'idea di violenza cui si fa cenno,è strettamente connessa con l'idea di una violenza "difensiva",non offensiva,per la semplice ragione che l'anarchia non propone il problema di controffendere,ma di costruire ed agevolare dei processi che vedano protagonisti quanti più individui è possibile.
La rivoluzione spagnola del 1936 è stata frutto di un processo lento,capillare e spontaneo:Sempre dal link,alla pagina di cui sopra.
"La libertà, proprio per la sua natura, non può essere regalata."

Credo che dovremmo discostarci un attimo dalla visione "iconografica" che è stata data della rivoluzione,per afferrarne le possibili espressioni e le diverse fasi che essa può attraversare.
Così come dovremmo riflettere sul termine "libertà".
Lo slogan anarchico è "nè dio nè stato",ma questa cosa va interpretata:affermare la libertà implica affermare anche che ogni individuo è libero di professare la religione che crede opportuna,oppure vivere secondo uno stile di vita che ritiene congeniale a se stesso,senza imposizione di sorta verso nessuno.
Ma questo riconoscere la scelta della fede come un diritto umano è cosa diversa dal rifiuto di un Potere,in questo caso ecclesiastico, che trae i suoi vantaggi da questa ispirazione umana,dal bisogno o meno che l'uomo ha di credere.

Citazione:
la reale scelta anarchica è difficile, poiché passa attraverso un momento di rinuncia, ovvero rinuncia alla "comodità" di vivere in un sistema preconfezionato come questo, per buttarsi in una comunità anarchica autogestita che perlomeno in un primo momento di autoorganizzazione vacillerebbe in quanto a comodità

Se gli individui capissero fino in fondo cosa si cela dietro la "comodità",credo che ci rinuncerebbero subito.
Tra l'altro,i principi anarchici sono forse più condivisi da chi quelle "comodità" non le possiede,poichè esse sono spesso il prezzo che si paga in conseguenza dell'ottundimento della consapevolezza.
Non credo che l'anarchia possa ridursi ad essere un prodotto elitario,o un'opzione per gente stanca ed annoiata,credo piuttosto che sia una necessità per tutti,una possibilità anche per chi vi si trova,di uscire fuori dalla gabbia dorata.

Citazione:
la partecipazione al sistema "classico" col meccanismo del voto è solamente un'autodifesa, ovvero un proteggere il piccolo ecosistema individuale (che aspira ovviamente a quello comunitario) tendente alla liberazione di ogni principio di autorità.

Ma infatti,nessuno impedisce a nessun'altro di esprimere l'adesione all'idea del voto.
Però per un anarchico è inevitabile riconoscere nell'esercizio del voto un'abitudine al sistema,una resa ai suoi criteri calati dall'alto,e la sua autoconservazione.
Soprattutto perchè è attraverso il voto che avviene la più grande mistificazione dello stato:quella di illudere che liberandosi di un'autorità,non ne subentri un'altra.
L'ecosistema individuale non può aspirare a quello comunitario finchè gli effetti da esso prodotti gravano anche sugli altri:questo è il paradosso della "democrazia",che contrariamente a quanto si crede,afferma un'insidiosa uguaglianza piuttosto che la "diversità".
La "democrazia" dovrebbe invece garantire quelle diversità,ma com'è che l'effetto che se ne riceve è l'omologazione?

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=52&topic_id=1146&post_id=20602