Redazione ha scritto:
La chiave è tutta qui: prima di dire "io non sono responsabile", bisognerebbe gentilmente definire "responsabilità".
I fatti sono fatti. Le parole, nella maggior parte dei casi, li confondono invece di chiarirceli meglio.
Il problema sta nel linguaggio, non nelle cose.
PS: Volendo poi rivedere la questione del libero arbitrio (che per me è un falso problema tout-court), bisognerebbe intanto separare le due diverse valenze che contiene:
Una è quella squisitamente "fisica", materialistica, o "statistica": Ho svoltato a destra, ma potevo davvero svoltare a sinistra, visto che sto andando a casa di mia mamma, e mia mamma sta da quella parte?
L'altra è quella "temporale/religiosa": ma se tutto è "già scritto" (Agostino vs. Protestanti) io non ho colpe.
Come mai invece viaggiano sempre mescolate l'una all'altra, creando la confusione che non dovrebbe affatto esserci?
Aggiungo un ragionamento a parte. MARCOTOLDO dice: "Se tutto è determinato non c'è libera scelta."
Ne siamo così sicuri? O vogliamo prima definire "tutto", e poi "determinato"? Non sto giocando con le parole. Faccio un esempio:
Una troupe cinematografica si trova un giorno sul set per girare la "scena 25" del film "Il mistero di Vigevano".
Ma la sceneggiatura l'ha scritta un certo Antonioni, che come è noto odia scrivere dettagliatamente in anticipo, per cui alla scena 25 del copione si legge solamente :
"Interno giorno, salotto - Giorgio sta litigando con Anna su quale scuola scegliere per il loro figlio. Lui sostiene le scuole private, Anna è irremovibile sulla scuola pubblica. La discussione si conclude con un nulla di fatto."
Nient'altro. A questo punto sta agli attori, che si sono nel frattempo immedesimati al meglio nei personaggi di Giorgio e Anna (ne hanno cioè "assorbito le motivazioni", e quindi i "precondizionamenti") condurre liberamente il dialogo.
La scena che ne esce - cioè "il modo" in cui viene effettivamente recitata, le parole e i toni che saranno usati - è frutto o no del libero arbitrio?
(Calcola che mille coppie di attori diversi reciterebbero la scena in mille modi diversi).
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