Re: Mete e progenie, uomo e padre

Inviato da  Calvero il 5/3/2014 11:01:29
Citazione:



Ok. Un neo-padre (a meno che non lo diventi a 13 anni) e' gia' formato psicologicamente per quell'esperienza ed e' dalla sua esistenza e dalla sua situazione personale che trae le conoscenze particolari relative. Dopo la nascita e' solo "invitato" dagli eventi ad utilizzare questo tipo di formazione ed a metterla in pratica. Non impari in quell'istante ad essere padre, metti in atto tutto quello che hai imparato teoricamente (sulla paternita') durante il corso della tua vita.
I piu' fortunati hanno un avuto la possibilita' di formarsi come genitori passivamente, come figli.
Naturalmente, e' solo una formazione di partenza, non e' tutto cio' che si deve sapere (anzi!): quello arrivera' con le esperienze dirette ... sempre che le scelte ti abbiano portato ad un figlio.
La dimensione psicologica in cui vieni proiettato dopo la nascita di un primogenito e' gia' esistente nell'individuo (e' dormiente), e diventare padre e' solo come risvegliare parte di se stessi.
Secondo me, il punto e' che si prendono gia' secondo coscienza determinate decisioni, e sono le medesime che si prenderebbero indipendemente dal fatto di essere genitore o meno.
Nello specifico:
Sai gia' se sacrificherai te stesso, o i tuoi ideali, o i tuoi sogni per i tuoi figli prima che i nascituri rendano questo tipo di decisioni delle scelte concrete e non rimangano solo opinioni (sia che si decida per il sacrificio, sia che si decida il contrario).

mc


Sì, lo trovo reale e leale questo ragionamento. Lo sento giusto (in contrapposizione a nulla di sbagliato), e - giusto - è il termine che preferisco.

Di principio mi porta a considerare l'idea di un'esistenza non asservita ma guidata, che per me, questa cosa, si avvicina al concetto di natura, come io la intendo.

D'istinto e personalmente mi porta a mettere in discussione certi valori e a sentirmi escluso da qualcosa.

Forse padri si nasce.

Citazione:
Non impari in quell'istante ad essere padre, metti in atto tutto quello che hai imparato teoricamente (sulla paternita') durante il corso della tua vita.


Notevole.

Citazione:
La dimensione psicologica in cui vieni proiettato dopo la nascita di un primogenito e' gia' esistente nell'individuo (e' dormiente), e diventare padre e' solo come risvegliare parte di se stessi.


Sì, credo sia questo il punto.

Citazione:
Sai gia' se sacrificherai te stesso, o i tuoi ideali, o i tuoi sogni per i tuoi figli prima che i nascituri rendano questo tipo di decisioni delle scelte concrete e non rimangano solo opinioni (sia che si decida per il sacrificio, sia che si decida il contrario).


Ecco, vedi, qui porta a due livelli. Qui sento in gioco quello di cui parlavo. Tutto ha senso, quello che dici fila liscio come l'olio e finalmente qualcuno lo ha spiegato. Ma porta a consolidare una cessione di intenti verso il figlio e non viceversa, per molti aspetti è il passaggio del testimone l'elemento preminente; trovo indubbio che tra padre e figlio l'equazione dia solo al padre questa responsabilità: lo "scambio" non è equo, è in divenire, proteso in avanti, meno per sé stessi e tutto per la specie - e sempre dall'alto verso il basso (alto ---> il padre, basso ---> il figlio) e questa cosa può essere solo fermata (da un non-padre) ma non cambiata.

E credo sia come dici Te.

Edit h 11,05

Aggiungo:

- in maniera assolutamente personalissima, c'è qualcosa che mi disturba ... e lo dico mentre ho il totale rispetto per chi sceglie e sente di essere padre....

... posso sbagliarmi, e se così fosse è probabile che io abbia spostato malamente il focus e riguarda più la famiglia e cosa significhi la famiglia. Questione strettamente connessa, cui ho sempre messo in discussione, profondamente, culturalmente e moralmente, il suo retaggio.

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