Darwin e l'evoluzionismo. Il dibattito è ancora aperto.

Inviato da  Carmine il 16/10/2012 17:54:34
Citazione:

Red_Knight ha scritto:

@Carmine

Ciò che dici è probabilmente corretto, ma io stavo solo ragionando del termine "adatto", che in un contesto competitivo per definizione implica un vantaggio, visto che secondo Santaruina sarebbe anche quello una forzatura.
Il paragone con l'automobile potrebbe però essere fuorviante; l'ingegneria umana ha come fine una raffinatezza in senso polivalente, mentre - in ottica evoluzionista, s'intende - il vantaggio del singolo individuo non sarebbe affatto ricercato da Madre Natura. Montare un motore indipendentemente dal telaio potrebbe essere sensato, se dovessimo solo competere su rettilineo.
C'è inoltre da dire che visto che le mutazioni non coinvolgono "caratteristiche" funzionali ma "bit", cioè le basi azotate, che prese singolarmente possono non avere alcuna manifestazione evidente, non è avventato immaginare (voglio insistere con questo verbo, fateci caso) un "effetto valanga" visibile solo a diverse centinaia o migliaia di generazioni di distanza.

La qualifica di "adatto" in termini darwinisti è solo una patente di "esistenza in vita" a posteriori, una pura constatazione dello status quo: se una specie c'è vuol dire che è adatta ad esserci, altrimenti non ci sarebbe. Non mi sembra, né intellettualmente né scientificamente, un grande risultato.

Riguardo al paragone con l'automobile, in termini di complessità e polivalenza qualunque organismo biologico supera qualsiasi apparato artificiale di parecchie lunghezze. Non ha poi nessuna importanza se la mutazione (il cambio del motore, nel nostro caso) avviene per caso o deliberatamente: se si tratta di una mutazione che HA un impatto significativo su una delle funzioni dell'organismo il suo effetto, seppure migliorativo della singola funzione, con ogni probabilità produrrà uno squilibrio complessivo dell'organismo stesso ed un esito perciò dannoso; se invece si tratta di una mutazione impercettibile che NON HA un impatto significativo immediato su una delle funzioni dell'organismo, essa non ha alcun motivo di essere selezionata ed accumulata per produrre i propri effetti "a diverse centinaia o migliaia di generazioni di distanza" (per cui immaginare un "effetto valanga" come proponi tu è proprio avventato, anzi avventatissimo).

Quanto al rettilineo ipotizzato, non mi risulta che in natura ce ne siano, letteralmente e metaforicamente, granché.

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