Re: Darwin e l

Inviato da  Badger il 24/11/2008 23:57:30
Celacanto, consentimi un paio di precisazioni, perché mi pare che tu stia facendo un po' di confusione. Una mutazione non implica necessariamente il passaggio da una specie ad un'altra. Quindi sì certo che le popolazioni umane sono tutte della stessa specie. Nell'esperimento con E. coli nessuno dice che vi sia stata “speciazione”, anzi proprio gli Autori si chiedono se la popolazione del clone mutato, che è divenuta maggioritaria nella colonia, potrebbe o meno essere considerata una specie diversa:

“Will the Cit- and Cit+ lineages eventually become distinct species? According to the biological species concept widely used for animals and plants, species are recognized by reproductive continuity within species and reproductive barriers leading to genetic isolation between species (67). Although the bacteria in the LTEE are strictly asexual, we can nonetheless imagine testing this criterion by producing recombinant genotypes”

In secondo luogo, l'importanza dell'esperimento non risiede nel fatto di provare la sostituzione di basi, dunque la mutazione in sé (che, del resto, le evidenze indirette già dimostrerebbero), bensì nel dimostrare il meccanismo nel suo insieme: variabilità intrapopolazionale, selezione naturale e contingenza. Non c'è più bisogno di verificare se le mutazioni siano cosa vera o meno, sono da tempo un dato di fatto (su questo penso si sia tutti d'accordo). E nemmeno che esse possano comportare anche importanti modificazioni fenotipiche. Le mutazioni che intervengono a livello di geni regolatori dello sviluppo possono produrre, per effetto cascata, grandi variazioni fenotipiche. Le interazioni tra geni, le espressioni dei geni ed il loro effetto sullo sviluppo sono un campo d'indagine ancora da esplorare (vedi tutto ciò che sta emergendo nell'evo-devo), quindi non si può liquidare la questione e sentenziare sul “limite della variabilità evolutiva”.

Infine, sull'origine ed evoluzione delle cellule, non ci sono ancora risultati sufficienti per poter spiegare esattamente come siano andate le cose. La formazione della prima cellula potrebbe essere semplicemente il risultato di meccanismi autocosituenti determinati dalle interazioni delle molecole coinvolte http://www.pikaia.eu/easyne2/LYT.aspx?IDLYT=283&Code=Pikaia&ST=SQL&SQL=ID_Documento=3835&CSS=Dettaglio
Ma in questo processo non si può parlare di mutazioni, visto che si presume che le molecole complesse autoreplicantesi come l'RNA si siano costituite successivamente. Analogamente, l'ipotesi sulla formazione della cellula eucariote prevede fenomeni di endosimbiosi, non semplici mutazioni; anzi, per quanto mi risulta, nemmeno sappiamo se delle mutazioni nel corredo genetico dei primi procarioti abbiano avuto un ruolo in questo processo di formazione delle cellule eucariote. Ad ogni modo, il meccanismo darwiniano resta l'unico valido per spiegare come fa una determinata variante a diventare dominante in una popolazione di individui. Questo vale per E. coli, come è stato dimostrato, come per tutte le altre forme di vita. E non c'è motivo di pensare che il meccanismo della selezione naturale agente sulla variabilità intrapopolazionale non debba valere anche nella fase prebiotica.

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