Re: Il Campo del Punto Zero

Inviato da  Al2012 il 22/10/2008 19:43:28
Dall’antigravità allo spirito ………

Saltello qua e là, dove mi porta la corrente ………

Un’altro estratto del DVD di Bruce Lipton
QUI

estratto dall’intervista, (dice la stessa cosa ……)
QUI


Non so quanto sia normale continuare, nel senso che non essendoci commenti potrei, praticamente, parlare da solo …………

Beh !! Infondo mi limito ad inviare dei link, che possono essere validi o meno, ….

Questo ovviamente dipende dai vari punti di vista, infondo ognuno di noi vede un pezzettino di verità e nessuno può vantarsi di vederla tutta……..

Ogni tanto rifletto su questi concetti:
“Quello che i nostri sensi riescono a percepire è praticamente il 5 % di quello che esiste”, “consociamo il 10 % del nostro DNA” “utilizziamo il 10 % del nostro cervello” ………

e siamo convinti che gli esseri viventi siano simili a macchine, macchine biologiche costituite da parti biologiche assemblate, ….

La nostra individualità ed unicità ci separa da tutto quello che ci circonda

Il pensiero è qualcosa che nasce dal nostro cervello ed è influente, non può interagire con la materia; dal pensiero può nascere una azione pratica che può interagire con il contesto, ma senza azione il pensiero è nulla …. Senza cervello il pensiero non esiste ……..
Senza cervello la “coscienza” non esiste ……..

Mah ????

Qualcuno ha detto: “siamo gorghi di coscienza individuale in mare di coscienza cosmica” qualcosa del genere ….. forse fa sorridere…….. dice tutto e niente …. però a me fa riflettere ……

La materia è energia, è un campo d’energia che è parte di un altro campo d’energia che è la coscienza …. Campi energetici dentro campi energetici in una infinita “matrioska”

Ora vi segnalo un altro articolo evidenziano alcuni pezzi, (troppi pezzi) ovviamente se interessa l’articolo va letto nella sua totalità ……….


Tra gnosi e scienza moderna
GLI ERETICI DI PRINCETON
QUI

<< La progressiva crisi dei paradigmi positivisti e materialisti, sembra spingere alcuni settori della scienza verso una riconsiderazione del rapporto profondo tra legge scientifica e metafisica.

E' il caso del gruppo di scienziati raccolti tra Princeton e Pasadena, che sembrano recuperare, nelle loro teorie, la eco di antiche forme di conoscenza religiosa e l'afflato mistico di sistemi metafisici lontani e dimenticati, nella prefigurazione di un nuovo modo di concepire la scienza e la realtà.(…)>>

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<< (…) L' origine di questa corrente filosofico- scientifica moderna, è antecedente al 1969, anno appunto in cui fu coniata la definizione di "gnosi di Princeton".
Risale addirittura agli anni Cinquanta, con le formulazioni di cosmologi e fisici quali Milne, Stromberg, Whittaker, Sciama, Weizsäcker e, in parte, Hoyle.

Se vogliamo poi indicare dei precursori, potremmo citare tre grandi scienziati: Eddington, Whitehead e Jeans, di cui è noto anche l'impegno speculativo in campo filosofico.
Anche se i centri propulsori iniziali furono le università di Princeton e Pasadena, successivamente troviamo neognostici in molti altri centri accademici e di ricerca, anche al di fuori degli USA.
Alla prima pattuglia di fisici e cosmologi si aggiungono biologi, neurologi, antropologi, psichiatri, psicologi .

Attualmente sembra che il movimento sia scomparso come realtà unitaria, ma di sicuro molte sue idee hanno lasciato una forte impronta in scienziati appartenenti a varie discipline.
Uno di questi è certo il fisico austro-americano Fritjof Capra.
Probabilmente anche altri suoi colleghi ancora più noti, come David Bohm e Paul Davies hanno risentito delle idee "neognostiche".

Ma quali sono, nei particolari, i capisaldi scientifico-filosofici?
Il loro pensiero è stato giustamente definito "cosmocentrico".
Alcuni hanno detto anche "teocentrico".
Infatti, contro il riduzionismo e il nichilismo di una certa scienza, ancora legata ai "paradigmi. culturali ottocenteschi (meccanicismo), i nuovi gnostici cercano di conoscere e delineare l'Ordine che regge l'Universo, il nucleo pulsante. unitario. che lo anima come una sorgente vitale.
"Spirito e materia si intrecciano in modo inscindibile l'uno all'altro, cosicché alla fine non c'è più una realtà puramente materiale e neppure una realtà puramente spirituale".
Come scrisse Charles Peguy: "lo spirito stesso è carne".

