Libero Arbitrio Confutato?

Inviato da  marcotoldo il 29/1/2007 19:48:38
Salve a tutti.

Considerazioni preliminari:
Cataolgo immediatamente il Libero Arbitrio come pregiudizio millenario, come lo è quella fantastica entità che è chiamata dai cristiani "Dio Padre", e impongo che sia chi ci crede a dover dimostrare perché dovrei crederci io.
Ritengo affidabile qualunque libro che anche se bruciato si possa riscrivere, poiché dipendente unicamente dalla fenomenologia naturale e psicologica umana, perché saranno questi libri a fornirci un vero contributo verso la "conoscenza".

ATTENZIONE
Io non nego la capacità umana di compiere delle scelte, di arrivare a delle decisioni, ma NEGO ASSOLUTAMENTE che difronte a queste decisioni abbiamo una qualche RESPONSABILITÀ, in quanto cercherò di far comprendere che:
il MODO con cui arriviamo alle decisioni, che intuitivamente sentiamo come NOSTRE, non è in realtà dovuto alla nostra volontà, e che la nostra volontà è frutto della necessità.
In parole povere: noi abbiamo l'illusione di essere responsabili di ciò che si fà.

Obiettivo:
Ciò che voglio dimostrare è la verità più autentica che possa esistere, ma anche quella più pericolosa per la morale umana:
--> Tutti gli organismi viventi sono innocenti, sempre e comunque.
--> [TUTTI GLI UOMINI SONO INNOCENTI!]


LA MIA RIFLESSIONE
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1) Cosa significa "scegliere" e in base a cosa facciamo le nostre decisioni?
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Scegliere significa esaminare con le nostre capacità le conseguenze delle nostre azioni, e in base a ciò, fare una "decisione", vale a dire comportarsi in un modo anziché in un altro (apparentemente in maniera volontaria). In particolare il nostro comportamento non è casuale, ma siamo sottoposti al cosìdetto "principio del piacere" secondo cui cerchiamo di evitare il dolore che le conseguenze delle nostre azioni possono procurarci, e contemporaneamente proviamo a soddisfare i nostri impulsi istintuali, di qualunque specie siano, divinizzati o meno.
Quindi il criterio di scelta non può (già) essere qualcosa di casuale, ma estremamente dipendente dalla condizione in cui si sceglie, dalle alternative che ci si presentano e dal particolare modo individuale di affrontare problemi diversi.
C'è una assoluta dipendenza di tale scelta con il complesso di modi di agire acquisiti con l'ESPERIENZA.

#1 --> Le scelte che compiamo, sono DIPENDENTI dalla nostra esperienza, da ciò che siamo.

Possibile obiezione: "ma si usa anche la ragione per scegliere non solo l'esperienza!"
Quella cosa che comunemente è chiamata "ragione" è anch'essa in parte un pregiudizio.
Ma non voglio dimostrare la sua non esistenza, ma bensì considerare che se anche ci fosse questa "ragione" universale uguale per tutti gli uomini, come si potrebe spiegare il fatto che non decidiamo noi le alternative che ci si presentano?

FLUIRE NECESSARIO DEGLI EVENTI
Si possono isolare i fatti? Non sono forse un fluire continuo di eventi fin dalla nascita del'universo? Noi decidiamo oggi ciò che faremo domani, ma quante di queste scelte non dipendono da quelle che abbiamo fatto ieri?
I fatti rimangono comunque fuori dalla portata dell'individuo perché è impossibile scollegarli e isolarli.

Esempio:
State camminando per strada tranquillamente e in possesso di questa fantomatica "possibilità di scelta". Ad un certo punto vi si presenta d'avanti un tizio sconosciuto, e vi chiede di compiere una scelta tra alcune palline in suo possesso.
Adesso il fatto è questo: al di là di cosa sceglierete, se una sua pallina o di non prenderlo in considerazione e passare oltre, dovrete compiere in maniera forzata una scelta.
Avrete infinite possibilità (quasi)! Ma avete deciso VOI che vi si presentasse davanti quel tizio? NO!
Allora la scelta che farete (per quanto libera e varia possa essere) è stata forzata, poiché dipendente dalla comparsa dello sconosciuto.

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2) Siamo responsabili di ciò che siamo?
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Assolutamente no!
Come potremmo essere responsabili del nostro DNA, dell'epoca e del luogo in cui si nasce, dei nostri genitori e delle persone che ci circondano (da cui traiamo insegnamento e prendiamo come modello), e gli avvenimenti correlati?
Il nostro comportamento è dovuto a fattori di cui non abbiamo il benché minimo controllo.
La nostra è solo una bellissima illusione, ma non ci facciamo "da soli", è il mondo esterno a crearci.
In particolare il nostro carattere è considerato il risultato di un conflitto tra gli impulsi istintuali interni e le frustrazioni esterne. È un meccanismo di difesa, un guscio protettivo.

#2 --> Noi non possiamo essere responsabili di ciò che siamo.

COSCIENZA
Non esiste una vera separazione fra conscio e inconscio. Fra i primi principi della psicanalisi c'è il seguente: la maggior parte dei nostri processi psichici è inconscia (cioè oscura e a noi non percepibile), La coscienza deriva da questi pensieri inconsci, e ne è dipendente. Il nostro pensiero è allora di origine incoscia. Non nasce dal caso.

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3) Ma se noi non siamo responsabili di ciò che siamo, come potremmo mai essere responsabili di ciò che facciamo?
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Ognuno agisce in base alla propria esperienza, in base "a ciò che è".
Ognuno ha la propria scala di valori, i propri modi di fare e di scegliere, dipendenti dall'esperienza.
Non esistono comportamenti Giusti o Sbagliati, perché non esistono il Bene e il Male assoluti.
Che piaccia o non piaccia:

Se non siamo responsabili di ciò che siamo:

#3 --> Non siamo responsabili di ciò che facciamo.

Se non abbiamo la responsabilità di ciò che facciamo, siamo tutti innocenti.


CONCLUSIONE:

Non esiste quel fantomatico Libero Arbitrio, in quanto è solo un pregiudizio supportato dal fatto che ci illudiamo di essere responsabili di ciò che si è.

Non mi sono soffermato sulla "funzione" sociale importante che tiene in vita questo pregiudizio, perché non era previsto dagli obiettivi che mi sono posto. Ma è facile per una mente arguta e matura arriverci da sé.


NOTA IMPORTANTE
CHIUNQUE non condivide le mie affermazioni è pregato di commentare nel seguente modo:

1. riportare l'affermazione che non si condivide (le ho numerate apposta per facilitarvi il compito)
2. spiegare PERCHÈ non si condivide ciò
3. RICORDARSI DI PORTARE PROVE a sostegno della propria tesi

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