Amman eleven (nine)

Inviato da  Paxtibi il 17/11/2005 1:47:54
di Paxtibi

La storia della manipolazione dell'informazione da parte del potere è lunga, ma non c'è dubbio che dal settembre 2001 la propaganda è entrata in una nuova fase, sostituendosi alla realtà stessa. Facilitata chiaramente dall'audience, ormai formata principalmente dalla generazione cresciuta con la televisione, abituata ad affidarsi ad essa per sapere ciò che succede attorno a sé, e sapientemente "preparata" da innumerevoli "reality show": spettacoli che, appunto, presumono di rappresentare la realtà, mentre si tratta di squallida fiction con attori dilettanti. La vecchia Corrida di Corrado, ma senza le scampanate e gli ululati del pubblico (volendo, si può rimediare da casa).

L'attacco all'America dell'11/9 è stato, tragicamente, proprio questo: un reality show in formato kolossal, che ci ha spediti nel tunnel del format "War on Terror" in cui ci troviamo tuttora. Alla serie di immagini molto selezionate dell'11/9 - che, ad uno studio approfondito, rivelano quella sciatteria caratteristica delle produzioni di serie hollywoodiane - alla sceneggiatura raffazzonata da pulp di serie B, hanno fatto seguito due guerre filmate da reporter embedded - seguendo una regia, quindi - la caccia infinita a Bin Laden, decapitazioni e attentati terroristici vari, tutti riportati dai media con la stessa tecnica: poche immagini, solo quelle che possono combaciare con la sceneggiatura (mi viene in mente la decapitazione di Berg: dove il filmato avrebbe contraddetto il racconto, l'immagine scompare); soppressione di ogni altra immagine; spiegazioni pretestuose, basate sul nulla, che si vogliono confermate dalle poche immagini presentate; soppressione di qualsiasi contraddittorio. Sono stati gli arabi? Bene, allora sono stati gli arabi, ecco infatti le foto (seguono foto di arabi, random, tanto si assomigliano tutti).

L'ultimo episodio in ordine di tempo pochi giorni fa, ad Amman in Giordania. L'attacco a tre alberghi, frequentati, spiega la versione ufficiale, da molti israeliani. Ecco trovato il movente. Tuttavia, la sfiga di Allah perseguita questi poveri estremisti islamici: dopo aver mancato Rumsfeld nel Pentagono, la totalità dei CEO delle aziende con sede nel WTC, Netanyahu a Londra, anche i turisti israeliani sono riusciti a sfuggire alla furia islamica. Evacuati dalle forze di sicurezza giordane, come riportava Haaretz. Lo stesso Haaretz poi smentisce, ma solo in apparenza: i turisti sono stati evacuati dalla Giordania solo dopo gli attentati. Dalla Giordania, si presume quindi che dagli alberghi siano stati evacuati qualche tempo prima, e il quotidiano non specifica quando, esattamente.

Ad andarci di mezzo una delegazione di funzionari del Ministero della Difesa cinese ed una di funzionari palestinesi, tra cui il capo dei servizi segreti, impegnati in colloqui sull'estensione delle già ben avviate collaborazioni al campo degli armamenti, più diversi diplomatici palestinesi, più un'intera famiglia, sempre palestinese, che stava celebrando un matrimonio. Dai media pochissimi cenni sulle vittime, spesso i cinesi non vengono neanche citati, altrove diventano "studenti". Non una parola dai palestinesi feriti o scampati alla strage. Subito, la spiegazione: kamikaze. Nonostante le foto che si possono trovare in rete contrastino totalmente con questa versione. I muri sono intatti, privi anche degli inevitabili schizzi di sangue che un suicida avrebbe dovuto provocare, mentre i soffitti, nella zona delle esplosioni, sono completamente distrutti; anche i primi resoconti della Reuters confermano il posizionamento dell'esplosivo nei controsoffitti. Esplosivo militare, si direbbe, perché tracce di fuoco non ce ne sono.

Ma di tutto ciò niente arriva al grande pubblico, per il quale è già pronta la scena madre: una kamikaze che non ha funzionato, viva, in tv, e con la cintura esplosiva in bella mostra, "prova" vivente della veridicità della versione ufficiale. La polizia afferma di averla arrestata dopo due giorni, e ancora indossava l'esplosivo: meglio così, almeno siamo sicuri che è lei (bisognava pensarci quando fu arrestato Totò Riina, mostrarlo in posa con la lupara). Continua la fiction, imperterrita. Da tempo ormai non ha più alcun contatto con la realtà, eppure per tutti - o quasi - continua ad essere la realtà. Sembra incredibile, ma l'ha detto la televisione.


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