Re: Ma al di là di tutto.. Cosa è cambiato dall'11 Settembre dentro di noi?

Inviato da  Ashoka il 31/5/2006 21:16:56
Ciao Stefano,

innanzitutto in bocca al lupo per la maturità. E' passato qualche anno (pochi eh!!) oramai da quando l'ho affrontata io (credo sia stata l'ultima col vecchio metodo). Innanzitutto ti linko questo archivio di articoli sul 9/11 che magari ti potrà essere d'aiuto.

Venendo a quel giorno maledetto, era un martedì e mi ricordo che eravamo tutti a casa (4 studenti) a Torino quando uno dei miei coinquilini ci chiamò alla televisione: tutte le reti stavano trasmettendo le immagini del World Trade Center dopo il primo impatto. Le ipotesi iniziali erano di un incidente aereo ma ebbero poca vita perché subito dopo, in diretta, ci furono mostrate le immagini del secondo schianto...

e fu subito chiaro: l'America era sotto attacco

I ricordi poi sin fanno confusi, mi ricordo che uno dei miei coinquilini ipotizzò subito che fossero stati i Talebani ed Osama bin Laden, un altro disse che se lo erano meritato...

Mi ricordo che rimasi in silenzio, ascoltai le notizie che annunciavano una possibile esplosione a Capitol Hill, poi del probabile schianto di un elicottero (!!!) al Pentagono, di un aereo ancora sull'Atlantico dirottato, etc. etc.
Una cosa la ricordo però benissimo e la trovo inquietante (per me): quando le torri crollarono la prima cosa che pensai fu: “era inevitabile che accadesse”. Mi sembrava allora che fosse “naturale” che quegli enormi edifici dovessero crollare, come se tutto fosse già stato scritto e che quello fosse il finale scontato.. Non so se son riuscito a farmi comprendere.

Cosa è cambiato da allora per me?

Sono sempre stato un appassionato di storia e spesso ho passato il tempo libero (quando non giocavo al campetto) a leggere numerosi “tomi”.. alcuni dei quali decisamente poco interessanti (il tomo di Bloch sul Medioevo lo fanno ancora leggere?). Al liceo mi era stata “trasmessa” l'idea che sì, la storia degli avvenimenti singoli è importante (la cosiddetta storia evenementielle), ma che l'importante era la storia del pensiero politico, delle conquiste dell'uomo, etc. etc.) e che i singoli avvenimenti non avevano “troppo peso”. Un Roosevelt, Churchill, o lo stesso Hitler non erano altro che i prodotti del loro tempo, di quella situazione e del loro popolo...

Dopo l'11 Settembre ho ricominciato a credere che la storia sia fatta dei singoli avvenimenti, del loro intreccio, delle loro trame e che la conoscenza di tutto ciò che sta intorno, di chi sono i decisori, dei loro veri obiettivi, insomma dei perché della storia, sia fondamentale per comprenderla a fondo.

Quel giorno, e le ricerche successive, mi hanno insegnato che questo lavoro lo si può e lo si deve fare da soli, perché ogni intermediario, potenzialmente, può distorcere la verità, stravolgerne il significato, ribaltare la prospettiva.

Anche involontariamente sia chiaro ma non lo credo. Dopotutto John Swinton disse:

There is no such thing, at this date of the world's history, in America, as an independent press. You know it and I know it.
There is not one of you who dares to write your honest opinions, and if you did, you know beforehand that it would never appear in print. I am paid weekly for keeping my honest opinion out of the paper I am connected with. Others of you are paid similar salaries for similar things, and any of you who would be so foolish as to write honest opinions would be out on the streets looking for another job. If I allowed my honest opinions to appear in one issue of my paper, before twenty-four hours my occupation would be gone.
The business of the journalists is to destroy the truth, to lie outright, to pervert, to vilify, to fawn at the feet of mammon, and to sell his country and his race for his daily bread. You know it and I know it, and what folly is this toasting an independent press?
We are the tools and vassals of rich men behind the scenes. We are the jumping jacks, they pull the strings and we dance. Our talents, our possibilities and our lives are all the property of other men. We are intellectual prostitutes.


non a caso..

Ashoka

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