Re: La morte

Inviato da  felice il 13/8/2006 11:16:24
x DIVA del 7/8/2006 19:51

Cara Diva,speravo che qualcuno mi venisse incontro per affrontare il discorso "carpe diem" che, tu ritieni come la chiusura d'ogni discorso, per lo meno in ragione d'approfondimento dell'argomento morte.
Ieri, alle 13 circa ho avuto un insostenibile mal di schiena, e nello stomaco, ad un certo punto volevo recarmi a farmi i raggi perché, poiché non trovo più un la limetta in metallo per le unghie, la mia testa mi diceva che l'avevo ingoiata e che era li, nel mio stomaco. Mi sarei fatto sbranare con un ascia o ogni cosa pur di liberarmi da quella limetta. Questa notte l'avrei fatto e nessuno mi avrebbe fermato se, non fosse sopraggiunto altro vomito che mi ha fatto affrontare altre cose e rimandare il mio squarcio nella pancia.
Mentre ti scrivo quel dolore dopo 17 ore mi é più sopportable e sono certo che la limetta per le unghie non é nel mio stomaco. Il mio stomaco non é più metallico ma é tornato molle.
Quanto sopra per dirti che ho implorato decisamente di finirla li infischiandomene delle persone che lascio e di tutto il connesso, mentre, quando sto bene dico e sono certo quando lo dico, che non vorrei morire perché in questa dimensione terrena, all'atto della dipartita mi rimane sempre qualcosa da riordinare.
Ecco il carpe diem, il carpe diem non può chiudere ogni discorso come tu hai infelicemente scritto. Esso é un momento stretto accavallo tra freschissimo passato e l'immininente futuro e comunque intessutto di quel preciso luogo, momento e quant'altro notabile in quell'istante che non si sa mai se presente, passato o futuro. Sul carpe diem i discorsi si aprono e non si chiudono. Vorrei tanto approfondire il carpe Diem come fonte di luce per ogni nuova strada.
Mia figlia ha approfondito a 4 anni il discorso morte. Avevano il riso pronto in tavola, - mi ha raccontato dopo qualche mese -, e disse: "il nonno era sempre puntuale, lei sua nonna e sua mamma avevano il riso pronto in tavola ma, il nonno non tornò e in sua vece, si presentarono in carabinieri per comunicare che il nonnno s'era impiccato.
Mi godo mia figlia quando m'aggredisce perché so che é libera di dirmi senza remore la verità di ciò che sente di dirmi e, credo che lei
non voglia farsi male o morire perché non vuole dare dolore a chi lascia. iI dolore che lei ancora oggi vive e mai si rimarginerà. Il nonno era una bravo nonno. E io aggiungo, il nonno ha condotto una vita eroica e sovrastata da sole rinunce e doveri.
Cordialmente.
fe


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