Re: Libero Arbitrio Confutato?

Inviato da  gandalf il 31/1/2007 7:41:43
Citazione:

Redazione ha scritto:
"Scegliere" significa "optare per una alternativa A piuttosto che per una B", giusto?

E' quindi implicito che nell'operazione di "scegliere" il soggetto valuterà i pro e i contro - lo dice la parola stessa - e non c'è quindi nulla di filosoficamente "scandaloso" in questo. E' altrettanto ovvio che un determinato set di parametri (input), a parità di sistema, darà sempre lo stesso output.

Per cui, se hai fame sceglierai inevitabilmente di mangiare il panino che hai davanti, piuttosto che di non mangiarlo. Se però sai che il panino è avvelenato, sceglierai di NON mangiarlo nonostante tu abbia fame. Se però a tua volta hai fame ma hai deciso di suicidarti, allora lo mangerai con gusto ancora maggiore. E' ovvio, e non ci piove.

Ma è proprio di fronte a questa "ovvietà" che scatta il meccanismo sbagliato, e si confonde questo presunto "obbligo" di scegliere una certa cosa con una "mancanza di libero arbitrio". Ma la libertà di decidere è già stata esercitata nel momento stesso di farlo, INDIPENDENTEMENTE dalla scelta specifica.

E' l'AZIONE dello scegliere che costituisce il libero arbitrio, è la valutazione stessa delle variabili in gioco, e non l'eventuale risultato di quella scelta.

Hai potuto decidere liberamente, in ciascun caso, se mangiare quel panino o meno? Benissimo, indipendentemente dalla scelta che hai fatto - e che non mi interessa minimamente conoscere - in ciascun caso hai esercitato il tuo libero arbitrio.

Chissenefrega delle tue motivazioni, di tuoi condizionamenti, del tuo livello di autolesionismo, dei tuoi percorsi mentali… ognuno ha i suoi, e sono tutti diversi gli uni dagli altri. Ma quello fa parte della psicologia dell'individuo e casomai della sociologia, ma non certo della filosofia.

(Se invece stai volando a diecimila metri, e di colpo ti si apre una botola sotto le chiappe, tu precipiti nel vuoto e non puoi farci nulla. In quel caso non hai avuto la possibilità di esercitare il tuo libero arbitrio). Fine del problema (che infatti per me non esiste).



Massimo, dal punto di vista puramente filosofico e logico, per ammettere la libertà di scelta e il libero arbitrio devi ammettere che a fronte di una scelta "effettuata" (scelta A) rispetto a una scelta "scartata" (scelta B) tu abbia in potenza la possibilità di scegliere B a parità di condizioni.
Ma non si può tornare indietro e scegliere B perchè le condizioni "a contorno" che ti hanno prima spinto verso A sono irrimediabilmente (anche se infinitesimamente) cambiate e quindi il Massimo che dopo aver scelto A si riposiziona davanti alla scelta tra A e B e sceglie B non ha le stesse condizioni che aveva quando la prima volta ha scelto A....
Tu saresti diverso, l'ambiente sarebbe diverso, l'esperienza della scelta A ti avrebbe cambiato, quindi la ripetibilità dell'evento non avrebbe le stesse condizioni e quindi ci si troverebbe di fronte non più alla scelta tra A e B ma tra A1 e B1.....oppure il soggetto non è più il Massimo di A e B ma Massimo1 infinitesimamente cambiato dalla scelta A....
Non si può quindi affermare con certezza che la scelta di A fosse in potenza concessa quanto la scelta di B........

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