Re: Io mi rendo conto...

Inviato da  baciccio il 11/2/2010 7:17:34
Citazione:

L’argomento è davvero impressionante: la fulgida vittoria sul revisionismo è dimostrata dal fatto che tutti gli antirevisionisti ne parlano male! E non perché sappiano qualcosa di esso, ma perché questa è la parola d’ordine che hanno ricevuto. Ma crearsi un “nemico” e dipingerlo secondo i propri insani vagheggiamenti, a spregio della realtà, non è una “vittoria”, è delirio.
E, di grazia, in Italia chi avrebbe conseguito questa gloriosa “vittoria”? Valentina Pisanty? Francesco Rotondi? O altri polemisti usa-e-getta di tal fatta che, assolto il loro compito, sono scomparsi immediatamente dalla scena, ma non prima di aver ricevuto il giusto carico di legnate storico-critiche?[2]. Oppure Marcello Pezzetti, l’uomo che è stato “più di cento volte ad Auschwitz”? (Ma che c’è andato a fare? A cercare asparagi nel bosco di Birkenau?).
È veramente grottesco che, nel Paese in cui si sproloquia di più di Olocausto e di revisionismo, non esista un solo specialista degno di questo nome, che regga il confronto con i pur mediocri colleghi europei. Vuoto assoluto. Superficialità e ignoranza dilaganti. Unica eccezione: Valentina Pisanty, che, essendo esperta in favole (con specializzazione in Cappuccetto Rosso), di Olocausto se ne intende davvero!
Ciò che questi shammashim (chiedano il significato del termine ai loro padroni) stanno vincendo, non è la «battaglia culturale», ma quella giudiziaria, imprigionando e multando a destra e a manca per delitto di “leso Olocausto”. Questa vittoria giudiziaria si traduce però in una piena sconfitta culturale: essendo impotenti su questo piano, i ringhiosi apostoli dell’olocaustismo reclamano con tanta più foga l’intervento di leggi liberticide: bisogna proibire legalmente ciò che non si riesce a confutare storicamente. Davvero una bella vittoria.


Per chiarezza occorre precisare che il soprariportato post è la rispota di Carlo Mattogno all'articolo di Romano.
Vorrei cogliere ora lo spunto per comunicare una sorprendente notizia che sottindenderebbe la resa al revisionismo storico da parte del più autorevole esperto mondiale per la questione Auschwitz- Van Pelt.http://www.thestar.com/printarticle/742965
Dal sito di Andrea Carancini riprendo testualmente un estratto della recente intervista a Van Pelt, nella quale suggerisce di lasciare Auschwitz al naturale degrado.
"BISOGNA LASCIARE CHE LA NATURA, AD AUSCHWITZ, RIPRENDA I SUOI DIRITTI
(…)
Domanda: Permettendo alla natura di impadronirsi del sito, non corriamo il rischio di permettere all’umanità di dimenticare quello che è accaduto e di porre le premesse per future contestazioni dell’Olocausto?

Risposta: Per il 99% di ciò che sappiamo non abbiamo in realtà le prove fisiche per dimostrarlo…È diventato parte della conoscenza che abbiamo ereditato. Non penso che l’Olocausto, in tal senso, sia un caso eccezionale. Noi, in futuro – ricordando l’Olocausto – ci regoleremo esattamente come ci regoliamo per la maggior parte degli avvenimenti del passato. Avremo conoscenza di esso dalla letteratura e dalle testimonianze oculari…Riusciamo molto bene a ricordare il passato in questo modo. Ecco come sappiamo che Cesare venne ucciso nelle Idi di Marzo. Mettere l’Olocausto in una categoria a parte e chiedere che rimanga lì – chiedere di avere più prove materiali – equivarrebbe da parte nostra a una sorta di cedimento nei confronti dei negazionisti fornendo delle prove speciali."

"AL NOVANTANOVE PER CENTO NON CI SONO PROVE DI QUELLO CHE "SAPPIAMO"! Questo viene affermato oggi dal più conosciuto specialista di Auschwitz.

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