Gli gnostici di Princeton e Pasadena rifiutano di cadere nel dualismo spirito-materia, cosi come in quello soggetto-oggetto o coscienza-cosa.
Spirito e materia vengono posti agli estremi di una retta, e quindi in continuità seppur agli antipodi: si parla rispettivamente dell'uno o dell'altro a seconda che prevalga l'organizzazione o il caos.

La materia è l'effetto di una molteplicità disordinata: non costituisce una realtà autonoma. Se lo spirito in quanto ordine. rappresenta la trama del mondo fisico, in quest'ultimo, secondo i neognostici, esiste anche una coscienza diffusa, elemento che è inscindibile dalla dimensione spirituale.
Il cosmo è cosciente di se stesso, come al suo livello lo è l'uomo.

Tutto ciò può apparire assurdo a chi vuole vedere solo l'aspetto esteriore delle cose, quello che gli gnostici di Princeton definiscono il "rovescio" della realtà fisica, ma non lo è più se si opera un capovolgimento di visuale, di approccio al mondo, pur rimanendo ancorati a un rigoroso metodo scientifico.
Infatti questo movimento ha accettato quasi tutte le conoscenze fornite dalla fisica, dalla cosmologia, dalla biologia, dalla medicina e dalla psicologia del nostro tempo, operando, però, un profondo rivolgimento della gestalt conoscitiva, della filosofia di fondo che organizza il sapere moderno, e fornendogli una sua intima coerenza.

I neognostici hanno dimostrato, cosi, che gli stessi dati possono essere "letti" in modi diversi, da angolazioni differenti, in prospettive anche opposte.
Ad esempio, essi ammettono l'evoluzione dei viventi, dalle prime forme cellulari all'uomo, riconoscendo l'importanza del fattore caso. in tale processo, ma ritengono antiscientifico affermare dogmaticamente che il mondo animale e vegetale si sia formato unicamente in base a un gioco meccanico e cieco tra forze fisiche.

Il disordine risulta incapace di generare l'ordine, se già non contiene in se le potenzialità della "forma".
Bisogna quindi guardare dietro i fenomeni, passando dalla apparenza alla trasparenza, cosi come, quando leggiamo una lettera, la interpretiamo "tra le righe", cercando di afferrarne il significato profondo tramite la percezione di vari segnali che non sono evidenti a un'analisi puramente esteriore e superficiale.

Nella conoscenza della natura i neognostici procedono con questa lettura "significante", antiriduzionista perché rifiuta il monodimensionalismo degli scientisti: ciò costituisce un approccio alla realtà fisica differenziato, a vari livelli, complesso, alieno cioè dal semplicismo, ma al contempo olista, in quanto riconosce la struttura profondamente integrata e unitaria del cosmo.

Tutto risulta permeato, per i neognostici, da una Intelligenza immanente: ogni tipo di esistenza nella dimensione fisica deriva dall'ordinamento posto nello spazio-tempo ad opera di una realtà superiore, di carattere informazionale, cosciente.

Si potrebbe dire, operando un classico rovesciamento gnostico, che non è la coscienza ad essere un epifenomeno della dimensione fisica, al pari quasi di una secrezione ghiandolare, ma è la realtà sensibile ad esserlo rispetto alla coscienza, presenza assoluta, non scomponibile o riducibile a una somma di parti, né esplicabile in un orizzonte "meccanico", solo materiale.

Il nucleo di ogni esistenza è sempre un fattore "semantico": il significato costituisce la base di ogni essere.
A tale proposito ci sembra degno di rilievo che un biologo italiano, Marcello Barbieri, attualmente docente di Embriologia presso l'Università di Ferrara, abbia potuto proporre circa quindici anni fa una "teoria semantica dell'evoluzione", anche in seguito ai suggerimenti fornitigli da un insigne scienziato neognostico, Walter Elsasser.

Se si considera questo contesto informazionale, possiamo asserire che il pensiero dei teorici di Princeton e Pasadena rappresenta una formulazione moderna e raffinata dell'animismo:
l'Universo costituisce una sequenza gerarchica di enti, intimamente animati, dai singoli animali e vegetali alle specie, all'insieme delle specie, all'albero della Vita.
Non sono aggregati di parti, ma totalità coscienti all'interno della superiore totalità cosmica: nulla è cieco.

