Gilad Shalit ed altre riflessioni

Inviato da  nygandy il 12/10/2011 1:55:05
Riflessione antropologica sulla breaking/new della serata.
Governo israeliano e palestinese, mediatore l'Egitto, si accordano per il rilascio del soldato Gilad Shalit.
Detenuto da 5 anni a Gaza, nella mani di Hamas, pare abbia i giorni contati... in senso buono...
Netanyahu vuole riportarlo a casa.
Al mercato delle vacche è stato quotato 1.000 palestinesi.
Un buon affare per Hamas...
Naturalmente un'ottima operazione pubblicitaria per il governo di Tel Aviv, la migliore da anni...
La riflessione?
Gilad è una star, i 1.000 palestinesi (anche tutti gli altri palestinesi...) carne da macello. Lo erano prima, lo sono oggi nello scambio e lo saranno domani da uomini (e donne?) liberi.
A corollario ci mettiamo dentro pure la domandona:
quanto vale una vita umana?
Sempre poco se nasci nel Sahel dove muori di fame o sotto le bombe delle missioni umanitarie dell'Onu..., oggi però so che può valere molto poco anche se sei cittadino americano: Al Awlaki.
Obama, da comandante in capo delle forze armate US, ha firmato nel 2010 un documento nel quale concede alle sue truppe di ucciderlo.


Se lo Stato - quello statunitense, in questo caso - può uccidere propri cittadini senza processo, che tipo di Stato è?
Un anno prima dell'uccisione in Yemen dell'imam estremista statunitense di origine yemenita, Anwar al-Awlaki, esponente chiave di Al Qaida, eliminato il settembre scorso nello Yemen da un drone della Cia, l'amministrazione di Barack Obama redasse un documento segreto nel quale di fatto si autorizzava la sua uccisione senza processo, pur essendo egli cittadino Usa, nell' impossibilità di catturarlo. Lo riferisce il New York Times nella sua edizione online.

Il documento top-secret, scritto nel 2010, fornisce agli Stati Uniti la giustificazione per l'eliminazione dell'imam, nato in New Mexico da un'influente famiglia yemenita e considerato dagli Usa esponente chiave della rete di Al Qaida, malgrado l'esistenza di un quadro giuridico che lo impedisca, secondo fonti citate dal quotidiano.

In sostanza, nelle 50 pagine di analisi legale riassunte dal giornale si affermava che il cittadino americano Mr. Awlaki poteva essere legalmente ucciso, se non fosse stato possibile catturarlo, perchè i servizi segreti sostenevano che egli avesse un ruolo nella guerra tra gli Stati Uniti e Al Qaida e costituisse quindi una minaccia significativa per gli americani. Anche perchè le autorità yemenite non erano in grado o non avevano la volontà di fermarlo. L'amministrazione Usa - riferisce il Nyt - si è rifiutata di commentare l'articolo.

La questione, come si vede, ha un rilievo "costituzionale": il divieto - per lo stato - di uccidere propri cittadini senza prima un regolare processo (inutile ricordare che negli Stati Uniti la pena di morte esiste e viene largamente applicata). Questione rapidamente "risolta" anteponendo le priorità della "guerra" a quelle del diritto costituzionale. Ma quando si accetta questo slittamento, la frana è già in moto. Negli Stati Uniti, quindi nell'intero Occidente da essi imprintato, non esiste già ora nessun limite all'esercizio della forza da parte dello Stato nei confronti dei propri stessi cittadini (figuriamoci nei confronti di quelli altrui).

Chi si ritiene democratico nel senso liberale del termine, dovebbe almeno far finta di rifletterci su. E che sia il "democratico" Obama ad accelerare questa torsione anti-costituzionale non sembra solo un incidente di percorso.


Il resto, che è interessante, lo trovate qui:

http://www.contropiano.org/it/esteri/item/3903-usa-problemi-costituzionali-aggirati-per-uccidere-al-awlaki?tmpl=component&print=1

Davvero molto interessante...
Molto smart il nostro Nobel per la PACE
Possibile che non si trovi una via legale per incriminarli? Qualche cazzo di emendamento?
No ragazzi, niente da fare...

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