Re: Cosè la libertà?

Inviato da  Piero79 il 10/10/2006 1:17:30
Faccio un po’ di “filosofia”, molto sommaria.

C’è una libertà che sta nell’incoscienza, libero in quanto
inconsapevole. “Liberi” in quanto liberi dal libero arbitrio.
L’animale non ha consapevolezza di se stesso,
di fronte ad uno specchio non riconosce se stesso,
ogni suo atto è dettato dall’istinto e dal bisogno.
La vita fluisce, si è liberi in quanto non si pensa e
non c’è distinzione tra soggetto e oggetto.
C’è un’unica realtà.

Probabilmente l’”uomo delle origini” era molto vicino
a questo stato,
l’anarchia era un dato di fatto, non una scelta.

C’è invece la Libertà nel senso proprio del termine.
La libertà che sta nella progressiva presa di coscienza,
la libertà come “sovranità individuale” (bellissima definizione Hornet!)

I pensieri si sono articolati, progressivamente l’uomo
ha preso consapevolezza di se stesso e del mondo
che lo circonda; l’uomo ha “organizzato” la vita,
le società sono diventate sempre più complesse.
Abbastanza complesse da far sì che uomini
o gruppi di uomini concentrassero nelle loro mani
la facoltà di decidere per sé e per gli “altri”.
Questa concentrazione di potere è stata imposta
con la violenza e/o frutto di un “patto”.
Nel primo caso il limite alle proprie libertà è evidente.
Nel secondo caso il limite è meno chiaro:
il popolo crede di scegliere chi lo “rappresenta”;
rappresentanti ai quali delega la responsabilità di governare.

Nelle “democrazie” moderne si è realizzato
un vero e proprio “miracolo”:
far “amare” all’uomo la propria schiavitù.
Così scrive Aldous Huxley nella nuo prefazione a “Mondo nuovo”:

Uno stato totalitario davvero "efficiente" 
sarebbe quello in cui l'onnipotente comitato esecutivo 
dei capi politici e il loro esercito di direttori 
soprintendessero a una popolazione di schiavi 
che ama tanto la propria schiavitù da non dovervi 
neanche essere costretta. 
Far amare agli schiavi la propria schiavitù: 
ecco qual è il compito ora assegnato negli 
stati totalitari ai ministeri della propaganda, 
ai caporedattori dei giornali e ai maestri di scuola.


Ed eccolo servito lo Stato totalitario efficiente:
la “democrazia odierna”.
Maestri di scuola e mainstream ci “ammansiscono”:
nessuna forma di governo è migliore della democrazia,
lo Stato siamo noi… e poi c’è lo spauracchio della “sicurezza”.
Homo homini lupus… c’è bisogno di ordine se no
ci facciamo fuori l’uno con l’altro… chi ci protegge
dai delinquenti e dal cattivo terrorista?

Il “patto” si configura dunque come un inganno… Un inganno che comunque si fa evidente a più livelli:

lo Stato censura (Minoli una quindicina d’anni fa
aveva fatto una puntata in cui mostrava come
nel referendum del ’45 la Monarchia avesse vinto
sulla Repubblica, la trasmissione è sparita dalla circolazione)
Lo Stato reprime (i fatti del G8 di Genova, della TAV in Val Susa…)
Lo Stato uccide (dai singoli assassinii alle grandi stragi di Stato)

Dovremmo cercare di superare la pigrizia e/o la paura …
È dallo Stato che dovremmo difenderci…
anarchia diventa quindi una conquista.
Una presa definitiva di coscienza.


Mi rendo conto che la sintesi è un po’ superficiale,
ma spero di essere stato chiaro

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