Un noto fisico francese, J. E. Charon, che aderisce a tale ordine di idee, ha scritto che "i neognostici rifiutano in partenza di porre l'uomo al centro del fenomeno pensante: quando l'uomo afferma "io penso", essi sottolineano, dovrebbe più correttamente dire "egli pensa", oppure "esiste un pensiero nello spazio", nello stesso modo in cui il fisico dice "esiste un campo magnetico nello spazio", o in cui l'uomo della strada dice "piove".
In altri termini, esiste una realtà profonda, presente ovunque nell'Universo, in grado di far nascere il pensiero nello spazio, nello stesso senso in cui l'elettrone è in grado di far nascere attorno a sè un campo elettrico nello spazio.

Il pensiero è presente dovunque, nel minerale, nel vegetale e nell’animale nello stesso modo che nell’Uomo. E’ esso che traspare dietro il comportamento degli organismi viventi anche se si tratta semplicemente di batteri". (…)>>

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<< (…) Un organismo vivente non è un aggregato di parti elementari, e le sue attività non possono essere ridotte ad atomi di comportamento elementari formanti una catena di risposte condizionate.

Nei suoi aspetti corporei, l'organismo è un tutto formato da subtotalità, come l'apparato circolatorio, l'apparato digerente, ecc., che a loro volta si ramificano in subtotalità di ordine inferiore, come organi e tessuti, e così via sino alle singole cellule e agli organelli all'interno delle cellule.
In altri termini, la struttura e il comportamento di un organismo non possono essere spiegati da, o ridotti a, processi elementari fisico-chimici; un organismo è una gerarchia pluristratificata di subtotalità a molti livelli... ciascun membro di questa gerarchia, a qualsiasi livello, è una subtotalità o un olone di proprio diritto... in quanto parti sono subordinati ai centri superiori nella gerarchia, ma al tempo stesso funzionano come totalità quasi autonome.

Sono bifronti come Giano. La faccia rivolta verso l'alto, verso i livelli superiori, è quella di una parte dipendente; quella rivolta verso il basso, verso le parti che la compongono, è quella di un tutto in possesso di una notevole autosufficienza".
Una simile concezione vale, oltre che per gli organismi viventi, anche per le altre strutture che popolano la realtà fisica, fino a livello cosmico, in una sequenza simile al gioco delle scatole cinesi.

Risulta così superata la visione atomistica, puntualista, che cerca di separare la realtà in tanti "qui-ora": invece tutte le realtà esistenti hanno senso solo se sono correlate mutualmente (sia in fisica che in biologia e in psicologia), se vengono comprese in un "dominio", il quale, ad un livello massimo, equivale all'intero universo.

Tutto è collegato, nulla è separato: le forze fisiche sono quindi "dominiali", ossia appartengono a un dominio, a un olone.
Per gli scientisti, invece, l'Universo è un grande caos, privo di luce, di significato, di gerarchia, coerentemente con la loro visione meccanicomorfica. (…) >>

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<< (…) Date tali premesse, i neognostici naturalmente sono tutt'altro che panselezionisti, cioè non credono che la selezione naturale possa spiegare l'esistenza di ogni realtà biologica.
Per loro la "natura è selettiva di seconda mano. La direzione della scelta dipende dalle iniziative della specie"
Parlando per via di metafora, potremmo dire che esiste un Selezionatore cosciente che aspetta il manifestarsi di novità favorevoli nel patrimonio genetico (mutazioni) e poi le fissa, in modo che l'organismo possa consolidare il proprio indirizzo di sviluppo specifico all'interno del processo evolutivo.

Cosi la coscienza coordina gli automatismi subordinati, strutturandoli secondo i suoi voleri e i suoi desideri, usandoli come mezzi per conseguire i "fini", sia pur generici e limitati nel tempo, da lei stabiliti.
In altri termini si può dire che una specie, acquisendo nuovi comportamenti, frutto di una "volizione" e non di una alterazione del DNA, elabora per ciò stesso un programma selezionatore delle mutazioni utili. (…)>>

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<< (…) Potremmo dire che, forse, l'aspetto più valido della Gnosi di Princeton è proprio l'aver messo in discussione certi dogmi prima intoccabili, quasi come dei tabù, e l'aver affermato che possono esistere vie alternative per la spiegazione dei fenomeni naturali, a qualsiasi livello essi si pongano.

Il grande fisico Max Plank affermava che "una nuova teoria non trionfa mai. Sono i suoi avversari che finiscono per morire".
Il prossimo futuro, forse, ci dirà quanto di valido ha in sé il pensiero dei neognostici. (…)>>

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