Re: Psichedelico - ciò che svela la mente

Inviato da  Timor il 20/11/2006 22:57:30
PikeBishop mi sembra scontato che siamo d'accordo sulla questione ontologica: la relatività del mondo quale rappresentazione mentale.

La questione, invece, se sia sufficiente un breve assaggio di determinati stati indotti artificialmente per intraprendere poi un percorso "altro" di verità mi coglie impreparato.

Abbiamo detto che la realtà simulata dalle nostre menti non è un fatto così assoluto come comunemente accettato.
Il punto che però distingue questa simulazione da quelle prodotte durante stati alterati o psicotici è che la prima viene condivisa con altri esseri analoghi che si trovano, per natura e necessità, a rinforzare l'un l'altro determinati paradigmi scientifici e culturali all'interno di quella che si può definire realtà di consenso.

Quindi, data questa premessa, le simulazioni non condivise indotte dalle sostanze psichedeliche o meno ci raccontano solo di realtà-dimensioni personali e soggettive non condivisibili con altri esseri all'interno di una comune realtà condivisa.
Forse questa affermazione non è ontologicamente così fondata, ma siccome come esseri umani tendiamo omeostaticamente a questa realtà ordinaria è, credo, corretto, dal punto di vista logico, fare di questa simulazione il punto di partenza e partire da essa per investigare ciò che ignoriamo del mondo fisico e dei mondi cosiddetti interiori.

Questo arzigogolato discorso voleva solo sottolineare il fatto che personalmente non credo a un percorso di verità, ma solo a un percorso di scoperta e rivelazione all'interno del quale le sostanze psichedeliche sono solo uno strumento, a mio avviso il più efficace che ho incontrato.

Forse, dopo i tuoi primi tentativi psichedelici, sei ormai in grado di fare continui agguati e incursioni nel Nagual o nel noumeno kantiano, ma il sottoscritto ti assicura che è ben lontano dal riuscire anche solo a sfuggire dall'orbita dell'ordinario senza un piccolo "aiutino".

Non so proprio quindi a quale percorso ulteriore tu ti riferisca; forse dovrebbe accadere un salto quantico che mi conducesse spontaneamente alle illuminazioni di siddartha o di milarepa. Ma come sai entrambi hanno trascorso anni della loro esistenza in una ricerca silenziosa e ostinata.
Oppure volevi suggerirmi di accontetarmi di quelle poche, sconvolgenti esperienze e di tornare a gustare le mille e giuste soddisfazioni del mondo comune?
Ma perchè dunque non potrebbe essere possibile accogliere naturalmente queste esperienze
all'interno della realtà ordinaria?

Il problema è la tossicità? La dipendenza psicologica? L'essere eterodiretti da qualcos'altro?

Proviamo a immaginare una società ideale nella quale sostanze psicoattive assolutamente prive di tossicità vengano utilizzate come momenti di formazione dopo un'adeguata preparazione intellettuale e sotto la supervisione di personale preparato ed esperto.
E che le stesse possano essere utilizzate da persone più mature, sempre guidate da personale competente in campo psicologico, nei periodi di depressione, stress o anedonia.
Sarebbe accettabile in questi frangenti il loro utilizzo?
Sarebbe auspicabile integrarle nel vissuto quotidiano?

Si può immaginare, al contrario, un possibile futuro della nostra società in cui innesti cerebrali permetteranno l'accesso a realtà virtuali complete in nulla distinguibili da quella ordinaria.
Saranno realtà programmate per dare puro piacere utilizzate per sfuggire al degrado del tessuto sociale e manipolare, distrarre le menti immature da qualsiasi contesto e qualsiasi contestazione al potere costituito.
Una vera e propria fuga, eterodiretta che però nulla rivelerà della propia psiche.
Forse sta gia avvenendo adesso con playstatione e xbox.

Saranno i nostri governi così forti nell'opporsi a questa fuga dalla realtà come lo sono stati per le sostanze psichedeliche?.

Ps: Pike vedo che hai fatto ottime letture
I libri di Robert Anton Wilson e la sua trilogia degli illuminati si possono facilmente reperire sul muletto nella rete kad.
In italia a 30 anni di distanza dalla prima edizione sono riuscito a reperire l'altro giorno il primo volume della trilogia in italiano per 18 euro. Ovviamente non l'ho comprato e me lo gusterò lentamente con il mio inglese scolastico.
Maledetto copyright a vantaggio delle grandi case editrici

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