Re: Anarchia

Inviato da  Pausania il 26/4/2006 11:17:48
Umilmente mi permetto di tentare di spiegare cosa non va nel ragionamento di Santa.
Santa postula l'esistenza di una legge naturale, e quindi argomenta di conseguenza. Ma non esplicita cosa sia la legge naturale. Di conseguenza dice che un tempo la legge naturale era quella di Dio, ma poiché oggi non tutti credono a Dio, bisogna trovarne un'altra.
In questo modo "smonta" da solo l'idea di legge naturale, perché per essere naturale non puó cambiare a seconda del sentire umano. Infatti Santa sei tu stesso a dire che a partire dalle tue premesse non c'é soluzione, né pratica né teorica. Perché tu stesso non definisci una legge naturale, ma cosa era per gli antichi la legge naturale, che é cosa ben diversa.
Ebbe a dire Arisototele riguardo alla legge naturale:

"del giusto civile una parte è di origine naturale, un 'altra si fonda sulla legge. Naturale è quel giusto che mantiene ovunque lo stesso effetto e non dipende dal fatto che a uno sembra buono oppure no; fondato sulla legge è quello, invece, di cui non importa nulla se le sue origin sian tali o talaltre, bensì importa com'esso sia, una volta che sia sancito"

Qui Dio non ha ospitalitá (e giá siamo ad una diversa concezione della legge naturale rispetto al medioevo) e il valore si basa sul fatto che é sempre buono, a prescindere da come la si pensi. Il problema é questo: come si fa a stabilire che esiste una legge giusta anche quando sembra ingiusta? O si ricorre all'autoritá esterna (Dio), ma é solo uno spostare il problema, in quanto Dio non é accettato da tutti (e si torna la problema di partenza); oppure si accetta che non esiste una legge naturale, e che proprio in forza di questo ogni azione organizzativa non puó mai porsi come assoluta (cioé naturale), in quanto esclusivo risultato di uomini, fallaci, egoisti, ottusi, religiosi, eroi, martiri che siano. Poiché non possiamo uscire dalla relativitá del giudizio umano, l'ammettere una legge universale qualsivoglia significa in sé elevare un pensiero relativo ad assoluto, cioé imporre una visione su tutte le altre.

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