Re: Anarchia

Inviato da  prealbe il 16/7/2007 20:23:55
Allora, Sick.

Intanto ti becchi la risposta che ti avevo preparato senza poterla postare prima.

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Ciao, Sick. Intanto grazie per lo sforzo.

Iniziamo.

Citazione:
Spesso è stato e MI è stato detto che le risposte vanno cercate da sè, prima di pretenderne dagli altri. Proverò a mostrare a Prealbe, che si è ostinato a farle senza pensarci - evidentemente perchè una società libera non è il suo obiettivo - il risultato di qualche riflessione.

Ci ho pensato, ci ho pensato eccome. E ho tratto le mie conclusioni, le mie risposte. Negative, per la cronaca. Però siccome non mi ritengo a prova d’errore (qualunque sia l’impressione che posso invece dare ), cerco il confronto. E faccio domande a chi manifesta all'opposto piena convinzione nei riguardi dell’attuabilità dell’anarchia.

Citazione:
Le premesse da cui parto sono due, e mi scuserà Florizel se la mia bocca non è ancora abbastanza pulita per parlare di Anarchia (lo so da me):

Se mi si permette un’osservazione a margine, dirò che questo (piuttosto diffuso qui) atteggiamento di deferenza intellettuale verso l’anarchia (rigorosamente maiuscola, ché se no si offende ) come se si trattasse di un argomento semisacro già mi induce una qualche [EDIT]perplessità[/EDIT].

Citazione:
1) ho letto troppo poco di Anarchia. QUelle che seguono sono considerazioni che ho provato a fare libera mente; rischieranno di essere banali, errate, ridondanti. Ma qualche punto bisogna cominciare.

Ti rinnovo il mio apprezzamento. Almeno tu non sfuggi il confronto.

Citazione:
2)E' necessario, a mio avviso, una sorta di "carta costituente" minima, ovvero non una costituzione di tipo statale ma un insieme di PRINCIPI ISPIRATORI minimi condivisi. Il problema è quali. Io mi limiterò ad indicare quelli che per me sono imprescindibili.

La condivisione dei principi ispiratori è sicuramente un punto focale di qualunque gruppo sociale. E probabilmente ci vuole ancora qualcosa in più, per fare funzionare la cosa. Sulla questione ho, al contrario, recepito fin qui un silenzio piuttosto assordante.

Sui tuoi primi due argomenti (“LA TERRA” e “SCAMBI CON L'ESTERO”) non ho particolari osservazioni da fare: diciamo che, dati certi presupposti sociali, le possibili impostazioni equivalenti della gestione di tali due ambiti rimangono numerose e adottarne una piuttosto che un’altra fra queste non ha particolare importanza.

Per quanto riguarda il terzo (“GIUSTIZIA”) qualche valutazione ce l’ho.
Citazione:
Immagino che sia inapplicabile in una libera società il sistema delle carceri. La giustizia, pertanto, si preoccuperà solo e soltanto di giudicare e irrorare pene o decidere chi ha ragione e chi torto, senza che vi sia un esecutivo che provveda a far sì che vengano applicate le decisioni. Si rimette al singolo la volontà o meno di saldare il proprio debito.

L’efficacia di tale strategia è prossima allo zero (non ho ancora deciso se per eccesso o per difetto ); non poggia comunque su alcuna tipologia di uomo nota. Mi viene in mente Socrate, ma voglio sperare che non si ipotizzi una società in cui ogni membro sia a tale livello, con la pretesa di avere detto alcunché di minimamente realistico.

Il resto di quanto dici sull’argomento lo trovo un po’ troppo “burocratico” e meccanico, ma può anche andare bene. Vale la considerazione fatta poc’anzi sull’equivalenza tra diverse possibili soluzioni. Il nocciolo non è lì.

Anche sulla efficacia pratica di quanto detto al titolo “REATI FINANZIARI; BOLLE SPECULATIVE; TRUFFE” ho parecchi dubbi. Ripeto comunque qualcosa che ho già detto altrove: non c’è nessun meccanismo che in ambito sociale garantisca il risultato. Ogni “regola” deve essere sostanziata dagli uomini che la applicano; si tratta semplicemente di uno strumento, e come tale può essere utilizzato propriamente o impropriamente, a secondo di chi lo maneggia. Questo è il vero problema: come indurre da parte delle persone un uso proprio dello strumento?

Quest’ultima affermazione invece
Citazione:
In ogni caso al singolo è rimessa la responsabilità di non farsi truffare.

la trovo proprio del tutto non condivisibile. Socialmente spietata. E iniqua per mille ragioni, prima fra tutte lo squilibrio inevitabile di competenza - a favore del primo - tra chi perpetri una truffa e chi la subisca.

Infine per quanto riguarda “ESERCITO E POLIZIA”:
Citazione:
Organi liberi che provvederebbero all'autofinanziamento (anche qui i cittadini, e soprattutto i ricchi, avrebbero tutto l'interesse al funzionamento dei due organi), i cui compiti sono la difesa dalla violenza dall'esterno e all'interno della società. VI aderirebbero tutti coloro che per la difesa della società e dei suoi interessi sono disposti a combattere - quindi in nome del principio di libertà stesso - e color che, nel caso della polizia, per il suo funzionamento paicifico siano disposti a sorvegliare e correre i rischi che il lavoro comporta.

Intanto già parlando di “cittadini ricchi” mi sa che l’anatema di Florizel non te lo scampi.
Per il resto ci sarebbero da precisare meglio facoltà e funzioni di entrambi, perché si chiarirebbero meglio i presupposti inespressi del contesto sociale che ipotizzi.

Citazione:
Mi fermo qui. SO che il tutto ha un'aria superficiale, ma se si comincia a darsi delle risposte invece che limitarsi a porre domande, ci si rende conto che FUNZIONEREBBE

Continuo proprio a temere di NO.
Manca ancora la definizione di vari pilastri essenziali al funzionamento di un contesto sociale. Soprattutto non è chiaro cosa dovrebbe trasformare una massa di individui sparsi una comunità coesa.

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Dopodichè, a fronte dell’autorimozione (un po’ incomprensibile e un po’ no ), le varie espressioni di apprezzamento sono da considerarsi un tantinello meno intense.


Prealbe


[EDIT] Ho limato un'espressione del post, come da segnalazione di Santaruina, per evitare inutili polemiche. [/EDIT]

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