Re: Il "Politically correct" é un dovere, altrimenti sei "insensibile"!

Inviato da  Calvero il 25/10/2011 3:44:24
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Bada, House, a me dispiace che Tuttle e Floh abbiano litigato fino a questo punto.

E non lo dico per stare nel mezzo. La mia posizione è ben ferma (e la ribadisco) nei confronti di quella di Floh, che considero profondamente sbagliata. Ma credo anche che lui abbia preso una tangente e invece di recuperare e ragionare sulle sue mosse, ha cercato di correre dietro alle sue motivazioni e nel cercare di dargli più importanza in realtà le ha rese ancora più assurde. E ha perso lucidità. Almeno, questo è quello che penso sin'ora.

Il fatto che si possa essere dissacranti su LC, ci sta e alla grande anche. Anzi, lo considero un cavallo di battaglia. MA, come dici anche tu, è possibile perdersi in una banalizzazione dei processi che muovono le masse e di quelli che muovono i Media approfittando delle masse. E non è certo un intervento a gamba tesa sui sentimenti esternati genuinamente, che si diviene dissacratori e tantomeno anti-conformisti o anti politically correct.

Io anche, una volta, andai pesante sul fatto che "i padri potevano essere maledetti sulle bare dei loro figli militari" che rientravano in patria avvolti dal tricolore. Ma come quando asserisco anche (e abbastanza spesso) "i figli devono essere distrutti", il discorso lo intendo nell'ottica di ricostruire i valori abbandonando il feticcio ideologico di lottare per le illusioni, invece di ri-appropriarci del presente e di responsabilizzare il nostro cammino con l'esempio della nostra forza ORA, e non in nome di "guerre" che si potranno vincere come l'aveva vinta Pirro. Allo stesso modo è la maledizione dei padri che non hanno mostrato e denunciato l'illusione farsesca del Tricolore e delle Patrie ai loro figli, ad essere un elemento di denuncia tagliente. Siamo sempre noi i colpevoli.

Figuriamoci ora, che NON stiamo parlando neanche di persone che accettano l'idea di poter ammazzare il prossimo, perché uno Stato le legittima... ma di persone che, certo sì, sanno di correre rischi forti, ma che giocano le loro passioni in nome del loro libero arbitrio, così come tale libero arbitrio è concesso a chi vuole appassionarsi attraverso le loro gesta. E non vedo perché vi debba essere un dispiacere e un dolore immeritato/illegittimo, visto che una scelta di Vita è stata messa onestamente sul piatto della bilancia.

La questione invece del fatto che qualcuno se la gode poiché a certi livelli la Vita, quando non sei in pista, può essere da nababbi e anche del fatto che questi "nababbi" non usino la loro visibilità per contribuire a svelare i meccanismi dispotici del sistema ... realmente non la vedo meno grave del fatto di chi mette la "benzina maledetta" nella macchina per godersi un weekend con la propria famiglia. Secondo me siamo alla pari.

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