Re: Darwin e l'evoluzionismo. Il dibattito è ancora aperto.

Inviato da  Carmine il 18/10/2012 0:43:21
Citazione:

Red_Knight ha scritto:

Citazione:
se invece si tratta di una mutazione impercettibile che NON HA un impatto significativo immediato su una delle funzioni dell'organismo, essa non ha alcun motivo di essere selezionata ed accumulata per produrre i propri effetti "a diverse centinaia o migliaia di generazioni di distanza"


Vero, ma neanche di essere scartata. E infatti le malattie genetiche ereditarie non eccessivamente debilitanti esistono e hanno una frequenza grosso modo costante. Ma, mentre le malattie si manifestano in qualche modo, i piccoli "bonus" e le mutazioni totalmente silenti passano inosservati. Fermo restando che sto soltanto facendo esercizi di fantasia, escludere categoricamente un effetto valanga, che in ogni caso non potrà mai essere osservato, su numeri così grandi (dove praticamente la probabilità di qualsiasi cosa tende a 1), è matematicamente avventato. Ad ogni modo, non faccio fatica a condividere lo stupore davanti all'affermazione che i mammiferi discendono dai rettili; il problema che pongo candidamente è: qual è l'alternativa scientifica? Ci sono altre direzioni nelle quali indagare o anche soltanto fantasticare, allo stato attuale delle nostre conoscenze?

La mutazione nasce a livello del singolo individuo; se non procura, a lui ed alla sua discendenza, un vantaggio competitivo in termini di sopravvivenza e quindi di riproduzione (che sarebbe poi il succo del darwinismo), non c’è alcuna ragione per cui essa debba diffondersi e diventare dominante nella popolazione. Sarebbe, nel caso, un evento di elevatissima improbabilità che, per produrre il supposto effetto valanga a distanza di lungo tempo, dovrebbe concatenarsi con innumerevoli analoghi casi ulteriormente di elevatissima improbabilità (con l’aggiuntiva necessità che ognuna di tali mutazioni casuali dovrebbe andare proprio nella stessa direzione di tutte le altre). E questo dovrebbe essere il meccanismo ordinario,standard, da applicare a tutte le innumerevoli forme di vita passate, presenti e future della Terra.

Tu al riguardo introduci la considerazione che “escludere categoricamente un effetto valanga ... su numeri così grandi (dove praticamente la probabilità di qualsiasi cosa tende a 1), è matematicamente avventato”; io però da qualche parte ho letto invece che nella teoria delle probabilità ci sono delle cosiddette soglie di impossibilità che, come la stessa definizione indica, decretano proprio che, quando la sua probabilità scende al di sotto di una certa soglia, il verificarsi di un certo evento è impossibile. Per le considerazioni fatte, credo che siamo senz’altro di fronte ad uno di quei casi, e non può certo essere la mancanza di tesi alternative un motivo valido per farci accettare una teoria basata su un meccanismo impossibile.

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